Mercati in attesa di Jackson Hole

Ci siamo. Questo pomeriggio alle ore 16 italiane comincerà il meeting annuale dei banchieri centrali a Jackson Hole, e l’intervento più atteso in assoluto è quello del numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke, che avrà il compito di cercare di tranquillizzare i mercati, aprendo ulteriormente le porte della Fed alla trasparenza, andando dunque a fornire delle risposte concrete di impegno da parte dell’Istituto Centrale americano per contrastare la debolezza della ripresa economica a stelle e strisce.

Questo per lo meno ciò che la maggior parte degli analisti ed operatori sperano di vedere questo pomeriggio, che si preannuncia essere molto volatile, complice anche la liquidità inferiore presente durante queste due settimane centrali di agosto. Rispetto all’anno scorso però, troviamo una differenza molto importante di cui dobbiamo tenere conto.

Quello che in inglese definiscono “the topic of a speech” sarà infatti “Near and long term prospects for the US economy” ovvero le prospettive di breve e lungo periodo sull’economia Usa, qualcosa di molto diverso da titolo dell’intervento principale di un anno fa, dove si citava direttamente la Fed in un “The Economic Outlook and the Federal Reserve’s Policy Response” (l’outlook economico e la politica di risposta della Fed).

Potrebbe dunque anche capitare che la Fed non voglia impegnarsi direttamente nel prendere impegni, ma crediamo che di fronte ad un’eventualità del genere, il dollaro americano potrebbe trovarsi di fronte a venditori feroci che potrebbero amplificare la perdita di forza del dollaro più recente. Oltre ad uno scenario così attendista, dove si potrebbe assistere ad un Istituto Centrale che dichiara di essere pronto a fare ciò che si renderà necessario, esistono altre opzioni. Si potrebbe assistere all’assunzione dell’impegno di estendere (così come successo ai tassi dei Fed Funds) fino al 2013 anche il proprio Securities Portfolio (è un buy and hold portfolio, i titoli acquistati verrebbero portati a maturità), andando così a paventare l’idea di un nuovo QE, senza cominciarlo esplicitamente.

 

Oltre a questo esiste la possibilità di effettuare delle vendite su bond a breve termine in concomitanza di acquisti sulla parte lunga della curva, che avrebbero l’effetto di far salire i tassi a breve e di far scendere quelli a lungo (come successe nel lontano 1960) facendo effettivamente aumentare la maturity del securities portfolio senza andare ad incrementare il bilancio, il che sarebbe una mossa più aggressiva della precedente. Potrebbero inoltre di voler annunciare l’idea di un nuovo QE3. Queste alcune opzioni, ne esistono chiaramente delle altre, ma la cosa importante sarà a nostro avviso, vedere se la Fed vorrà dare qualche chiaro segnale al mercato, che comunque sa ed è consapevole che si troverà di fronte a periodi ancora duri, che però potrebbero essere attesi in maniera diversa di fronte ad un impegno ufficiale di Bernanke per aiutare l’economia Usa. Potremmo continuare a parlarne ancora per qualche ora senza arrivare a nessun indicazione concreta per il pomeriggio e le giornate a venire, affidiamoci all’analisi dei livelli importanti di mercato per impostare diversi scenari operativi. 

L’EurUsd continua a mostrare aumenti di volatilità che però non riescono a rompere i punti di confine del range più ampio che sta contenendo i suoi movimenti, ovvero 1,4250/1,4500. Ieri abbiamo assistito ad un nuovo attacco ribassista che non si è portato oltre 1,43 ¼ ed ora siamo tornati sopra quota 1,4400. Questo a testimonianza che il mercato è indeciso sulla direzione da prendere ed ora, i confini da considerare risultano essere 1,4450 per vedere 1,4500, che se rotto aprirebbe la strada verso 1,4700 (due resistenze sotto 1,4600 potrebbero far rallentare il mercato intorno a 1,4540 e 1,4570), mentre per un ribasso occorre vedere la rottura di 1,4350 per vedere 1,4300, che se rotto mostrerebbe una discesa di ancora 50 punti. 

Per quanto concerne il UsdJpy, la tenuta di 76,80, livello restituito da massimi precedenti e dal passaggio della media mobile esponenziale a 21 su un grafico orario, ha contribuito alla salita della quotazione che è riuscita a portarsi a una trentina di punti da 78,00, salvo poi ritracciare verso il 77,00. Quest’ultimo diventa il livello da considerare per continuare a vedere il prezzo tra 77,00 e 78,00, altrimenti torniamo verso il 76,40, che in settimana ha indicato il livello inferiore del trading range (attenzione, per chi fosse meno avverso al rischio a 76.80 dove il mercato potrebbe reagire). L’EurJpy continua la sua salita e si mantiene stabilmente sopra 111,00, che è il livello di supporto dato dal passaggio della trendline e della media mobile a 100 su un grafico orario. Per assistere ad salite più decise, che punterebbero a 112,50 occorre rompere i tre massimi fatti segnare tra ieri e stanotte.

Il cable, dopo aver rotto 1,6340, coincidente con un importante minimo precedente sul quale si appoggiava esattamente la trendline che ha accompagnato l’apprezzamento della sterlina dallo scorso 11 agosto, è andato a vedere un ulteriore livello precedente passante per 1,6250, ed ora tra i livelli attuali a 1,6340 passano le resistenze che, se rotte, possono farci arrivare fino a 1,6400, altrimenti saranno propedeutiche ad una discesa che se rompe i minimi di ieri apre le porte a 1,6170 (altro livello precedente di memoria del mercato).   L’EurChf, che come detto ieri si era portato definitivamente all’interno di una nuova fascia di oscillazione da considerare, 1,1400/1,1500, sta rispettando in maniera estremamente precisa questi livelli (sull’inferiore passa la media mobile a 100 su un orario che ha funzionato perfettamente come supporto dinamico) e dobbiamo continuare a considerare questi livelli, sia per il trading laterale che per valutare eventuali rotture.

Per quanto concerne il UsdChf, dopo il tentativo di raggiungimento di 0,8000, fermatosi perfettamente sul massimo precedente del 17 agosto, è tornato verso 0,7900 che sembra poter funzionare come supporto. Già i livelli attuali sembrano buoni per valutare eventuali entrate long per rivedere i massimi di ieri, se si rompa a ribasso, 0,7850 il punto più plausibile di arrivo.   Per quanto concerne l’AudUsd, la negazione del testa e spalle ribassista, arrivata ieri a metà giornata ha fatto risalire la quotazione verso 1,0500 che è da identificare come il livello di resistenza che deve chiudere la strada all’1,0530, mentre per quanto riguarda il UsdCad, dopo la forte accelerazione negativa avvenuta ieri durante il primo pomeriggio, con la quale abbiamo toccato 0,9790, siamo ritornati stabilmente all’interno del range indicato tra 0,9850 e 0,9890, livelli da sfruttare per eventuali entrate in stop

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