Borsa, il Parlamento europeo stringe sulle vendite allo scoperto

Via libera dal Parlamento europeo alla limitazione delle vendite allo scoperto e delle transazioni dei credit default swaps. La mossa,  approvata con un’ampia maggioranza nell’Aula di Strasburgo, mira a combattere la speculazione, in particolare quella sui debiti sovrani. Ora le misure proposte dalla Commissione Ue dovranno essere approvate anche dal Consiglio, con l’obiettivo che queste entrino in vigore tra un anno. Nel dettaglio le nuove regole vogliono impedire la speculazione sulla vendita di titoli assicurativi sul fallimento di un paese, vietando le transazioni di cds quando l’investitore non possiede anche i titoli di stato del paese in questione.

Ad esempio acquistare cds greci sarà d’ora in poi possibile solo se l’acquirente possiede già bond greci o una partecipazione in un settore fortemente dipendente dall’andamento di queste obbligazioni, come per esempio quello bancario. Inoltre da Bruxelles verrà richiesta una maggiore trasparenza, con l’introduzione di obblighi di informazione più rigorosi alle autorità di supervisione finanziaria, sulle transazioni e le posizioni di chi opera sul mercato. In particolare, per quanto riguarda le vendite allo scoperto, l’operatore dovrà notificare da dove intende prendere in prestito i titoli azionari in questione e avere una “presunzione ragionevole” di poterli realmente ottenere.

L’Esma, invece, ovvero l’Autorità europea per i mercati, avrà il potere di limitare le vendite allo scoperto, di essere arbitro nel caso un’autorità nazionale voglia introdurre misure straordinarie in situazioni di emergenza e di poter pretendere che le altre autorità introducano misure eccezionali. “Queste regole sono la prova che l’Ue può agire contro la speculazione quando c’è volontà politica”, ha sottolineato il relatore di Strasburgo, il verde francese Pascal Canfin, tanto che la nuova legislazione “renderà impossibile l’acquisto di cds con il solo obiettivo di speculare sul default di un paese”.

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