Borse in rialzo sulle attese di Bernanke

Dopo la giornata di ieri ci arrivano conferme che il mercato e gli operatori stanno rivolgendo le proprie attenzioni al prossimo venerdì, quando a Jackson Hole Ben Bernanke sarà al centro dell’attenzione di tutto il mondo. Per lo meno di quello economico-finanziario, il quale si attende delle chiare indicazioni su cosa vorrà fare la Federal Reserve in futuro, per aiutare ulteriormente l’economia americana a riprendersi. Ieri abbiamo assistito a buone performance dei mercati azionari, soprattutto americani, con il Dow Jones che è riuscito a riportarsi sopra gli 11.000 punti, nonostante le scosse di terremoto che hanno colpito proprio gli States ed i dati macroeconomici negativi che sono stati pubblicati (vendita di case esistenti in calo anche questo mese di quasi l’1%, mentre l’indice della Fed di Richmond, che segnala lo stato di salute dell’attività manifatturiera dell’area, è crollato da -1 a -10).
Una reazione del genere dei mercati equity, ci fa comprendere come gli investitori abbiano delle attese esigenti per venerdì e di come molti di essi si attendano delle nuove misure di stimolo per l’economia, che come sappiamo, così non riesce a ripartire. Questo ha fatto sì che si assistesse a prese di profitto soprattutto sull’oro, che dopo aver ben superato quota 1.900 dollari/oncia si è riportato sotto quota 1.850, ed ora 1.860 rappresenta il livello di resistenza da rompere per vedere il metallo giallo puntare nuovamente ai massimi storici. Cominciano le speculazioni sul fatto che la forte bolla di acquisti sul bene rifugio stia per scoppiare (secondo alcuni analisti, il movimento di ieri è da interpretare come l’inizio della fine, se ci permettete il gioco di parole), ma a nostro parere si tratta per il momento soltanto di prese di profitto (che potrebbero estendersi fino a sotto 1.800 dollari in caso di forte rally dell’equity)di che è riuscito a cavalcare la bella salita che l’oro ci ha mostrato, ed ora si sta mettendo sulla difensiva attendendo proprio l’ultimo giorno della settimana. 

Dal Giappone ci arriva anche la notizia che l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il merito di credito del Paese, motivando la decisione con argomentazioni che, come fattore principale, vedono l’instabilità del governo come pericolo principale per l’economia e le finanze nipponiche. Nel giro di 5 anni sono stati cambiati 5 premier ed ora ci si sta preparando all’introduzione del sesto, dopo che le critiche abbattutesi sull’attuale governo, incapace a detta di molti di aver affrontato le problematiche causate dal terremoto e dallo tsunami nella maniera corretta.
L’ultimo fatto degno di nota prima di passare a visionare i punti di maggior interesse dal punto di vista dell’analisi tecnica riguarda Greenspan. L’ex numero uno della Fed ha infatti dichiarato, senza utilizzare mezzi termini, che l’euro si sta spezzando e che tutte le incertezze che stanno assalendo l’area euro, sia dal punto di vista economico, ma soprattutto finanziario, avrebbero delle forti ripercussioni sull’economia americana che conta sull’Europa per sostenere circa il 20% delle proprie esportazioni e che stima i profitti di molte aziende che hanno delocalizzato parte della produzione nel Vecchio Continente intorno al 20%. 
Per quanto concerne l’EurUsd, Dopo il tentativo di superare 1,4500, dove una lievissima divergenza ribassista ha fatto ripiegare i prezzi di oltre una figura, ci siamo riportati all’interno del range 1,4350/1,4450. Proprio questi sembrano essere i punti da tenere sotto osservazione e che, se superati, potrebbero portare ad aumenti di volatilità che dovrebbero fermarsi nel giro di una cinquantina di punti (si notano bene i punti precedenti su un grafico orario).  Il UsdJpy continua a mantenersi all’interno di range molto stretti. 76,40 e 76,90 i potenziali punti di svolta per il mercato.
Continua a dare soddisfazioni l’EurJpy, che si sta mantenendo perfettamente all’interno della figura che va da 110,00 a 111,00. Su questo cross, guardando un grafico orario, lo stocastico lento a 10,6,3 fornisce dei buoni suggerimenti sulle zone di ipercomprato/venduto, sfruttabili per cogliere inversioni di breve dei prezzi.  Il cable ieri ha tentato di raggiungere nuovamente 1,6600, senza tuttavia riuscirci, anzi, mantenendosi sotto i precedenti due livelli di massimi fatti segnare dai prezzi. Ora ci stiamo muovendo in laterale, le medie sono ancora posizionate a rialzo e la EMA a 100 dev’essere utilizzata come supporto (parliamo sempre di grafico orario).
Attenzione che in caso di sua rottura, potrebbe avvenire l’ estensione del movimento fino a 1.6430, dove dovremo valutare eventuali ulteriori deprezzamenti della sterlina. L’EurChf ha mostrato quell’aumento di volatilità che ci aspettavamo, raggiungendo 1,1450 che ora dev’essere preso in considerazione come livello di resistenza. 1,1350 il supporto.
E’ possibile anche qui sfruttare le indicazioni che ci vengono fornite dagli oscillatori ed in caso di rottura di questi due livelli, 50 punti di profitto sembrano essere sufficienti. Per quanto concerne il UsdChf, abbiamo assistito ad una discesa di franchi (sia contro euro che contro dollaro sono stati venduti sui buoni rally delle borse), che però sembra poter essere finita.  Potenzialmente abbiamo spazio fino a 0,7900/0,78 ¾ prima di pensare di vendere ancora franchi.
Terminiamo con AudUsd che si trova ancora sotto lo 05 figura e che vede in 1,0450 l’area di supporto, individuabile su un grafico orario dalla trendline ascendente tracciata a partire dallo scorso venerdì e dal passaggio della media mobile esponenziale a 100 periodi, mentre per quanto riguarda il UsdCad, continua a mostrarsi laterale tra 0,9900 e 0,98 ¼. Per valutare eventuali ingressi direzionali, attendere la rottura di 0,9910 e rialzo e di 0,9875 a ribasso.  

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