Dwane (Allianz GI): la strada è ancora in salita, ma l’Italia ce la farà

I mercati europei continueranno a scontare ancora a lungo il perdurare della crisi del debito sovrano. Ma le economie sviluppate non cadranno in recessione e anche l’Italia ha tutti i numeri per farcela. Parola di Neil Dwane, Chief Investment Officer Europa di RCM, società del gruppo Allianz Global Investors, che ieri ha presentato l’outlook per il 2012. “Nel 2012 dovremo certamente affrontare un sensibile rallentamento dell’attività economica. Il rincaro del petrolio nel primo semestre del 2011, le politiche monetarie più restrittive nei paesi emergenti e, ovviamente, la stretta fiscale negli Stati Uniti e in Europa sono tutti fattori che penalizzeranno la crescita”, ha spiegato Dwane.

Tuttavia, ha precisato, “non ci aspettiamo che le economie sviluppate cadano in recessione, in quanto i tassi di interesse reali rimangono bassi e il settore privato ha la possibilità di utilizzare la liquidità di cui dispone”. E anche sull’Italia, Dwane si mostra piuttosto ottimista: “Il Paese non rischia il default se proseguirà su questa strada di riforme e di austerità: la ricchezza privata degli italiani è superiore a quella dei tedeschi e l’Italia è il terzo paese al mondo per riserve d’oro con 102 miliardi di euro”.

Quanto al deficit di bilancio dei principali Paesi europei, Allianz GI sottolinea, a seguito dell’improvvisa escalation  della crisi del debito a partire dalla scorsa estate, che “una soluzione rapida appare poco probabile. Le misure politiche realisticamente possibili, ovvero la stretta fiscale e una maggiore armonizzazione della politica economica e fiscale a livello europeo, richiedono molto tempo per essere attuate e ancora di più per entrare in vigore, un’attesa che riteniamo troppo lunga per i mercati finanziari. Più durerà la crisi del debito, maggiore sarà il rischio politico. E come dimostrano i recenti sviluppi in Grecia, se si perde il controllo dei processi politici la minaccia di uno smembramento dell’eurozona diviene reale”.

E sempre i processi politici, ha proseguito Dwane, influenzano anche i mercati obbligazionari: “Indubbiamente i titoli obbligazionari dei paesi periferici dell’eurozona scontano ampiamente le potenziali perdite, tuttavia finché il quadro politico sarà incerto e i dati economici rimarranno deboli ci aspettiamo che prevalga ancora l’avversione al rischio. Per il momento, i Bund continueranno probabilmente a rappresentare un porto sicuro”.

Per i mercati obbligazionari europei, ha spiegato l’esperto, “una fase risk-on sarà possibile solo a fronte di un miglioramento dei dati economici o quando la Bce assumerà un ruolo più attivo nella soluzione della crisi del debito. In una prospettiva a lungo termine manteniamo un atteggiamento prudente nei confronti dei titoli di stato agli attuali livelli di rendimento: anche se i rendimenti nominali dovessero risultare positivi ci aspettiamo rendimenti reali (rettificati per l’inflazione) deludenti”.

Mentre sul fronte azionario “preferiamo i titoli che offrono dividendi e pay-out ratio relativamente elevati. Nel contesto attuale, i dividendi dovrebbero infatti offrire agli investitori un certo livello di protezione”. A rappresentare il motore della crescita sono invece ancora una volta i mercati emergenti, su cui Allianz GI mantiene un atteggiamento di “relativo ottimismo in ragione dei tassi di interesse reali negativi, del livello piuttosto basso di indebitamento complessivo e della forte domanda sottostante. La nostra view positiva sui mercati emergenti ci porta ad avere una visione strategicamente positiva sugli asset di tali mercati, siano essi titoli azionari, obbligazioni o valute, nonostante le valutazioni”

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