Koesterich (iShares), ecco perché investire sui Paesi “CASSH”

Vi è un crescente consenso tra gli investitori che i mercati sviluppati siano bloccati una fase di crescita lenta, caratterizzata da un debito eccessivo, deficit strutturali, elevata disoccupazione e dinamiche demografiche in deterioramento. Tale situazione è certamente calzante per Europa e Giappone, mentre discutibile per gli Stati Uniti. Tuttavia, non tutti i mercati sviluppati rientrano in questo purgatorio di crescita lenta. E’ lo scenario presentato da Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di iShares, che nel suo nuovo report di mercato analizza le ragioni per investire nei Paesi CASSH: Canada, Australia, Singapore, Svizzera e Hong Kong che, a suo dire, presentano un valore nascosto.

“È interessante notare che tra le economie sviluppate quelle minori dimensioni appaiono più sane. Infatti, molti di questi Paesi sono meno gravati da debiti pubblici e deficit strutturali e, per la maggior parte, godono di migliori prospettive di crescita. In particolare, riteniamo che i CASSH – acronimo che si riferisce congiuntamente a Canada, Australia, Singapore, Svizzera e Hong Kong – appaiono fondamentalmente più forti della maggior parte dei grandi Paesi sviluppati”.

“Nonostante migliori prospettive di crescita e inferiori livelli di indebitamento non siano garanzie per rendimenti maggiori, i buoni fondamentali suggeriscono che questi mercati dovrebbero avere valutazioni superiori rispetto alle loro controparti più grandi. Questa visione è ulteriormente supportata dal fatto che la maggior parte delle economie sviluppate minori, o CASSH, presentano anche contengono anche settori aziendali che sono, in media, almeno redditizi quanto quelli degli Stati Uniti, Europa e Giappone. Crediamo però che questi fattori positivi non siano completamente riflessi nelle valutazioni azionarie domestiche. Ciò suggerisce che si possa delineare un’opportunità di investimento per coloro disponibili a sovrappesare Paesi sviluppati, ma di dimensioni minori”.

Un sovrappeso di questi mercati, conclude l’esperto, “può anche essere giustificato dalle loro valute. Infatti, gli squilibri macro dei Paesi maggiori potrebbero anche sfociare nel lungo termine in un deprezzamento del dollaro, euro e yen. Riteniamo che la maggior parte di questi Paesi, e Canada e Singapore in particolare, siano ben posizionati per beneficiare di questa situazione, e che possono fornire un’ulteriore diversificazione per gli investitori”.

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