Posta del promotore: l’incauto appello patriottico di Melani

Investire per “patriottismo”? È sempre una scelta avventata se non errata. Lo dimostra la vicenda di Giuliano Melani, agente 51enne di una società di leasing che ai primi di novembre aveva acquistato una pagina del Corriere della Sera chiedendo agli italiani di comprare titoli di stato, dando l’esempio acquistandone personalmente per 20mila euro. Il tutto pochi giorni prima del crollo delle quotazioni dei titoli di stato conseguenti il precipitare della crisi politica italiana che espone il paese ad un rischio elevato di empasse proprio quando occorrerebbe accelerare l’introduzione di quelle misure di contenimento della spesa e di varo delle riforme strutturali capaci di far ripartire la crescita, senza le quali ogni tentativo di resistere all’assalto dei mercati rischia di esser vana. Lo hanno capito anche alcuni nostri lettori che in risposta all’iniziativa di Melani commentano: “Perché farla oggi e non otto mesi fa?”

E aggiungono: “Sappia che con la sua iniziativa sta incentivando molti risparmiatori ad acquistare titoli di debito di uno Stato (l’Italia, n.d.r.) che ha una pressione fiscale tra le più alte al mondo, senza avere una classe politica in grado di trovare accordi e di rilanciare l’economia”. Tanto più che “tra febbraio e marzo 2012 sono in scadenza quasi 100 miliardi di titoli di Stato e se il Tesoro non recupera credibilità avrà molta difficoltà a finanziarsi sul mercato per rimborsare i debiti in scadenza (li comprerà di nuovo la Bce?)”. Di certo l’istituto centrale europeo è l’unico a poter in teoria comprare una quantità infinita di titoli potendo creare moneta all’occorrenza (e sterilizzare l’effetto dei suoi acquisti di titoli ritirando la liquidità in eccesso sui mercati), ma difficilmente vorrà e potrà andare avanti all’infinito visto che in un mercato ormai totalmente disfunzionale è già di fatto il solo acquirente attivo e che, salvo modifiche dei trattati europei, secondo i calcoli di alcune banche d’affari al ritmo attuale esaurirà le risorse per acquistare i Btp italiani entro la metà del prossimo gennaio.

Una finestra troppo stretta per sperare di tranquillizzare definitivamente i mercati e che potrebbe non arrivare a coprire neppure il lasso di tempo che ci separa da eventuali elezioni anticipate. Come hanno spiegato gli analisti di Barclays Capital in settimana, una volta innescate certe dinamiche negative dei mercati si autoalimentano ed è molto difficile interromperle. Persa la propria credibilità di fronte ai mercati internazionali, per lo stato italiano non sarà facile riconquistarla, eppure non sembra esservi altra via per vedere i tassi scendere su livelli tali da non portare ad un default che rischia di essere ancora meno governabile di quello, già problematico, della Grecia. Nel frattempo sembra difficile che i Btp possano improvvisamente tornare ad apprezzarsi dando ragione al “patriota” Melani, ma mai dire mai.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: