L’Euro ci regala una piccola discesa

Finalmente l’euro ha reagito alla situazione tragica che sta colpendo il continente europeo. Nelle scorse giornate abbiamo visto la moneta unica europea che si manteneva in condizioni di forza un po’ contro tutto (sia chiaro che anche i livelli attuali, che vedremo tra poco, risultano essere abominevoli considerando i fondamentali), dollaro americano in testa e ci domandavamo come essa potesse trovarsi a tali livelli di fronte ad una crisi sistemica dell’Unione Europea, che sta mostrando sempre più falle di quelle che, qualche anno fa, si potevano pensare. Le implicazioni più importanti di questa crisi, si sono viste (e si vedono ancora) sui mercati tradizionali, ovvero l’azionario e l’obbligazionario, dove i diversi Paesi sono stati premiati o puniti in base all’avversione o all’appetito per il rischio.

Da ieri, abbiamo cominciato ad assistere anche a forti sell-off sull’euro e su altre valute ad alto rendimento, con le commodities che hanno corretto fortemente anche loro, in un processo che ha visto il dollaro risalire in maniera importante. Già, perché in momenti di crisi si cerca di mantenere posizioni aperte sulla liquidità, andando a chiudere tutto quello che può far ridurre il valore del mio portafoglio in quanto legato al rischio, e andando a ricoprire le posizioni corte di dollari, aperte durante una fase precedente di appetito per il rischio in quanto i tassi da pagare per finanziarsi in dollari americani sono molto bassi e rendono il green back una valuta di finanziamento.

Oggi l’azionario asiatico ha performato molto male, seguendo quanto successo in Europa e a Wall Street, dove il rosso è il colore che in assoluto la sta facendo da padrone. Gli avvenimenti politici che stanno attanagliando l’Italia hanno pesato fortemente e probabilmente porteranno ancora incertezza fino a che non si avrà un’idea precisa di come si possa risolvere questa crisi di Governo, con Napolitano che nel frattempo ha nominato Mario Monti senatore a vita…E’ possibile che i mercati oggi rimangano ancora pesanti, i tempi per correzioni importanti non sono ancora arrivati.

Passiamo ora a dare uno sguardo ai cambi, incominciando dall’eurodollaro, molto cambiato rispetto a ieri mattina. L’incertezza italiana, come visto, ha condotto la moneta unica europea in calo di 300 punti circa: calcoliamo, infatti, che ieri mattina ci trovavamo con prezzi prossimi a 1.3830 e abbiamo salutato la giornata nei pressi di 1.35. Dal punto di vista tecnico possiamo affermare che, nonostante sia risultata più lunga del previsto, la figura a bandiera (o flag) osservata negli ultimi giorni si è dimostrata davvero utile e precisa a prevedere i movimenti del cambio. Parliamo di quella figura che ha come base la linea di supporto dinamico passante per 1.3725 e che una volta rotta, a metà mattinata, ha permesso un rapido calo. Stando alle percentuali di ritracciamento di Fibonacci, la tendenza dovrebbe continuare in calo, dato che l’ultimo livello di supporto indicato a 1.3560 (il 61.8% del movimento in salita compreso fra 1.3150 e 1.3240) è stato oltrepassato ieri. Se questa teoria dovesse risultare valida potremmo trovarci con i prezzi nuovamente a 1.3150.

Che si sia trattato di un problema europeo è testimoniato dal cambio UsdJpy, davvero molto stabile rispetto ai giorni passati. Se fosse stato un movimento di dollari avremmo infatti visto il cambio muoversi per allontanarsi dal livello di congestione compreso fra 77.80 e 78 figura. Anche il posizionamento del mercato continua a rimanere stabile da una settimana a questa parte, con l’82% dei posizionamenti a favore di una ripresa del dollaro (secondo il nostro indicatore proprietario Speculative Sentiment Index). Per l’immediato futuro continuiamo a considerare la lateralità attuale come qualcosa di anomalo, che il mercato correggerà prima o poi. Con un calo di euro come quello appena osservato, non deve stupire vedere un cambio EurJpy in drastico calo da ieri mattina. Il movimento che si è generato, del tutto sovrapponibile a quello di eurodollaro, è risultato di 250 punti. Questo è stato sufficiente a far oltrepassare il preciso livello di supposto statico indicato da giorni a 106.50. Il livello appena visto diviene resistenza per le prossime evoluzioni mentre come supporto è possibile individuare 104.80, livello che nelle passate settimane è stato utilizzato alcune volte, per di più coincidente con l’ultima delle percentuali di ritracciamento di Fibonacci del movimento in salita compreso fra 100.75 e 111.60.

Il cable, anch’esso in calo ieri, ha raggiunto l’area di supporto che seguiamo da settimane: fra 1.59 e 1.5880 transita infatti un livello che grazie a più fattori potrebbe contenere le pressioni ribassiste. Troviamo prima di tutto una coincidenza con i precedenti minimi registrati nella seconda metà di ottobre; troviamo poi su questo livello il transito della media mobile di lunghissimo periodo (200 esponenziale su grafico con candele 4 ore). Osserviamo ora il franco, cominciando dal rapporto col dollaro. Possiamo notare un’evidente forza del cambio che ha permesso di oltrepassare il difficile livello di resistenza a 0.9070 e dare così l’attacco finale al massimo di riferimento precedente che si trova a 0.9310 e che è stato toccato l’ultima volta a inizio ottobre.

Dal 27 di ottobre il cambio ha mostrato un recupero di quasi 6 figure, rendendo chiaro come mai la linea di supporto del movimento sia così particolarmente inclinata positivamente. Il supporto indicato da questa passa a 0.8940 e già domani mattina si troverà a 0.8975. Il cambio EurChf non ha potuto seguire quanto fatto dal dollarofranco per ovvie ragioni… ciò che appare interessante è l’area di trading che si è venuta a creare compresa fra 1.2290 e 1.2460. Anche il cambio UsdChf è andato particolarmente vicino ad un massimo precedente. Siamo giunti a 0.9065 quando il massimo del 20 ottobre scorso è stato 0.9080. Nei pressi di 0.89 troviamo invece il supporto dinamico suggerito dalla linea di tendenza positiva con origine al 27 ottobre scorso.

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