Correzione tecnica o…?

É cambiato qualcosa o è tutto un fuoco di paglia? Questa la domanda a cui dobbiamo rispondere dopo l’apertura di ieri, che definire scoppiettante è poco. Tutto, come sappiamo, è stato trainato dal rumor su un possibile stanziamento di una linea di aiuti pari a 600 miliardi per l’Italia erogata dal Fondo Monetario Internazionale, che ha fatto aprire i mercati in gap a favore, naturalmente, del rischio. La voce è stata smentita durante la primissima mattinata, ma il mercato, tutto sommato, non ha ripiegato tanto, sulla scia dell’entusiasmo venutosi a creare per il nuovo asse trilaterale (Italia, Germania, Francia) che ha ipotizzato qualche integrazione dei trattati europei e soprattutto ha detto qualcosa riguardo la BCE, pronunciando le paroline magiche “prestatore di ultima istanza”, tanto attese dal mercato. Detto questo, dobbiamo concentrarci su quello che potrà accadere nel futuro prossimo, e la riflessione che più ci batte in testa riguarda il timing di intervento degli organismi europei, che quando si incontrano, alla fine, molto spesso rimandano le decisioni importanti.

Se facciamo mente locale infatti, la situazione sembrava sul punto di scoppiare già un mesetto fa e gli allarmismi si sprecavano. Lentamente, per un altro mese il tutto si è trascinato ed ora ci troviamo con un mese in meno a disposizione per cercare di venirne a capo. L’asta dei titoli di stato italiani, che ha visto i BoT a 6 mesi con un rendimento quasi doppio rispetto al collocamento di ottobre (6.5%, rispetto al 3.5% del mese prima), è un chiaro segnale di allarme che fa capire che di tempo non ne rimane tanto e dunque è arrivato il momento di agire in fretta. A nostro parere quella a cui stiamo assistendo è una correzione tecnica che può essere sfruttata dai politicanti europei come trampolino di lancio per girare il sentiment di mercato da negativo a positivo, cosa che riuscirebbe soltanto se qualche decisione concreta, fosse presa davvero in fretta. Nel caso in cui si continui a discutere dei soliti temi e delle ipotetiche soluzioni ad essi, crediamo che il sentiment possa tornare negativo, con fasi di correzioni a rialzo nel brevissimo periodo.

Ieri abbiamo assistito ad una inversione generalizzata del mercato, come abbiamo visto sopra, che ha portato ad un indebolimento del dollaro.  Questo è stato particolarmente evidente sul cambio eurodollaro che, dall’apertura in gap positivo di domenica notte, ha potuto mostrare una salita di più di una figura. Questo particolare movimento ha portato il cambio ad avvicinarsi nuovamente alla trendline negativa che guida il percorso di discesa sino dalla fine di ottobre. Questa linea si trovava a passare nei pressi di 1.34 ieri, mentre questa mattina la vediamo transitare prossima a 1.3375 (peraltro già nuovamente testata nella notte). L’importanza di questa trendline crediamo sia fondamentale, dato che una rottura, confermata da un passaggio oltre 1.3430, consentirebbe alla moneta unica un percorso di ripresa sino a primi livelli di ritracciamento che si trovano distanti circa 200 punti.

Il cambio UsdJpy ha fornito ieri quello spunto che aspettavamo da qualche giorno. Abbiamo assistito alla rottura della flag confermata nell’ultima settimana di scambi. La rottura è avvenuta però a rialzo, quindi senza confermare la continuazione del trend principale ribassista e se 77.80 dovesse tenere, come supporto, gli obiettivi posti in area 79-79.50 potrebbero diventare reali. Certo data la scarsa oscillazione a cui il cambio ci ha abituati nelle ultime settimane (interventi a parte) prima di raggiungere l’obiettivo potrebbe trascorrere anche una settimana. Il cambio EurJpy, dopo il rialzo di ieri, ha confermato l’importanza del livello di resistenza transitando sull’area di 104.30 sino a questo momento. L’area di congestione che si è venuta a creare grazie ad una buona serie di massimi registrati tra il 15 ed il 22 scorsi, è stata confermata dal transito della media a 100 periodi su grafico orario. Al pari della rottura dell’euro in area 1.3375, la rottura di questo livello aprirebbe la strada ad un ritorno nel breve alla resistenza di 105. Anche il cable ha mostrato un percorso rialzista da ieri notte. In questo caso però i livelli sono meno confermati da movimenti passati. La resistenza per oggi si trova a 1.5580, mentre come supporto possiamo indicare 1.5425.

Il cambio UsdChf ha corretto più del previsto ieri andando oltre il supporto di 0.9235 e passando i precedenti massimi di riferimento statico. Il livello appena visto si candida a prima resistenza di oggi, mentre 0.9175 può essere visto come ultimo supporto prima di un ulteriore scivolone ribassista del cambio in direzione di 0.9050. Concludiamo con il cambio AudUsd che, rispetto alla chiusura di venerdì, si trova circa 3 figure al di sopra. Importante per le prossime ore il ritorno dei prezzi di nuovo al di sopra del livello di parità (1.0000), non solo perché questo può ricoprire un forte significato psicologico, ma anche perché è il livello dove transita la media di lungo (100 exp) su grafico con candele a quattro ore ed è il livello di massimo raggiunto dai prezzi questa notte.

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