G20: concretezza per salvare il mondo

Ci apprestiamo a vivere l’ultimo giorno di trading della settimana che sarà povero dal punto di vista dei dati macroeconomici e che darà la possibilità al mercato di muoversi esclusivamente secondo il sentiment. Sentiment che fin’ora è stato tutt’altro che buono e ieri ne abbiamo avuto la palese dimostrazione: borse europee con chiusure negative di oltre il 4%, America sotto il 3% ed Asia che nella notte ha perso circa il 2%.

Il mercato valutario ci ha fatto vedere delle forti discese dell’euro dollaro che è arrivato a toccare quota 1,3400, livello sul quale ha rimbalzato tecnicamente, riuscendosi a riportare sopra quota 1,3500 soltanto dopo la presentazione del comunicato di apertura del G20 che si terrà questo week end. Il messaggio che è stato mandato ai mercati riguarda un impegno sia da parte dei ministri finanziari europei, i quali hanno dichiarato di voler intraprendere un’azione forte e coordinata per sostenere l’Europa, sia da parte dei banchieri centrali, che continueranno a sostenere la ripresa ed agiranno in maniera coordinata per due scopi; mantenere la stabilità sui mercati finanziari e continuare a sostenere il sistema bancario europeo.

Belle parole, che sia la volta buona per capire che senza coordinamento a livello mondiale, la caduta nel burrone è quasi inevitabile? Come sempre, i fatti la fanno da padrone, e fino a prova contraria abbiamo assistito ad un intervento di una banca centrale, quella Svizzera, che per ora ha funzionato ed è riuscito a mantenere il livello di EurChf sopra 1,2000. Ricordiamo infatti che sull’ultimo intervento significativo della SNB, per tentare la difesa di 1,4000, il mercato ha resistito per 12 giorni prima di attaccare nuovamente quel livello, ed ora siamo nel quattordicesimo giorno dall’ultimo intervento, ed anche con i mercati che si stanno muovendo sulla scia dell’avversione al rischio, il franco non è stato comprato, confermandoci il fatto che, per ora, non è ancora pronto per essere considerato nuovamente una valuta rifugio.

Oltre a questo, tutti conosciamo l’intervento ordinato delle 5 banche centrali (BCE, Fed, BoE, BoJ, SNB) per fornire liquidità illimitata sul dollaro per le banche europee, cercando in questo modo di alleviare le tensioni interbancarie overnight (e non solo) al momento della chiusura delle stanze. Due interventi concreti che potrebbero fare da apripista a qualche decisione più forte che potrebbe (e dovrebbe) essere presa durante questo G20. Vedremo se si deciderà di seguire la strada della retorica, senza prendere impegni ma soprattutto decisioni concrete, scenario che molto probabilmente farebbe vendere ancora pesantemente rischio sui mercati, ovvero accadrà il contrario ed in quel caso i mercati potrebbero tirare un respiro di sollievo.

Se passiamo a dare uno sguardo ai principali rapporti di cambio, notiamo come l’EurUsd si stia mantenendo intorno all’area di 1,3500, livello di supporto che se rotto apre la strada verso i minimi di ieri (scenario più probabile). Se dovessimo invece rompere la trendline molto ripida che contiene la discesa da 1.3800, osservabile su un grafico orario, avremmo la possibilità di raggiungere l’ultima resistenza a 1,3560, prima di poter vedere l’1,3600, livello dove passa la media mobile esponenziale a 100 periodi.

Per quanto concerne il UsdJpy invece, ci troviamo molto vicini ai minimi storici assoluti e crediamo che ci si possa mantenere al di sopra di essi, senza tuttavia poter ricercare obiettivi particolarmente ambiziosi, in quanto la massima strada percorribile, vede a nostro parere un 76,75 come livello di arrivo, nel caso in cui i dollari dovessero essere acquistati anche oggi, su eventuali discese delle borse e continuazione della discesa dell’oro, che da qui a 1.700,00 potrebbe cominciare a vedere qualche presa di profitto sugli short.
 
Per quanto riguarda EurJpy, ieri abbiamo quasi raggiunto 102 figura dopo la rottura definitiva del supporto a 103,90, che ora diventa il punto più importante per assistere ad una ripresa più sostanziosa dell’euro, che ora scambia intorno a 103,00. I punti di resistenza per la giornata di oggi passano tra 103,40 e 103,65, livelli intorno ai quali è possibile assistere a rimbalzi verso il bhasso. 102,00 diventa il supporto che se rotto apre le strade verso il 100,00 e attenzione che se dovesse succedere, il movimento sarebbe con tutta probabilità molto veloce.
 
Per quanto concerne il cable, ieri abbiamo avuto una brusca frenata intorno a 1,5325 (minimo significativo anche nel dicembre 2010), il che ci fa prendere tale livello in considerazione come supporto, mentre non si è riusciti a risalire oltre l’1,5450, che diventa il punto di resistenza da considerare. Se dovesse continuare l’avversione al rischio, l’attacco a 53 figura ci sembrerebbe lo scenario più probabile. Attenzione che se dovesse romprer a ribasso, l’unico punto prima dell’1,5000 rimane 1.5150.
 
Il UsdChf, dopo aver quasi raggiunto il livello di 0,9200 ha ritracciato in maniera importante, tornando sotto 0,9100 e facendo base intorno a 0.9030. Questo il livello di supporto (allargabile fino a 0,9000 vista l’alta volatilità e l’importanza del livello psicologico) che deve tenere per vedere nuovamente un attacco a 0,9200. Su una sua eventuale rottura invece si apre una figura di ribasso, con obiettivo dunque a 0,8900.
 
Per quel che riguarda EurChf invece, si sta mantenendo stabilmente sopra quota 1,2000 e nello specifico ieri abbiamo assistito al tentativo di attacco di 1,2300, per tentare di raggiungere quota 1,2500, che secondo i rumor di cui vi parlavamo qualche giorno fa, rappresenta un nuovo livello desiderato da parte dell’SNB. 1,2150 il supporto più importante a sostegno di questa idea rialzista.
 
Spostandoci dove tra poco le gente terminerà la propria giornata lavorativa, troviamo un AudUsd che ha tutta l’aria di voler tentare nuovamente l’attacco di 0,9700 (dove il mercato ha fatto segnare un’importantissima svolta rialzista lo scorso marzo). Attenzione che se rompiamo, il primo punto da tenere in considerazione passa per 0.9650, dopodiché abbiamo il baratro fino a 0,9500, mentre per quanto concerne il dollaro canadese (dove invece la gente dovrà affrontare una nuova giornata di trading tra qualche ora) a 1,0375 sono posizionate le resistenze, che se superate potrebbero portare a 1,0600 e più.

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