La restrizione è utile se dura poco

“La proibizione della vendita allo scoperto serve in certe occasioni, ma per poco tempo. Tenerla a lungo non ha senso”. Lo ribadisce a BLUERATING Giuseppe Zadra, presidente di Asset Management Holding, società che controlla due sgr prossime alla fusione, Anima e Prima. La voce è autorevole: Zadra ha lavorato alla Consob dal 1985 al 1992 ed è stato direttore generale dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana dal 1992 al 2009.

Però, presidente, per brevi periodi il divieto può funzionare. Giusto?

Per brevi periodi sì. Oltre, perde d’efficacia. L’estensione temporale della proibizione non ha evitato al mercato i ribassi. Anche perché occorre fare una precisazione. Lo short selling, in sé, è uno strumento utile. Convoglia sul mercato l’opinione che gli operatori hanno sul valore di un titolo. È il cosiddetto processo di price discovery. In questo senso, ha una natura informativa. Ed è utile.

Però c’è il rischio speculazione.

Infatti il divieto è utile quando blocca la vendita allo scoperto che si fa a scopo manipolativo. Ma in quest’ottica, lo ripeto, l’intervento è efficace se dura poco. La manipolazione è un’operazione che ha un inizio e una fine. Non è continuativa, sistematica. Per questo dico che non ha senso un divieto prolungato.

Si muove anche l’Europa.

Vede, la materia è molto difficile. E regolarla per legge è assai complicato. È giusto che le autorità dispongano degli strumenti necessari per intervenire e che decidano quando farlo. Se l’11 novembre la Consob prorogherà il divieto, lo farà alla luce delle informazioni che possiede e delle attese che ha sul comportamento degli operatori. Noi non possiamo fare previsioni. Quel che possiamo dire è che il problema non è lo short selling, ma la manipolazione che se ne può servire.

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