Retein città, lungo le rive del’Arno si sono incrociate tante storie di finanza

Ottavo comune italiano per residenti con una popolazione di circa 373 mila abitanti (subito alle spalle di Bologna che ne ha poco più di 382 mila e davanti a Bari, appena oltre la soglia dei 320 mila residenti), Firenze è da sempre stata uno dei maggiori centri commerciali e finanziari italiani così non stupisce che negli anni a Firenze si fosse insediata una delle nove sedi di Borsa italiane, per quanto la sua storia sia stata più travagliata di quella di altre sedi. Istituita sotto la dominazione francese nel 1808 (contemporaneamente alla Borsa di Livorno), il mercato non riscosse molta fiducia da parte del ceto mercantile e imprenditoriale fiorentino dell’epoca, per quanto il codice di commercio francese restò in vigore nel Granducato di Toscana anche durante la Restaurazione seguita all’epopea napoleonica e le due borse non vennero formalmente chiuse. Un maggiore impulso venne circa mezzo secolo dopo quando a seguito della costituzione della Banca Nazionale Toscana, la Borsa di Firenze venne ricostituita con decreto granducale del 1859; un paio d’anni dopo il neonato Regno d’Italia cui la Toscana venne annessa ne confermò il provvedimento.

Nel secolo scorso, come capitato alle Borse di Bologna, Trieste e Venezia, la borsa fiorentina venne retta da una Commissione per il listino anziché da un Comitato direttivo, perdendo progressivamente d’importanza fino alla cessazione delle attività nella prima metà degli anni Novanta col definitivo trasferimento degli scambi sulla piattaforma telematica di Borsa Italiana, a Milano. In compenso restano operativi a Firenze numerosi gruppi finanziari: senza dimenticare la presenza del Monte dei Paschi di Siena, leder indiscusso in regione, nella città dei Medici opera la Cassa di Risparmio di Firenze, già nell’orbita del Sanpaolo Imi e poi definitivamente acquisita da Intesa Sanpaolo nel 2009. Altro grande gruppo fiorentino (anche se da tempo nell’orbita della famiglia Ligresti) è Fondiaria-Sai, nata nel 2002 dalla fusione tra La Fondiaria Assicurazioni e Sai – Società Assicuratrice Industriale, che tra le tante società controlla anche Banca Sai, banca multicanale forte di una rete di circa 300 promotori operanti in tutta Italia. È invece specializzata nel private banking Banca Ifigest, nata nel 1987 come Fidia Mobiliare e autentico “salotto buono” della Firenze che conta, almeno dal punto di vista finanziario.

Un salotto alquanto dinamico visto che nel 1991 venne acquisita Ifigest Fiduciaria e l’anno successivo Sevian, mentre nel 2000 il gruppo sottoscrive il 42,5% di Fundstore.it e nel 2006 promuove la costituzione di Soprano Sgr, per poi acquisire nel 2009 Omnia Sim. Si è invece conclusa nel 2004, con la fusione per incorporazione in Banca Mps, la storia di un’altra “boutique finanziaria”, Banca Steinhauslin, piccola ma ricca banca privata fondata nel 1886 da Charles Steinhauslin travolta da una crisi legata a un caso di “risparmio tradito” nel corso degli anni Ottanta e poi passata prima a Creditanstalt (nel 1989), poi alla Banca Agricola Mantovana (nel 1995 per 127 miliardi di lire) ed infine da questa a Mps (che nel 1998 ne aveva rilevato il controllo e che la incorporerà nel 2008) nel 2001 per 160 miliardi di lire.

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