Controllo sì. E anche compliance

Dal circolo di golf alla palestra, dall’animale domestico alla barca. Passando per pay-tv, alberghi, case di vacanza, collaboratrici domestiche. Fino ai conti correnti, i derivati e i titoli di borsa. La capacità di spesa del contribuente, insomma, è nel mirino a 360 gradi, dai gioielli fino alle donazioni in denaro a favore di Onlus. Ora il redditometro è arrivato davvero e il fisco andrà ad analizzare minuziosamente voce per voce di spesa per verificare se le cifre di reddito che il contribuente indica nella dichiarazione corrispondano o meno al tenore di vita. L’idea, da parte dell’amministrazione fiscale, è di cercare di combattere l’evasione.

Adesso è tempo di sperimentazione mentre la vera operatività partirà dal prossimo febbraio. Quanto alla metodologia applicata, sotto la lente sono oltre centole voci di spesa applicate a gruppi omogenei di famiglie, differenziati per aree geografiche. Sono stati, infatti, individuati 11 gruppi rappresentativi della compagine sociale (coppie o single differenziati in base all’età, alla presenza o meno di figli, al numero di figli), ai quali sono stati poi applicati criteri di appartenenza geografica (nord ovest, nord est, centro, sud e isole). La questione interesserà tutti i contribuenti persone fisiche e sarà applicata dall’anno d’imposta 2009. La potenziale platea è composta da 22 milioni di famiglie per complessivi 50 milioni di soggetti, che dal 2012 potranno verificare la propria posizione, utilizzando il sistema dell’Agenzia via internet.

Fanno sapere dall’Agenzia delle Entrate che il redditometro intende avere una funzione di supporto per l’accertamento ma soprattutto di “orientamento” per i contribuenti, dato che punterebbe alla “coerenza” del reddito dichiarato rispetto alla capacità di spesa. Solo un elevato scostamento tra i due fattori, tuttavia, fa scattare la fase del controllo. Cambia la prospettiva, insomma, rispetto al meccanismo precedente basato sul rapporto fra la disponibilità di determinati beni e quanto dichiarato. Il nuovo redditometro punta, invece, sul concetto di spesa effettiva. “È innanzitutto uno strumento di compliance a disposizione dei contribuenti”, ha fatto sapere il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, “che consente di rilevare la coerenza tra le loro spese e il reddito che hanno dichiarato”. Il direttore dell’Accertamento, Luigi Magistro, poi, che ne ha illustrato il funzionamento e gli obiettivi, ha spiegato che “è un prodotto attendibile, dato che la stima è ancorata a dati di spesa certi, non ipotizzati, che si vanno a confrontare con l’elemento redditi dichiarati”.

Il rapporto fra le voci di spesa e il reddito dichiarato rileverà il “grado di coerenza” dei contribuenti. Se le spese effettive sono superiori al reddito, emerge una situazione di “non coerenza” che, a seconda dello scostamento, può generare un rischio di evasione basso, medio o alto. Nel primo caso non ci sarà nessuna conseguenza, nel secondo il contribuente dovrà fornire adeguati chiarimenti, in assenza dei quali si procede all’accertamento sintetico basato sulle spese sostenute (articolo 38, comma 4, Dpr 600/1973) o su un diverso strumento presuntivo (previsto dal comma 5 dell’articolo 38, attualmente in fase di studio).

Nel mese di novembre partirà una fase di sperimentazione in collaborazione con le associazioni di categoria e gli ordini professionali. Attraverso un software disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, saranno acquisiti alcuni casi per testare il nuovo strumento. L’Agenzia riporta tutte le informazioni che ha di un dato contribuente, a cominciare da quelle dell’anagrafe tributaria che saranno a seguire corredate anche dai dati dello spesometro (cioè tutte le spese sopra ai tremila euro) e quelle relative ai conti correnti per i quali è caduto il segreto bancatio. Infine anche i dati Inps su pensioni e previdenza integrativa, quelli del Pra sulle automobili in possesso e anche quelli della Guardia di Finanza. Sono compresi anche gli investimenti in titoli, oro, buoni postali e derivati.

I dati saranno inviati, tramite il portale www.sose.it, alla Società per gli studi di settore (Sose), che provvederà alla valutazione e alla successiva restituzione dei file. Se necessario, il soggetto che ha inoltrato i dati potrà essere contattato per eventuali approfondimenti. Le elaborazioni potranno essere oggetto di osservazioni attraverso un canale appositamente attivato. Ai contribuenti che faranno parte della sperimentazione è garantito l’anonimato. La fase di test e valutazione del nuovo redditometro terminerà a fine febbraio 2012.

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