Rete in città: Bologna, la crisi colpisce duro

Sarà forse vero, come cantava anni fa Lucio Dalla, che “nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino”, in compenso a Bologna e in tutte l’Emilia Romagna sembra si stiano perdendo molti promotori finanziari, spia di una crisi che non accenna a passare e che è testimoniata del resto dallo stato di difficoltà in cui si trovano molte aziende (è di questi giorni la notizia della possibile liquidazione del gruppo Monti Ascensori se non si riuscirà a trovare un “cavaliere bianco” pronto a investire almeno 20 milioni di euro) oltre che di gruppi bancari di minori dimensioni (sono finite in amministrazione straordinaria sia Banca Carim, sia il Banco Emiliano Romagnolo). Certo fa riflettere notare come da fine agosto (quando BLUERATING aveva già analizzato i dati dell’Albo pf relativi all’intera Emilia Romagna) ad oggi si noti un calo di ben 243 promotori iscritti all’albo, 118 dei quali con mandato.

Se la proporzione tra promotori attivi e promotori iscritti all’Albo ma senza mandato resta stabile (60% e 40% rispettivamente), a soffrire del lento ma costante esodo di promotori sembra essere stato il gruppo Intesa Sanpaolo più di altri. Il gruppo, che in questi giorni ha visto l’avvicendamento ai vertici tra Corrado Passera (chiamato a far parte del governo Monti) ed Enrico Cucchiani, resta infatti di gran lunga il più presente coi propri uomini sia nell’intera Emilia Romagna (565 promotori residenti in tutto), sia nel capoluogo di regione (con 160 professionisti bolognesi), ma registra un calo di ben 108 mandati nel complesso, praticamente tutti (100) facenti capo a Banca Fideuram e già scontando il presumibile riassorbimento degli uomini di Banca Sara (che infatti “perde” 28 dei suoi trenta PF emilianoromagnoli rispetto a fine agosto).

Ma il caso di Banca Fideuram per quanto vistoso (al netto di salvo possibili errori nei dati o di una relativamente scarsa significatività di prendere a riferimento la residenza dei promotori finanziari come indice della loro presenza attiva sul territorio) non è l’unico. Da agosto a oggi sembra sparita anche Banca Leonardo (nessun mandato contro i 12 segnalati in precedenza), mentre si sono “quasi estinti” pure gli uomini di Banca di Piacenza (ne restano 11 rispetto ai 44 professionisti della precedente analisi), Banca Sai (che perde per strada 7 promotori e scende a sei in Bologna e provincia su 20 in tutta l’Emilia Romagna), Groupama (che cala da 12 a 4 mandati in regione, nessuno dei quali a Bologna), Ersel (anche lei da 12 a 4 mandati, ma di questi 2 sono bolognesi) e Banca Popolare del Mezzogiorno (di 4 promotori residenti in regione ad agosto ne risulta attivo solo più uno).

Segni meno anche per Banca Mediolanum (che perde sette uomini ma resta saldamente in testa nella classifica per singola società con 464 promotori in tutta la regione e di questi 99 a Bologna e provincia), Allianz Bank (che rimane seconda a Bologna con 97 promotori a fronte di 251 codici in Emilia Romagna) e poi via via Fineco Bank (ne perde un paio ed è sesta tra le singole società con 46 promotori bolognesi), Credem (un codice in meno, 39 pf su Bologna e dintorni), Banca Generali (un uomo in meno, 33 a Bologna), Mps (-2, 33 professionisti sotto le due torri), Finanza & Futuro (-2, 26 mandati nel capoluogo), Consultinvest (-2, 13 uomini a Bologna), Banca Reale (-3, 12 mandati), Apogeo Consulting (-1, 11 promotori), Banca Network (-4, 10 codici), Farbanca (-1, 10 professionisti), Barclays (-3, restano 4 Pf a Bologna), Cari Ravenna (-1, 3 pf), Ubs (-1, 3 uomini), Cariparma (-4, solo un pf bolognese su 28 in regione), Copernico (-2, un bolognese) e Carife (-2, nessuno a Bologna su 14 pf attivi in Emilia Romagna).

Ultima spia di una situazione che sembra non allegra, è anche la percentuale insolitamente bassa di promotori emiliano-romagnoli che risiedono nel capoluogo: in tutto sono 965 tra coloro che hanno un mandato, pari al 28,5% dei promotori attivi dell’intera regione. Se poi si restringe il campo alle sole 10 maggiori società, che nel complesso impiegano 2239 promotori (i due terzi del totale degli attivi), si scende ancora a solo 628 professionisti (il 18,5% degli attivi), segno che se per qualche piccola realtà essere presente sotto le due torri sembra ancora avere un proprio valore distintivo, per le struttura maggiori non è più così: sarà un problema di clima o di portafoglio?

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