Male l’asta dei bund. L’euro soffre

Don’t panic, but if you panic, be the first! Devono aver pensato così gli investitori che avevano posizioni lunghe di euro, dopo che l’asta sui titoli tedeschi a dieci anni non è andata a buon fine. Abbiamo infatti assistito a una forte discesa che ha rotto i livelli principali di supporto (come vedremo tra poco) ed ha portato la moneta unica su minimi che non si vedevano dalla prima settimana di ottobre dopo che l’asta ha collocato 3.644 miliardi dei 6 previsti, ad un rendimento medio dell’1.98%. Questa discesa non è stata solitaria, ha interessato anche tutte le valute ad alto rendimento ed i mercati di borsa, che hanno chiuso in territorio ampiamente negativo, senza lasciare spazio a dubbi su quale sia, e molto probabilmente sarà fino a fine settimana, il sentiment di mercato.

Nervosismo globale, queste sono le parole d’ordine. E tutto questo, dal punto di vista operativo, sfocia in aumenti di volatilità capaci anche di rompere dei livelli che durante le ultime settimane avevano contenuto alcuni movimenti di prezzo e che ora hanno lasciato spazio a nuovi scenari. Teniamo conto, fattore non da poco soprattutto in un momento del genere, che oggi è il giorno del Ringraziamento in America, e come molti di voi già sapranno, molti operatori e trader non saranno presenti ai propri desk e con tutta probabilità, anche domani sarà una giornata di vaste giornate di ferie buttate giù. Questo si traduce in una diminuzione della liquidità presente sul mercato, il che può manifestare due effetti principali. O un appiattimento della volatilità, con scambi rarefatti, oppure aumenti di volatilità, dovuti al fatto che operazioni di un certo calibro potrebbero spostare più facilmente i prezzi di mercato. Se dovessimo sbilanciarci in una previsione, propenderemmo maggiormente per la seconda ipotesi, in quanto il termometro della fiducia (ovvero l’obbligazionario, che a cascata si trascina dietro tutto) scotta ancora molto. Oggi nessun dato importante previsto a parte l’IFO ed il GDP anglosassone (qui trovate il calendario macroeconomico: http://www.dailyfx.com/italiano/calendar/).

Quanto visto sopra ha influito in maniera decisamente negativa sulla moneta unica che ha perso terreno principalmente nei confronti del dollaro. Il cambio eurodollaro, infatti, da ieri mattina ha dato il via ad un nuovo movimento ribassista confermato dalla rottura dell’area di supporto precedente che transitava nei pressi di 1.3420. La tendenza ribassista, che insiste oramai dagli ultimi giorni di ottobre, continua a puntare in direzione del minimo di 1.3140 e sino a che questa trendline non dovesse essere oltrepassata non pensiamo ci possano essere novità. Per le prossime ore questa transita a 1.3475, fornendoci una buona area di resistenza, mentre prima di arrivare al minimo indicato il cambio potrebbe doversi trovare a fare i conti con l’area di supporto di 1.3240.

L’aumento di volatilità sul cambio UsdJpy, visto ieri, ha permesso di evidenziare l’importanza dell’area di resistenza prossima a 77.50. L’altro livello degno di nota è sicuramente stato fornito dal test, con conferma quindi, della trendline di supporto che si è venuta a creare sul finire della settimana passata. Per le prossime ore questo supporto dinamico si trova a 77 figura. La figura che si viene a delineare così facendo (particolarmente evidente su un grafico orario) potrebbe essere interpretata come una flag ribassista (o bandiera): la massima attenzione va quindi indirizzata verso la parte bassa poiché un’eventuale rottura aprirebbe la strada ad un nuovo calo dei prezzi e quindi potrebbe puntare verso un ritorno in direzione di 76.50.

Non dobbiamo infatti dimenticare che nonostante questa lieve ripresa, la tendenza di fondo del cambio rimane a ribasso. Il calo dell’euro ha portato ad una discesa anche sul cambio EurJpy. Data oramai per confermata l’area di forte resistenza a 104.35, possiamo ipotizzare per le prossime ore un livello di supporto a 102.65 (livello confermato tra il 4 e il 10 ottobre e non più raggiunto dai prezzi). Anche il cable, spinto da una ripresa del dollaro (a questo proposito consigliamo di dare uno sguardo anche al nostro USDOLLAR che ha superato, ieri, i 10.000 a distanza di un mese e mezzo), ha continuato il proprio percorso ribassista, in atto con costanza da tre settimane. Nel percorso in calo i prezzi si sono trovati a fare i conti con il supporto di 1.55, area confermata da livelli statici dei primi giorni di ottobre. Un grafico di breve mostra come l’andamento dei prezzi da ieri pomeriggio abbia trovato una resistenza a 1.5560. Da ieri mattina il cambio UsdChf ha mostrato un movimento di ripresa, utile per avvicinare nuovamente i prezzi alla precedente area di resistenza statica compresa fra 0.9220 e 0.9230. Il supporto a questa idea rialzista si trova a 0.9145.

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