Usdjpy sui minimi storici

Giornata quantomeno interessante quella che abbiamo vissuto ieri, con il mercato che ci ha regalato degli spunti interessanti per lì operatività e dei divelli tecnici abbastanza precisi da seguire. Le notizie che fanno più rumore arrivano dalla Bank of Canada e dal Giappone. La prima si è riunita ieri per decidere le mosse di politica monetaria ed il risultato è stato un nulla di fatto, con tassi fermi all’1% ed indicazioni su possibili rallentamenti futuri dell’economia che non lasciano spazi ad ulteriori rialzi di tasso. Il risultato è stato chiaro a tutti, con il loonie che ha perso terreno in maniera molto pesante sia contro dollaro che contro euro.

Un’altra valuta che ha perso nuovamente terreno nei confronti dello yen è il dollaro americano, che come abbiamo avuto modo di vedere, ha toccato nuovi minimi storici andando a far parlare per la seconda volta nell’arco di due giornate il ministro delle finanze giapponese. Già nella nostra nota di ieri abbiamo riportato le dichiarazioni secondo le quali il Giappone si è detto disposto a tutte le azioni necessarie per contrastare la speculazione sullo yen, oggi arriva invece la notizia ufficiale secondo la quale domani comincerà un meeting straordinario della BoJ che valuterà come muoversi di fronte all’attacco che ormai sembra imminente.

Attenzione a tutti coloro che non sono investitori esperti, potrebbe essere un bello spettacolo da vedere come spettatori, sia per cultura personale che per conoscenza del mercato, ma potrebbe non essere così spettacolare da vivere una volta che si è in posizione. Il mercato appare ancora pesantemente lungo di dollari ed in casi come questo è probabile che ci si muova proprio dall’altra parte, anche a causa degli stop loss posizionati al di sotto dei minimi precedenti.

Qualche operatore sta cominciando a piazzare anche degli ordini di acquisto ben sotto 75 ¾, il che testimonia la pesantezza del mercato ed il sentiment di alcuni che comincia ad allinearsi al nostro. Sul fronte euro non abbiamo nulla di nuovo da raccontare e da appuntare sul nostro taccuino del trading, se non il fatto che in serata si terrà il summit europeo che dovrebbe fornire qualche risposta ai mercati. Non aspettiamoci la panacea di tutti i mali, vedremo se riusciranno a dare per lo meno qualche indicazione o se tutto slitterà nuovamente.

La price action di ieri ha mostrato un nuovo tentativo dell’euro di portarsi intorno a quota 1.4000, senza tuttavia raggiungerlo. Il mercato si è fermato nuovamente nei pressi di 1.3950, che conferma di essere il confine più basso della zona di resistenza che passa tra lì ed 1.4000 (estendibile fino a 1.4015, livello pari al 61.8% di ritracciamento di Fibonacci della discesa compresa tra 1.4540 e 1.3140. Si prospetta la continuazione del trading range cominciato ieri per quanto riguarda la giornata di oggi ed il livelli cui prestare attenzione sono individuabili in tutta la zona di resistenza indicata ed in 1.3850 per quanto riguarda la fascia bassa del range.

Per quanto concerne il UsdJpy, la situazione continua ad essere molto pesante ed il fatto che si siano toccati nuovi minimi ce lo conferma. La valuta del sol levante ieri ha toccato i propri massimi storici contro il dollaro, portandosi a 75.726, prima di invertire bruscamente rotta e riportarsi in area 76.00. Attenzione dunque a potenziali interventi, come anticipato. Inoltre, se diamo uno sguardo all’indicatore SSI (Speculative Sentiment Index), notiamo come lo sbilancio di posizioni lunghe di dollaro ci fa propendere per un’ulteriore svalutazione del green back nei confronti dello yen, prima di poter assistere ad una ripresa.

Per quanto riguarda l’EurJpy, continuiamo a mantenerci in range tra 105.00 e 106.50 e la volatilità del cambio risulta essere ‘più contenuta rispetto a quanto visto nei giorni scorsi. I livelli indicati sembrano essere i più adatti per valutare eventuali rotture di mercato. Passando alla sterlina, contro il dollaro ci troviamo sopra 1.6000, senza tuttavia notare una forza particolare che voglia puntare a livelli più alti in maniera decisaa. Il mercato si è fermato un paio di volte su 1.6040, livello in test nel momento in cui scriviamo, e tutto suggerisce che in caso di rottura di 1.6050 il mercato possa accelerare verso 1.6090/6120, area di resistenza data da due punti precedenti e dal 61.8% del ritracciamento di Fibonacci tracciato su tutta la discesa da 1.6620 a 1.5270.
 
Per quanto riguarda il UsdChf, continua la sua fase laterale, lievemente ribassista. Su un grafico orario, la EMA 21 sta aiutando il movimento fungendo da resistenza dinamica e la quotazione ha segnato diversi minimi a 0.8770, che diventa il punto di supporto più importante da seguire. In caso di sua rottura ci si può muovere verso 0.8700 che potrebbe temporaneamente fermare la strada che porta a 0.8640, livello di medio in assoluto più importante. In caso di rialzi non ci aspettiamo che essi possano essere considerevoli, si potrebbe rimanere sotto 0.8800 e vedere la continuazione della fase laterale osservata fin’ora. Passando al cugino EurChf, ieri c’è stato il raggiungimento perfetto dei minimi del range che stiamo seguendo, in area 1.2210. Il mercato sembra abbastanza pesante e non è da escludere che possa terminare questa fase laterale, per lasciare spazio al tentativo di rottura di 1.2200 che se dovesse avvenire aprirebbe le strade per un’altra figura a ribasso.

Diamo velocemente uno sguardo all’australiano, che contro dollaro americano è arrivato ai test dell’importante 1.0350. Se dovesse rompere si potrebbe scendere di almeno una figura, altrimenti fase laterale tra qui e 1.0500, livello toccato più volte, mentre per quanto concerne la valuta canadese, ieri abbiamo assistito a forti vendite contro euro e dollaro in seguito alla decisione della BoC. Il UsdCad si è allontanato dalla parità e scambia ora sopra 1.0100 dopo aver toccato 1.0200. Proprio questi i livelli da seguire per le prossime evoluzioni.
 

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