Ritorno alla normalità?

Apriamo finalmente in controtendenza questa nuova settimana, dato che per le prima volta da tempo giungono parole di conforto. Il presidente dell’eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha dichiarato ieri sera infatti che: “Italia, Spagna e Belgio non sono paesi a rischio”, che “Irlanda e Portogallo sono sulla strada del ritorno sui mercati” e soprattutto che “l’attuale pacchetto di aiuti accettato da Atene guiderà alla soluzione della crisi”. Parole molto interessanti, di drastico cambiamento di tono rispetto a quanto dichiarato solamente tre settimane fa dallo stesso presidente, che giungono a poca distanza dalla conclusione dell’incontro dei ministri delle Finanza dell’eurozona, che ufficialmente hanno dato il via allo sblocco dell’ultima tranche di aiuti. Questi ultimi 8.7 miliardi di euro, più 3.3 erogati dal Fondo Monetario Internazionale, rappresentano i 12 utili a raggiungere la cifra pattuita inizialmente di 110 miliardi che, entro il 15 luglio, giungeranno nelle casse del paese. Nonostante nelle prossime settimane ci sarà bisogno di un ulteriore piano, crediamo si possa mettere la parola fine (speriamo per lungo tempo) alla crisi dei debiti sovrani in Eurozona.

E adesso? Ne parlavano già venerdì ed in effetti potrebbe avvenire una sorta di spostamento di attenzione dal Vecchio al Nuovo Continente, dove è presente una grande attesa per un’inversione del tenore dei dati macroeconomici americani. Pensiamo, per esempio, al dato positivo di venerdì (ISM manifatturiero) e alla discrepanza con la debolezza del mercato del lavoro (secondo gli analisti potremmo avere ancora una conferma di questo dai NFP mensili, in pubblicazione venerdì). Allo stesso momento potremmo assistere ad un ritorno, come già abbiamo visto iniziare la settimana passata, verso un maggiore appetito al rischio degli investitori. Come sempre, franco, dollaro e yen saranno gli elementi principali da considerare per misurare questo rinnovato interesse. Le borse asiatiche positive per il quinto giorno consecutivo potrebbero essere un ulteriore segnale positivo. Non dimentichiamo poi quanto il driver del differenziale dei tassi potrebbe cominciare nuovamente a guidare le decisioni degli investitori. A questo proposito già in settimana, giovedì, avremo la riunione della BCE, al termine della quale il mercato sconta un rialzo dei tassi, il secondo negli ultimi tre anni, che giungerebbero così all’1.5%, con un vantaggio dell’1.25% sui tassi americani.

 
EurUsd – grafico orario

Ricordiamo, infine, che oggi è festa nazionale negli Stati Uniti (Indipendence Day) e che il loro mercato azionario è completamente chiuso. Il mercato forex certamente non lo è anche se, ad onor del vero, negli ultimi anni, tabelle statistiche alla mano, il movimento in questa giornata è risultato essere circa la metà del movimento medio giornaliero di cinque anni.

Passiamo a vedere quindi la situazione tecnica dell’eurodollaro. Notiamo subito come la notizia positiva di ieri sera sia risultata in un movimento in apertura positivo per la moneta unica, anche se in effetti non così elevato. La spiegazione potrebbe essere data da un posizionamento verso posizioni favorevoli all’euro già da settimana scorsa (la moneta unica infatti ha messo a segno più di quattro figure di guadagno in cinque giorni). Il segnale più interessante, arrivati a questo punto, potrebbe giungere dall’effettiva rottura del livello indicato, già la settimana scorsa, prossimo a 1.4550. Nonostante vi sia già stato un superamento nella notte crediamo che intorno a questo livello sia presente una forte indecisione, dato che una risalita definitiva aprirebbe la strada ad un euro a 1.47. Nonostante non sia effettivamente vicino, il più interessante livello di supporto a questa rinnovata idea rialzista si trova a 1.4440: qui troviamo infatti il minimo di venerdì coincidente con il massimo della seconda metà di giungo, oltre a transitare esattamente dove passa la media mobile esponenziale di lungo su grafico orario.

Ancora nessun movimento definito per il cambio UsdJpy, che continua così a rimane confinato all’interno di un range di poco più di una figura da un mese esatto a questa parte. Crediamo che 80.30 al di sotto (confermato peraltro da una linea di tendenza positiva) e 81.25 al di sopra, una volta rotti, potrebbero favorire un po’ di novità, anche se, come detto più volte, un po’ di prevedibilità non fa certo male al nostro trading.

L’apertura positiva dell’eurodollaro di ieri sera ha aiutato il cambio EurJpy ad avvicinarsi all’area di resistenza di 117.85. Sino a definitiva rottura, questo livello si candida a più importante area di resistenza: 117.15 è identificabile, invece, come livello di supporto suggerito dalla coincidenza di due precisi massimi della settimana scorsa, con la linea di tendenza positiva del movimento di ripresa del cambio iniziato due domeniche fa.

La mancata salita del cable testimonia ancora come siano presenti diverse incertezze sulla ripresa economica del Regno Unito. Ancora una volta abbiamo visto susseguirsi tentativi di rottura del livello prossimo a 1.61. 1.6120, per la precisione, rimane ancora il più importante livello di resistenza, mentre poco la di sopra di 1.60 troviamo il supporto.

Il cambio EurGbp rimane fermamente all’interno del proprio percorso rialzista, con obiettivo finale a 0.9140, anche a seguito delle correzioni viste venerdì e la notte passata. Si trova infatti a 0.9015 il più interessante livello di supporto in grado di cambiare la precisa salita in atto.

Il cambio AudUsd ha tentato, per la prima volta da un paio di mesi, nuovamente un ritorno al di sopra di 1.0770. Il temporaneo fallimento non deve far dubitare della ripresa, dato che il livello di cambiamento della tendenza favorevole al dollaro australiano si trova ancora a distanza di sicurezza: 1.0590.

Concludiamo con il franco svizzero, primo a fare i conti con la minor preoccupazione dei mercati.
Il cambio EurChf infatti sta continuando la propria tendenza di ripresa, giungendo ad un’ulteriore svolta. I prezzi infatti si sino fermati, per il momento, perfettamente al livello di resistenza ipotizzato la settimana scorsa, 1.2330: qui non solo transita un’area statica indicata da una serie di massimi e minimi precedenti, ma è il punto esatto dove giunge il primo ritracciamento di Fibonacci del percorso a ribasso compreso fra 1.3240 e 1.18. Se rotto potremmo attendere un ritorno veloce al successivo livello di resistenza indicato a 1.25, dove ancora troviamo coincidenza di livelli statici precedenti con il secondo livello indicato tramite i numeri di Fibonacci.

Il cambio UsdChf ha compiuto meno strada a rialzo, portandosi però allo stesso modo vicino ad un importante livello di svolta: 0.8550. Al di sopra di questo livello di resistenza sono davvero ambiziosi i primi obiettivi. Se studiamo infatti l’ultima ondata ribassista (da fine novembre) è possibile infatti trovare un livello quattro figure al di sopra. Che sia ritornato possibile fare trading di posizione per più di un paio di giorni sulle major?

Per chi volesse ulteriori approfondimenti, FXCM Italia vi aspetta alle ore 9 per il Morning Briefing in webinar, dedicato all’analisi live del mercato: http://forexforums.dailyfx.com/analisi-live/244106-analisi-live-del-mercato.html

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: