Bni fa gola a molti: il portafoglio medio per pf è di circa 6,5 milioni

Nata nel 1990 come Area Consult sim per iniziativa di due nomi “storici” della promozione finanziaria in Italia, ovvero Federico Tralli e Gianfranco Bertoli, nel 1996 diventa la prima banca telefonica italiana con la denominazione di Area Banca, si trasforma in Bipielle.net e, dopo la stagione turbolenta della Banca Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani, nel 2007 la società assume il nome di Banca Network Investimenti, con la presenza nel libro soci di gruppi del calibro di Banco Popolare, Sopaf, Aviva Italia Holding e De Agostini Invest.

Nel corso degli anni, la filosofia di fondo della società non sembra mutata, facendo leva sul brokeraggio di prodotti finanziari e garantendo alla clientela molteplici opportunità di investimento, cresciute nel tempo con l’aumentare dei partner finanziari. Banca Network si qualifica come un’organizzazione “aperta”, imperniata su una rete di quasi 450 promotori f i n a n z i a r i distribuiti in modo capillare su tutto il territorio nazionale.

Rete che poteva contare, secondo gli ultimi dati ufficiali di Assoreti (a fine giugno 2010) su circa 2,86 miliardi di euro di patrimonio sotto gestione (2,08 miliardi in prodotti di risparmio gestito, oltre a 774 milioni di risparmio amministrato), per un patrimonio medio per promotore di circa 6,47 milioni di euro. Nel corso dell’ultimo anno, attorno alla società, guidata da fine settembre dall’amministratore delegato Lucio Di Gaetano (già vicedirettore generale del gruppo) dopo l’uscita di scena di Maurizio Cozzolini (a sua volta subentrato un paio d’anni fa a Marco Sturmann), sono più volte circolate voci di un interesse da parte di alcuni gruppi a rilevare il controllo della società, che sarebbe dunque potuta diventare una “preda” nel risiko in corso nel settore italiano della distribuzione finanziaria anziché un “polo aggregante” di realtà minori come pareva fino a poco più di un anno fa.

Notizie precise non ce ne sono, le ultime voci giunte alla redazione di BLUERATING parlavano già alcune settimane fa di un contenzioso in essere tra due azionisti di riferimento (Sopaf e De Agostini Invest) in merito a un contratto di put and call su un pacchetto azionario di Banca Network, mentre Aviva e Banco Popolare sembravano avere un interesse rispettivamente per le attività assicurative e per la rete di vendita qualora si fosse optato per uno scorporo societario. Interessata ai promotori di Banca Network era parsa lo scorso anno anche Banca Fideuram, ma anche in questo caso non si ha per il momento alcuna conferma di eventuali abboccamenti.

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