Alle porte di una giornata complicata

I mercati hanno archiviato ieri una giornata positiva, reagendo in modo favorevole ad alcune dichiarazioni che si sono susseguite. La prima, e forse di maggior influenza dato che i mercati azionari hanno immediatamente corretto la rotta successivamente alla pubblicazione (a proposito Piazza Affari ha chiuso a +2.19, Francoforte a +1.86% e Parigi a 1.41%, grazie in buona parte alla correzione dei titoli bancari, sotto forte attacco sino al giorno precedente), è stata la dichiarazione del cancelliere tedesco, Merkel: “la priorità assoluta è evitare il fallimento incontrollato dell’economia greca perché questo non colpirebbe solamente il paese ellenico, ma potrebbe impattare su tutti noi, o comunque buona parte dell’eurozona”, aggiungendo poi come “debba essere compiuto ogni genere di sforzo per mantenere l’unità politica dell’eurozona”.

Questo contraddice le dichiarazioni del ministro dell’economia, esattamente del giorno prima, testimoniando come la situazione sia convulsa e di come non sia ancora previsto un piano certo. Forse le dichiarazioni appena viste dovrebbero servire proprio a questo: cercare di mostrare al mercato un’unità ed una voce comune, mostrando che tutti stanno lavorando nella stessa direzione per fornire una soluzione questo grave problema. Continuando su questo tema, oggi è prevista una conferenza fra il cancelliere, il presidente francese ed il primo ministro greco, Papandreu, per cercare una risposta in anteprima, rispetto all’incontro del fine settimana, sulle reali capacità greche di rispettare gli accordi e finalmente beneficiare degli aiuti stanziati da tempo.

La seconda notizia, degna di nota giunta ieri, giunge dai Brics. Le economie emergenti (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), secondo quanto affermato dal ministro delle finanze brasiliano, si riuniranno la prossima settimana per discutere un possibile piano di aiuti per l’unione Europea.  La situazione, nonostante questi due fattori positivi, comunque di fondo sembra non cambiare. Abbiamo, infatti oltre alla Grecia, sempre un problema “credibilità” Italia, dato che lo spread Bund-Btp è giunto ieri a 400 punti base ed addirittura a 470 sul quinquennale (nuovo record): questo quindi corrisponde un aumento dei rendimenti che il nostro paese dovrà onorare, evidentemente, con maggiori esborsi da parte del Tesoro. 

Contrariamente a quanto molti politici italiani pensano, infatti, la vera notizia non sarebbe l’asta andata esaurita (che altrimenti vorrebbe dire un fallimento), quanto una diminuzione dei rendimenti che potrebbe lasciar pensare a mercati internazioni convinti nelle manovre correttive apportate per una sistemazione del rapporto deficit-PIL nel lungo periodo. A complicare la giornata entrante, infine, arriva la notizia (di qualche secondo fa e che commenteremo insieme durante il webinar delle 9.15) del downgrade dei maggiori istituti di credito francesi da parte di Moody’s: SG e Credit Agricole.

Si prospetta un’altra giornata tutta in salita. Diamo uno sguardo ora, dal punto di vista tecnico, ai principali tassi di cambio.
Incominciando dall’eurodollaro possiamo notare, nonostante un movimento giornaliero influenzato dai vari commenti, una stabilità all’interno di un range di un paio di figure. Dall’apertura dei mercati di domenica sera infatti è possibile racchiudere i movimenti dell’euro fra il nuovo minimo visto da febbraio, 1.3495, e la resistenza di 1.3725.

Potremmo invece aggiungere che, osservando più nel breve (magari un grafico con candele orarie), il movimento del cambio sembra stia assumendo i connotati di una flag, ovvero di inversione parziale e contraria al trend primario. Caratteristica di questa figura è appunto il movimento controtendenza, che ovviamente è a ribasso di lungo, e la possibilità eventuale di mostrare una rinnovata pressione ribassista rotto il livello di supporto dinamico che possiamo trovare a 1.36 figura.

Il cambio UsdJpy mostra ancora una sostanziale stabilità, rispetto ai giorni passati. Ciò che, di nuovo, colpisce notevolmente la nostra attenzione è la tenuta del livello dinamico di supporto suggerito dalla trendline con origine al minimo storico visto più di tre settimane fa. 76.85-90 si sta infatti rivelando molto solido ed in grado di arrestare ripetuti attacchi durante le ultime ore. Ovviamente consideriamo ancora questo come livello di svolta, alla cui definitiva rottura potremmo assistere ad un movimento tipicamente da breakout di circa un centinaio di punti.

Osservando il cambio EurJpy possiamo notare qualcosa di molto simile a quanto visto sull’eurodollaro. I livelli di cambiamento, sul cambio, sono posizionati a 105.50 a 106.50, come già visto anche ieri. Anche in questo caso è osservabile una flag con supporto dinamico a 104.90: l’attenzione va rivolta integralmente a questo livello in grado di riavvicinarci al precedente minimo di 103.80.
ll cable sta mostrando una grande pressione ribassista, dato che è stato oltrepassato definitivamente nella notte, il livello di supporto chiave di 1.5775.

Questo era l’ultimo livello che abbiamo indicato grazie ad un supporto piuttosto recente. Rotto anche 1.5745 (livello di gennaio) non avremmo più molti altri livelli al quale aggrapparci, dato che i successivi potrebbero trovarsi quasi 400 punti al di sotto. La situazione sul franco non è variata rispetto a quanto detto i giorni scorsi.

Abbiamo avuto, ieri, un ulteriore avvicinamento al livello di supporto chiave di 1.20 (per il minimo toccato è 1.2030), su EurChf, ma come chiunque potrà accorgersi il mercato è particolarmente “timido” ed attento a non sollecitare una prima effettiva prova di forza della SNB successivamente alle dichiarazioni rilasciate. Dato comunque il continuo, lento, avvicinamento crediamo che presto potremmo avere una conferma delle reali intenzioni. Al punto di vista pratico un’operazione prima dell’eventuale intervento presenta diversi vantaggi, primo fra tutti la certezza di avere un livello di stop universalmente condiviso.

L’eurodollaro mostra una flag ribassista ed il cambio UsdChf ne mostra una rialzista… abbastanza ovvio con l’eurchf impossibilitato a muoversi.In questo caso il livello che dobbiamo maggiormente seguire è dato dalla resistenza dinamica di 0.885, alla cui rottura potremmo trovare un punto di arrivo a 0.8915. Ricominciano a farsi sentire le liquidazioni di posizioni su valute come dollaro australiano e dollaro neozelandese.

Il cambio AudUsd ha, infatti, oltrepassato il supporto indicato fino a ieri di 1.0275 lasciando immaginare qualcosa di ulteriormente ribassista (ricordiamo infatti come non siano visibili più supporti rispetto ad un ritorno verso la parità, dato che anche l’ultimo livello di supporto, ottenuto grazie alle percentuali di Fibonacci, è stato oltrepassato).
Il cambio NzdUsd, anch’esso in calo rispetto a ieri, trova un alleato come supporto a 0.7975. Questo infatti è un livello di lungo altamente riconoscibile e potrebbe rappresentare il vero punto di svolta ribassista.

 

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