Mercati in correzione

Ieri abbiamo vissuto una giornata di correzioni sui mercati, come sovente accade dopo forti scossoni, anche se il pericolo di vedere una continuazione della discesa delle attività legate al rischio era davvero alto. Si tratta di un rimbalzo tecnico o di uno sgonfiamento di tutta la tensione accumulatasi durante gli ultimi giorni? Difficile, davvero difficile riuscire a rispondere ad una domanda del genere, ma quello che stiamo percependo è un leggero allentamento delle fortissime tensioni che si sono andate ad accumulare negli ultimi giorni. Vi chiederete, come facciamo noi, che cosa ci sia effettivamente di buono per far rimbalzare i mercati anche se di poco, qualsiasi cosa non fortemente negativa in questo momento viene presa come presupposto da parte degli investitori per muovere i mercati in senso correttivo, andando a trasmettere sul brevissimo periodo gli effetti di tali notizie. Partiamo con l’asta dei bot italiani.

E’ stato raggiunto un rendimento del 6,087% quasi il doppio rispetto al 3,570% spuntato durante l’ultima asta di ottobre, ed è un livello che si commenta da solo. La cosa ritenuta buona dalla maggior parte degli analisti è però il fatto che la domanda sia andata completamente soddisfatta, con un bid to cover attestatosi quasi a 2, fatto che ha avuto l’immediata conseguenza di far scendere lo spread bund/btp (tra parentesi, avete visto che bella figura da cioccolatai hanno fatto i nostri cari parlamentari in una trasmissione televisiva trasmessa qualche sera fa?) di circa 30 punti in pochi minuti e di far scendere i rendimenti del dieci anni sotto il 7% e del due anni di più di dieci punti. Questo segnale è stato forte (anche se sarebbe interessante capire questo bid to cover come è stato formato, se con offerte “reali” oppure “di facciata”, utilizzate a volte per far numero – dovrebbero essere pubblicati i rendimenti medi richiesti per comprendere) ed ha influito sull’andamento delle borse e dei mercati valutari, dove il rischio ha recuperato parte delle perdite registrate i giorni scorsi. Inoltre, dall’America sono arrivati dati migliori delle attese e parole da parte di Bernanke.

La bilancia commerciale ha mostrato un incremento notevole delle esportazioni, passando da -44.9B$ a -43.1B$, contro attese che vedevano un -46.00B$ mentre i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione sono risultati sotto il 400k, livello che è da considerare come spartiacque tra potenziali notizie future positive per il mercato del lavoro o meno. Anche i prezzi all’importazione hanno registrato un -0.6%, il che darebbe alla Banca Centrale maggior flessibilità d’azione nel momento in cui dovessero essere necessari ulteriori stimoli. il Presidente Bernanke a tal riguardoi, sembra aver cominciato a preparare il terreno, pensando di andare a legare eventuali azioni correttive a target di inflazione o disoccupazione.

Passiamo ora ad osservare un po’ di cambi dal punto di vista tecnico. Dopo l’aumento di volatilità, di due giorni fa, abbiamo visto ieri oscillazioni giornaliere generalmente più contenute e vicine alle medie mantenute dai cambi. L’eurodollaro, da ieri mattina, è racchiuso all’interno di un range di cento pip con un andamento sempre più rallentato: per le prossime ore la miglior soluzione sembra quella di continuare a sfruttare il supporto 1.3550 e la resistenza 1.3650.  Il cambio UsdJpy è rientrato in un rinnovato movimento laterale dal lento svolgimento. La tendenza sembra aver assunto un tono nuovamente negativo anche se lo scostamento è ancora davvero non sufficiente a stabilire con certezza che genere di scenario si possa aprire. Sono due i livelli interessanti, come supporti, per le prossime ore: troviamo il primo a 77.40, coincidente con la linea di supporto statica indicata dai massimi precedenti di metà ottobre (coincidente peraltro con la media a 110 periodi su grafico H4) e troviamo infine 77.10, coincidente con il livello statico suggerito dal massimo dal 20 ottobre e quasi coincidente con la media a 200 periodi.

Il cambio EurJpy ha dato modo ieri di avere una conferma di uno dei livelli di supporto più interessanti che i prezzi presentano da un mese abbondante. Il livello a cui facciamo riferimento è prossimo a 105 figura ed è confermato da un’incredibile serie di massimi e minimi compresa fra il 27 settembre e ieri. Questo livello ottiene un’ulteriore conferma di importanza dalle percentuali di ritracciamento di Fibonacci, come indicato anche ieri, poiché in quest’area transita l’ultimo dei livelli suggerito dal 61.8% di ritracciamento del movimento compreso fra 100.75 e 111.55. Fra 106 e 106.15 passa invece il livello di resistenza del range di una figura compiuto da ieri mattina (esattamente come mostrato dall’eurodollaro).

Anche il cable non ha fatto altro che confermare, ieri, quanto l’area di supporto indicata da più giorni nei pressi di 1.59 sia affidabile. Da questo supporto crediamo possa dipendere la sorte della sterlina, che se dovesse proseguire oltre avrebbe come secondo obiettivo a ribasso 1.5820. Questo rimane supporto anche per le prossime evoluzioni: la resistenza invece si trova una figura al di sopra della prima area di supporto. Il cambio UsdChf ha corretto dal massimo raggiunto ieri notte a 0.9150. Questo ha di fatto avvicinato i prezzi all’area di supporto dinamico che già da ieri avevamo potuto ipotizzare. Il supporto suggerito dalla trendline che insiste dalla ripresa del dollaro sul finire di ottobre, transita per le prossime ore a 0.8975.

Un’eventuale rottura porterebbe il franco a rafforzarsi sino a 0.8925, dove troviamo un bel doppio minimo visto martedì (su grafico con candele orarie) e dove transita l’eventuale primo livello di ritracciamento se la tendenza a rialzo fosse interrotta. Finiamo osservando il cambio EurChf, dove abbiamo visto un movimento che ha portato i prezzi in direzione della parte bassa del range degli ultimi giorni. I prezzi non si trovano lontani da 1.23 che consideriamo ancora come una sorta di livello di demarcazione fra un trend a rialzo e il possibile ritorno su livelli non molto graditi dalla SNB.

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