Intervento alla BoJ

Non possiamo che incominciare questo nostro primo report della settimana, spostando per una volta l’attenzione nel Far East. Dopo settimane di accorati appelli da parte di buona parte degli investitori, infatti, e dopo che i prezzi hanno raggiunto un nuovo minimo dal dopoguerra (75.35) abbiamo potuto osservare il cambio UsdJpy correggere di circa 400 punti in due ore grazie ad un massiccio intervento della Bank of Japan. Diciamo subito che non sono stati ancora resi noti gli aspetti tecnici di questa operazione (che genere di intervento sia stato e soprattutto il controvalore spostato): ciò che è invece nota è la volontà della autorità nipponiche di mantenere lo yen su livelli che “rispecchino i fondamentali” e che non siano “guidati da speculazioni”.

Il Ministro delle Finanze Azumi ha aggiunto che per raggiungere questo obiettivo hanno a disposizione risorse di intervento abbondanti, almeno sino a quando non saranno raggiunti livelli soddisfacenti per le autorità. Che sia un’anticipazione di qualcosa che vedremo nelle prossime giornate, non è dato sapere, anche se sappiamo con certezza che questa settimana ci sarà un incontro dei banchieri centrali di Australia, Stati Uniti ed Eurozona e il prossimo fine settimana avremo il G20.

A quest’ultimo appuntamento si rivolge la nostra attenzione dato che è notizia di questo fine settimana l’appello mosso da alcune delle più importanti cariche dell’Unione Europea (Van Rompuy e Barroso) affinché l’incontro dei 20 paesi più industrializzati trovi una soluzione a questa crisi che ha assunto caratteri sempre più globali e meno nazionali. Gli accordi presi la settimana passata nella Zona Euro, per affrontare la crisi del debito, saranno rispettati ma è indubbio, secondo i due rappresentanti, come vi siano da risolvere problemi come «tassi di cambio svalutati in economie emergenti esportatrici» (ogni riferimento alla Cina pensiamo fosse voluto) e alla tardiva ripresa economica interna di paesi trainanti (crediamo fosse un chiaro riferimento agli States).

Passiamo all’analisi tecnica, incominciando la settimana dall’eurodollaro. Dal massimo raggiunto la settimana passata a 1.4250 abbiamo assistito ad un ritracciamento che ha subito un’accelerazione all’apertura del mercato domenicale. Se fino ad allora, infatti, 1.413 era il livello di supporto ora possiamo trovare che i prezzi possano subire ulteriori discese sino a 1.3930 circa. Questo appare evidente poiché esattamente intorno a quest’area transita la linea di tendenza positiva che accompagna la ripresa della moneta unica europea sin dai primi giorni di ottobre. Prima di questo, a 1.3965, troviamo una gran quantità di massimi precedenti, registrati fra il 24 ed il 26 ottobre, per cui abbiamo un ulteriore livello di supporto al quale affidarci, permettendo così di considerare come supporto un’area compresa fra 1.3965 e 1.3930.

Abbiamo parlato all’inizio dello yen, vediamo ora quali potrebbero essere degli scenari tecnici plausibili. Per la prima volta, per raggiungere questo scopo, non rimaniamo su un timeframe di medio periodo ma dobbiamo osservare un grafico più di lungo periodo affinché sia possibile avere una visione d’insieme migliore. Un grafico giornaliero chiarisce immediatamente come ci si sia allontanati da un trading range che andava avanti sino da agosto.

Utilizzando le percentuali di Fibonacci poi, calcolando il movimento in calo compiuto da 85.50 sino a 75.35, possiamo notare come il massimo raggiunto nella notte a 79.55 sia solamente qualche pip al di sopra del primo livello indicato come possibile resistenza. Guardando al passato, al 5 maggio per l’esattezza, possiamo ritrovare il medesimo livello confermando così la solidità della resistenza. Ricercare un supporto dopo un movimento così impulsivo non è certamente cosa da poco: utilizzando la media mobile di lungo e la coincidenza di precedenti massimi pensiamo possa essere 77.90, sebbene sia un livello non proprio dietro l’angolo.

Il cambio EurJpy ha seguito molto da vicino la salita del UsdJpy andando a compiere più di 400 pip in salita. Il movimento ha quindi permesso di oltrepassare l’area di resistenza di 107.80 e rompere una serie di minimi per andare direttamente ad impensierire il massimo di fine agosto a 111.90. Questo livello si candida come più interessante livello di resistenza mentre come supporto troviamo qualcosa di interessante a 110. Su questo preciso livello troviamo una serie di minimi di agosto nonché un interessante spyke durante il percorso di discesa, mostrato i primi giorni di settembre.

Il cable ha seguito da vicino il movimento compiuto dalla moneta unica, andando a ritracciare di parecchi punti. Il movimento in calo da ieri sera (circa 170 punti) ha permesso ai prezzi di avvicinarsi alla linea di tendenza positiva che usiamo come linea guidata della salita anche in questo caso da inizio ottobre. Questo livello dinamico per la giornata di oggi suggerisce un supporto a 1.5960, mentre ricordiamo come una figura al di sotto si trovi un interessante livello statico che ha limitato i prezzi in alcune occasioni in passato.

Lo svolgimento del testa spalle ribassista sul cambio UsdChf è stato interrotto dalla ripresa degli ultimi due giorni. Ciò che sarà maggiormente interessante guardare nelle prossime ore sarà la tenuta, o meno, di quella neckline che transita a 0.8880 e che ha potuto fornire il segnale ribassista una settimana fa. Sino a che questo non sarà infatti oltrepassato potremmo trovarci in quella fase di pullback della rottura che in molti considerano un fattore fondamentale per lo svolgimento di una figura tanto complessa. Sul medesimo livello, 0.8880, transita anche la media mobile di breve su grafico con candele 4 ore. Ricordiamo che l’obiettivo del movimento di lungo rimane ancora 0.8450.

Passando al cambio EurChf possiamo trarre uno spunto meno interessante. Il cambio sembra stia disegnando una figura di triangolo con i due livelli di supporto e resistenza odierni indicati rispettivamente a 1.22 e 1.2260. Per confermare la figura dovremmo avere una rottura ribassista che potrebbe aprire la strada ad un calo sino ad un primo obiettivo a 1.2160.Concludiamo con il dollaro australiano, che no sembra aver preso troppo bene l’intervento sullo yen. In concomitanza della salita del dollaro yen abbiamo visto calare il cambio AudUsd di più di 170 punti andando così a mostrare un livello di interesse molto preciso. Parliamo di 1.05 che rappresenta un passato livello di resistenza ed ora un buon supporto.

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