Ubs, sui mercati sta per abbattersi una “tempesta autunnale”

Le speranze di ripresa economica si sono assottigliate sull’onda della notizia che l’economia statunitense è cresciuta solo impercettibilmente
nel primo semestre, nonostante gli enormi pacchetti di stimolo implementati nel tentativo di riportare il paese alla normalità. Anche gli indicatori congiunturali anticipatori in Europa sono tornati in territorio negativo. Queste le premesse da cui partono gli analisti di Ubs nel loro report sulle attese per l’ultimo trimestre del 2010, evocativamente intitolato “Tempesta autunnale”.

“Di recente è tornato ad aleggiare lo spettro della recessione, sempre più menzionata negli articoli di giornale. Nel nostro ultimo numero di UBS global outlook intitolato ‘Gelo estivo’ paventavamo la probabilità di un temporaneo rallentamento economico, ma non di una recessione. E rimaniamo di questa opinione. Tuttavia, non sapevamo che l’iniziale frescura estiva sarebbe culminata in una tempesta autunnale.

Le speranze di ripresa economica si sono assottigliate sull’onda della notizia che l’economia statunitense è cresciuta solo impercettibilmente nel primo semestre, nonostante gli enormi pacchetti di stimolo. Anche gli indicatori congiunturali anticipatori in Europa sono tornati in territorio negativo. Il dibattito sul tetto del debito negli Stati Uniti ha fatto crollare la fiducia dei consumatori ai minimi degli ultimi decenni, mentre l’interminabile saga dell’euro continua a far lievitare i rischi di recessione a livelli preoccupanti. Crediamo però che un governo statunitense determinato a spronare la crescita occupazionale possa allontanare l’economia globale dal disastro riportandola però solo su un percorso di crescita moderata. Una prospettiva alla quale gli investitori potrebbero doversi abituare.

Le prospettive economiche e politiche dell’Eurozona sono fosche e la situazione potrebbe peggiorare ancora prima di migliorare. Riteniamo che la Grecia sia insolvente e alla fine fallirà. Crediamo però che i leader europei continueranno a impegnarsi per salvare l’euro e che i politici troveranno una soluzione concreta. I mercati emergenti si muovono su solide basi ma non restano completamente immuni al rallentamento dei mercati che definiamo sviluppati.
La grande notizia sui mercati dei cambi è stata la decisione della Banca nazionale svizzera di imporre un tasso minimo rispetto all’euro. Crediamo che ne gioveranno le monete rifugio scandinave, in particolare quella norvegese, grazie alla solida posizione fiscale”.

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