Il denaro italiano torna dagli gnomi

Ci sono circa 140 miliardi di euro che non hanno risposto alla scudo fiscale. Circa il 50% del denaro di italiani finito all’estero è ancora là. Lo dice una ricerca di due analisti di Bankitalia. Il problema è che questa cifra, già altissima, si sta incrementando di giorno in giorno. Sono sempre più ingenti le somme che varcano la frontiera in direzione della vicina e comoda Svizzera, oltre agli altri cento rifugi sparsi per il mondo. Gli italiani non si fidano più dell’Italia. Forse non si sono mai fidati, ma adesso il fenomeno sta assumendo dimensioni preoccupanti. Se il denaro va (anzi torna) all’estero vuol dire che non viene investito in attività produttive.

Né vale la regola (anzi la speranza) che gli esportati di denaro lo investano in fondi che a loro volta lo reimpiegano in attività produttive attraverso le borse di tutto il mondo. Ipotesi poco credibile. Il denaro che va all’estero finisce in investimenti prettamente finanziari molto conservativi e tendenzialmente non circola anche per evitare, semplicemente, che venga intercettato. Un fenomeno che preoccupa perché se gli italiani non investono in Italia i casi sono due: o non ci investe nessuno e il paese va a ramengo, oppure diventa terra di conquista per gli stranieri come è capitato e sta capitando soprattutto nel settore alimentare, uno dei punti di eccellenza della nostra limitata economia. Agli altri italiani, quelli che non hanno capitali da esportare, interessano due cose: il lavoro e la crescita per produrre altro lavoro e quindi ricchezza diffusa.

Non è un caso che in questi giorni in cui l’attenzione dei media è concentrata tutta sul debito degli Stati Uniti e sulle sue sorti, dai sondaggi Gallup emerge, con forza, che gli americani sono interessati ai posti di lavoro e non al debito. La disoccupazione si attesta intorno a 30 milioni di persone, una cifra che supera il 9% della popolazione attiva, insostenibile, a lungo andare, per qualsiasi paese e, a maggior ragione, per il popolo “yankee” che ha sempre gridato al lupo quando tale percentuale si aggirava intorno al 5%. Per il 60% degli americani, e così per la gran parte dei popoli dell’occidente, i problemi principali sono costituiti dalla bassa crescita dell’economia e dalle ridotte capacità di creare occasioni di lavoro, in particolare per i giovani. Queste non sono buone notizie per il Presidente Obama, così come per tanti altri Governi occidentali in prossimità di elezioni.

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