Quattro temi dall’Europa

Ci troviamo ancora di fronte a un mercato con le idee poco chiare e capace di reagire soltanto ponendo le proprie attenzioni a problematiche che mostrano i propri effetti soltanto (e ancora) nel breve periodo. Il leit motiv di ieri è stato l’incontro tenuto all’Eliseo tra i presidenti francese e tedesco Sarkozy e Merkel. L’asse franco-tedesca ha ribadito ancora una volta come le idee che dovranno essere alla base della soluzione dei problemi economici e finanziari europei, debbano partire dalla prime due economie del Vecchio Continente, con un obiettivo principale su tutti: difendere l’esistenza e la credibilità della moneta unica europea, nel tentativo di entrare nella storia come la prima unione monetaria di tutti i tempi ad avere retto.

Quattro i temi di riflessione principali che arrivano da Francia e Germania. Il primo prevede l’obbligo per tutti i Paesi appartenenti all’Unione Europea di inserire nella propria costituzione il vincolo del pareggio di bilancio, cosa che se non verrà approvata direttamente dai singoli governi, dovrà prevedere la consultazione del popolo, sull’esempio francese che, tramite il suo Presidente fa sapere che le cose andranno proprio in questa direzione nel caso in cui non fosse sufficiente una chiacchierata all’interno del parlamento.

Questa proposta ci sembra buona, equa e intelligente e sarebbe una cosa che riusciremmo a ottenere anche qui in Italia, se la classe politica accettasse l’idea di non dover per forza di cose vivere sulle spalle degli italiani, ma si guadagnasse il giusto compenso per i servizi prestati, andando a tagliare quella miriade di spese inutili che, sommate, raggiungono cifre stratosferiche. A parte queste considerazioni di carattere generale che hanno inondato i giornali e le televisioni durante queste ultime settimane, un altro tema di discussione ieri ha riguardato la possibilità di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie che entrerebbe in vigore dal 2012, il che non è stato digerito da Wall Street, che ha chiuso in territorio negativo.

Oltre a questo si è discusso circa la possibilità o meno di emettere i cosiddetti eurobond, proposta bocciata senza nemmeno ragionarci troppo sopra dal duo S&M in quanto si ritiene che la dotazione attuale del Fondo Salva Stati sia sufficiente e poiché un’azione del genere avrebbe senso e genererebbe dei risultati positivi soltanto nel momento in cui la crisi in cui versiamo si sia risolta e stabilizzata.
L’emissione di questa tipologia di bond è stata definite da Sarkozy come la bacchetta magica che tutti cercano per risolvere in maniera veloce e definitiva qualcosa che invece, a nostro parere, dovremo abituarci a portare dietro per anni, in quanto le disomogeneità (a tutti i livelli, politico, fiscale, economico ecc.) tra i diversi Paesi membri, che stanno mostrando i propri effetti proprio in questi mesi, hanno portato a galla innumerevoli problemi che ora devono essere risolti, pena la capitolazione dello stesso euro.

E con questo veniamo all’ultimo punto di analisi, il più importante. La proposta di creare un governo economico europeo, composto dai diversi capi di stato che dovrebbe unirsi una volta al mese, proprio per cercare di creare l’omogeneità di cui si ha tanto bisogno. Per i primi 30 mesi esso vorrebbe essere presieduto dall’attuale presidente del Consiglio Europeo, mr. Van Rompuy. Questa proposta arriva sulla scia di quanto accennato durante una conferenza stampa post decisione sui tassi della Bce, durante la quale il presidente uscente Trichet aveva prospettato la necessità di un ministro finanziario unico a livello europeo, ruolo per cui siamo sicuri si sarebbe proposto tramite un’autocandidatura, ma che effettivamente come idea non ci sembrava niente male.

Ebbene, questa nuova possibilità stilata dall’asse franco-tedesco ci sembra sia un qualcosa di simile, per lo meno per gli obiettivi che si pone. In ultimo, Francia e Germania hanno annunciato di voler allineare le proprie politiche fiscali. Dal punto di vista macro ieri abbiamo visto un Pil tedesco inferiore rispetto alle aspettative (2.8% vs 3.2 consensus) che ha pesato inizialmente soltanto sul Dax, capace poi di reagire, mentre il Pil europeo è risultato 1.7% contro attese di 1.8% (anch’esso non ha mostrato effetti particolari sui cambi).
Il Cpi inglese ha fatto registrare un +4.4%, superiore di un decimo di punto percentuale rispetto alle migliori stime e di due rispetto al precedente. Oggi l’appuntamento più importante sarà con le minute della Bank of England, dove dovremmo vedere un 7 a 2 per non toccare i tassi.

Passando alla parte dedicata all’analisi dei livelli più interessanti da seguire per la giornata odierna, partiamo notando come l’EurUsd stia creando un nuovo trading range di circa una figura, che possiamo individuare tra 1.4350 e 1.4450.
Questo ci testimonia il fatto di come il mercato sia nervoso intorno a 1.4400 e che non sia pronto a prendere una direzione ben precisa. Questi i livelli da considerare per valutare eventuali rotture che potrebbero portare a 1.4530 ovvero a 1.4300. Per quanto riguarda il UsdJpy, vediamo che la calma piatta che stiamo vivendo all’interno di un range strettissimo sta conducendo la quotazione ad appiattirsi nell’area degli ultimi minimi segnati.

Se guardiamo infatti il grafico in pagina, noteremo come è vero che siamo sempre stati fatti minimi crescenti, ma che gli ultimi sono davvero vocini a quelli precedenti, facendo sì che le trendline che accompagnano questo debole movimento abbiano gradualmente perso inclinazione. Anche qui, la miglior strategia è quella che prevede lo sfruttamento di eventuali rotture, da una parte o dall’altra (più probabile un ribasso vista la configurazione tecnica ed il posizionamento delle medie, ancora a ribasso) tramite l’utilizzo di ordini di break out o pull back, inseribili tramite la nostra piattaforma. 

Parlando dell’EurJpy, vediamo come i prezzi siano contenuti da una trendline positiva che ci suggerisce 110 ¼ come livello di supporto e da un livello di resistenza statico passante nei dintorni di 111 figura. In caso di rottura a ribasso è possibile avventurarsi verso 109.75, mentre se il 111.00 (allargabile fino a 111 ¼) non dovesse tenere, è possibile vedere un 112.00. Il cable ci dà conferma di quanto sia importante il livello di 1.6400, che una volta superato ha fatto da supporto e che ora transita una ventina di punti sopra la trendline ascendente individuabile su un grafico orario a partire dallo scorso 11 agosto.

Questi i livelli che devono tenere per vedere la sterlina scambiare a 1.6500 dollari americani. Per quanto concerne invece i franchi svizzeri, vediamo come conto dollaro americano il supporto indicato a 0.7750 abbia tenuto egregiamente, e i prezzi che si sono fermati nei pressi di 0.7770 ci hanno regalato un livello tecinco preciso. Questo il supporto a sostegno del dollaro, che se dovesse rompere 0.8000 (in test mentre scriviamo) potrebbe trovare gli ultimi baluardi tra 0.8050 e 0.80 ¾ prima di giungere a 0.8200.

Contro euro invece il franco svizzero sta rimbalzando bene sulla media a 100 visibile su un grafico a 30 minuti. Ora siamo sopra 115 figura ed il supporto affinchè continui questa salita è da ricercare tra 1.1300 e 1.1250. Passiamo all’AudUsd, che ritroviamo stabilmente sopra 1.0400, che continua a rappresentare il supporto più importante per poter rivedere una salita del dollaro australiano. Se esso infatti riuscirà a rompere il più volte testato 1.0500, potrebbe portarsi sopra 1.0600 (questa è infatti la proiezione in caso di rottura a rialzo del triangolo formatosi su un grafico orario). Obiettivo ulteriore, 1.0750.
Terminiamo con il dollaro canadese notando come da ieri non sia cambiato assolutamente nulla. Tra 0.9770 e 0.9790 troviamo i livelli di supporto che potrebbero essere propedeutici al raggiungimento di 0.9900, livello medio del range che viviamo dai primi giorni di agosto.

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