Vendite al dettaglio Usa: market mover?

Ci apprestiamo a chiudere una settimana che ci ha mostrato dei forti aumenti di volatilità sui mercati e che potrebbe continuare su questa scia anche per la giornata di oggi. A livello di dati macroeconomici infatti avremo la pubblicazione dell’inflazione europea alle ore 11 di questa mattina, attesa a 3% su base annua contro un precedente 2.5% e le più importanti vendite al dettaglio americane. Per quanto riguarda il primo dato, a meno di particolari sorprese non ci aspettiamo forti reazioni, mentre per quanto riguarda il secondo, atteso a +0.5% rispetto al preoccupante +0% del mese di agosto, ci potrebbero essere possibilità di assistere a qualche movimento di mercato.

Dai dati preliminari che arrivano da alcune società di analisi americane, i consumi hanno subito degli aumenti durante il mese di settembre e questo potrebbe far si che effettivamente si rispettino le aspettative che vedono, anche se moderatamente, un aumento dell’attività di vendita. Se si dovesse sorprendere il mercato a ribasso, questo potrebbe portare ad una situazione di rinnovata sfiducia sullo stato dell’economia americana, con conseguenze negative per il dollaro. Di contro, se dovessimo assistere ad un dato migliore delle aspettative potremmo vedere salite del greenback, soprattutto contro lo yen giapponese, dove si potrebbe raggiungere i massimi precedenti. Crediamo però che ci si debba scostare di almeno 0.5 punti percentuali rispetto alle attese per vedere dei forti aumenti di volatilità, in caso contrario le reazioni potrebbero essere limitate.

Questo dato verrà anche valutato con grandissima attenzione dalla Federal Reserve, che aggiungerà un tassello in più al quadro valutativo della congiuntura, prima di decidere eventuali azioni di stimolo monetario. Nel frattempo dobbiamo renderci conto che l’acuirsi delle preoccupazioni circa le varie crisi sparse per il mondo, che una volta alleviate dalla comunicazione di intenzioni di azione da parte di Unione Europea (per il debito) e di Fed (per nuovi aiuti se necessari) hanno fatto partire delle ondate di appetito per il rischio, potrebbe tornare a farsi sentire nel momento in cui si rimanderanno azioni concrete che sono attese nel breve e questo potrebbe portare a nuovi scossoni di mercato. Per ora concentriamoci sulla giornata di oggi e passiamo a dare uno sguardo ai principali livelli tecnici.

Il cambio eurodollaro, con la flessione mostrata ieri in giornata, ha evidenziato ancora una volta quanto sia tecnico il movimento degli ultimi giorni, almeno dall’inversione del trend dell’inizio ottobre. I prezzi, infatti, hanno mostrato più volte come i livelli passati si siano rivelati importanti e siano stati rispettati: pensiamo al livello di resistenza di 1.3685 che ieri durante la discesa si è rivelato un fortissimo livello di supporto al quale il cambio ha corretto con forza (più di una figura). Per le prossime ore il livello appena osservato rimane quello da utilizzare come supporto chiave, mentre l’area compresa fra 1.38 e 1.3850 continua a rimanere obiettivo a questo percorso rialzista.

Dopo l’eccesso di volatilità di due giorni fa, il cambio UsdJpy è rientrato all’interno del range a cui siamo stati abituati nelle ultime settimane. I due livelli di svolta potenziale sono ora posizionati a 200 punti di distanza e sono dati da 78 e da 76 figura: il movimento all’interno potrebbe durare altre settimane e solamente la rottura di uno di questi due livelli potrà indicare la ripresa di un qualsiasi trend. Il cambio EurJpy, data la rinnovata stabilità del dollaroyen, si trova a percorrere un movimento sovrapponibile all’eurodollaro. In questo caso i due livelli maggiormente osservabili per la giornata sono dati da 105 e 107. 200 punti di trading range possibili anche per la giornata odierna, dato che ora ci troviamo ad un livello esattamente equidistante dai due.

Si sta dimostrando davvero interessante il movimento del cable. Abbiamo avuto ieri una conferma di quanto la tendenza con origine la settimana passata possa risultare utile anche per l’immediato futuro. Parliamo infatti della trendline che da 1.5275 indica per le prossime ore, intorno a 1.57, il livello dinamico di supporto. Gli obiettivi di questa tendenza sono posizionati verso 1.58 (massimo di due giorni fa) e 1.5870 (livello a cui troviamo una buona serie di massimi precedenti che attirano più di altri la nostra attenzione).
Niente di nuovo sul fronte svizzero, potremmo dire.

Osserviamo infatti come il cambio EurChf sia assolutamente immobile nei pressi di 1.24, quasi sapendo che da una qualsiasi mossa dipenderà il futuro del cambio nel lungo periodo (ricordate la trendline discendente di lungo che proprio in quest’area transita). Il cambio UsdChf, successivamente al calo di due giorni fa, ha dimostrato quanto 0.8925 sia ancora un livello utile. L’altro livello indicato dai movimenti del cambio stesso è posizionato a 0.90, dove oltre a transitare le due medie mobili di lungo e di breve, troviamo coincidenza di un minimo di inizio settimana e di massimi di ieri.

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