Vontobel, se a qualcuno non conviene l’unione politico-fiscale

Francesco Tarabini Castellani, Country Head per l’Italia di Vontobel, analizza le motivazioni per cui, sebbene il consenso mondiale abbia identificato nel completamento dell’unione  – da unicamente monetaria a politico-fiscale – l’unica strada per uscire dalla crisi dell’euro, nessuno si stia effettivamente muovendo in quella direzione.

“Il consenso mondiale è piuttosto univoco nell’individuare nella crisi dell’euro una delle principali cause di debolezza del sentiment degli investitori e consumatori che a sua volta aggrava la ripresa economica europea e non solo.
Ampio consenso – almeno ascoltando opinion leaders, economisti ma anche politici – si trova nell’individuare i provvedimenti necessari per uscire da questo impasse: sostanzialmente il completamento dell’unione da unicamente monetaria a politico-fiscale”.

Perchè allora non ci si muove in questa direzione?

“Semplice, perchè mentre per il bene collettivo questa è non solo la migliore ma l’unica strada, altrettanto non è per ogni singolo… Per ogni capo di stato, di partito ma anche di azienda è una partita troppo grossa e troppo pericolosa.
Quindi ce la si racconta a vicenda – come è successo il fine settimana in occasione del meeting del Fondo Monetario Internazionale a Washington – sottolineandone la gravità e l’eccezionalità, sperando magari che qualcun’altro faccia la prima mossa”.

“E nel frattempo che succede? Che i mercati finanziari fanno il loro “lavoro” sgretolando sempre più l’economia reale. Tutti si sta aspettando la votazione del Bundestag tedesco di questo giovedì per ratificare le decisioni prese in ambito euro (…tra cui l’aumento del fondo salva-stati di 440 miliardi di euro) non tanto per il risultato che si prevede ampiamente positivo, ma per vedere come ne uscirà la cancelliera Merkel. E nel frattempo le dimensioni della crisi si sono allargate a tal punto da rendere insufficienti le stesse misure prese lo scorso luglio e ora in ratifica ai parlamenti nazionali”.

“Nel corso della riunione del FMI è stato interessante notare come i paesi cosiddetti “emergenti”, tra cui i cosiddetti BRIC si preoccupino della crisi europea e auspichino un pronto intervento per domarla. Da parte loro, con riserve valutarie immense, sarebbe possibile andare in soccorso della vecchia Europa, ma questo provocherebbe molto probabilmente uno scompenso delle partite correnti tramite una rivalutazione dell’euro e quindi una perdita di competitività che andrebbe ad aggravare ulteriormente la ripresa economica in Europa. La crisi al momento è ancora “domestica” (all’interno dell’Europa), non resta da augurarci che inizieremo a rimboccarci le maniche per risolverla “in casa” prima di metterci alla mercé di qualche grosso player esterno che perseguirà sicuramente interessi a noi esterni”.

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