Crisi europea ancora senza soluzione

Quello che abbiamo visto ieri è stata la vendita sia di titoli azionari che di valute a favore del dollaro, visto ancora una volta come safe heaven. Alcuni commenti provenienti da funzionari tedeschi sono stati una sorta di controllo da parte degli investitori che credevano che il piano di rilancio per l’Europa potesse finalmente venire alla luce dopo che sono passati quasi 3 mesi dall’ampliamento a 440 miliardi dell’EFSF (European Financial Stability Facility).

Purtroppo le ragioni per essere ottimisti permangono poche e si ha sempre di più l’impressione che le divisioni interne all’Europa stessa siano il problema che non consente di prendere decisioni definitive e coerenti per combattere la crisi. Fintanto che non ci sarà una visione comune delle sorti dell’Europa sarà difficile ottenere risposte adeguate. A questo punto non è nemmeno chiaro se i responsabili politici dell’Unione Europea saranno in grado di accordarsi per una nuova tranche di aiuto verso la Grecia entro la fine del mese. In questo scenario, gli investitori sembrano orientati alla prudenza e non vedono una soluzione, ergo un accordo, in tempi brevi (magari entro la fine dell’anno).

Nella nottata sono stati rilasciati dei dati macroeconomici importanti da parte della Cina che ha mostrato un’economia in sostanziale tenuta: il Prodotto Interno Lordo è cresciuto del 9.1% su base annua nel terzo trimestre 2011 mentre la produzione industriale (+14.2%) e le vendite al dettaglio (+17%) rimangono sostenuti. La grande domanda degli ultimi giorni è se la crisi europea possa propagarsi anche alla locomotiva cinese: questi dati tendono a scongiurare, almeno nel breve periodo, tale scenario.

Oltre ai dati cinesi, la giornata mostra diversi altri appuntamenti sul fronte macroeconomico: alle 10.30 verranno rilasciati i prezzi al consumo inglesi, attesi in aumento (+4.9%) rispetto alle rilevazione precedente. Alle 11.00 sarà la volta dello ZEW tedesco, visto in arretramento (-45) dal precedente -43.3. Alle 14.30 verranno invece pubblicati i dati relativi ai prezzi alla produzione USA che dovrebbero rimanere stabili (+6.4%). Ricordiamo inoltre che alle 18.30 il presidente della Federal Reserve, Bernanke, parlerà da Boston.

Passando all’analisi tecnica, EurUsd è sceso ieri fino ad un minimo di 1.3725, livello dal quale è poi ripartito per poi stabilizzarsi intorno ad area 1.3775. Tra 1.3750 e 1.3775 passano le medie mobili esponenziali a 21 e 100 periodi e ciò rappresenta un valido campanello d’allarme: la violazione al ribasso di 1.3750/1.3725 aprirebbe la strada per uno storno fino a 1.3680 e successivamente 1.3580. In caso invece la violazione fosse al rialzo, la permanenza sopra 1.3750 potrebbe spingere il cambio fino a 1.3900. UsdJpy rimane saldamente all’interno del canale laterale che ha come estremi 76 e 78: solo una rottura di tali livelli cambierebbe il quadro tecnico.

Con il cambio UsdJpy sostanzialmente stabile, EurJpy non può che muoversi in maniera molto prossima a quella di EurUsd. Anche in questo caso, il rapporto tra euro e yen è prossimo ad un supporto importante, posto in area 105: la tenuta di tale livello potrebbe consentire un rimbalzo fino a 107.50 mentre una rottura lo spingerebbe fino a 102.50/100.70. Rimangono inalterate le chance di rafforzamento della sterlina nei confronti del dollaro: la tenuta di 1.5740 ha spinto il cable fino a 1.5800 con uno spazio di ulteriore rafforzamento fino a 1.5840.

Specularmente a EurUsd, UsdChf è prossimo alla media mobile esponenziale a 21 (0.8964) e 100 periodi (0.8985): la mancata rottura al rialzo di 0.8985 potrebbe consentire la continuazione della fase di rafforzamento del franco svizzero con obiettivo 0.8880. Sempre laterale EurChf nonostante nel brevissimo periodo abbiamo mostrato una certa volatilità seppur in un range stretto.

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