Rally del rischio

Ieri abbiamo intitolato la nostra analisi mattutina “Mercato in attesa di rotture” e le rotture sono arrivate, senza farci attendere troppo tempo. Rotture dettate dall’accensione del pulsante ON sul rischio. Abbiamo infatti assistito ad una forte discesa del dollaro americano, venduto pesantemente sui mercati per finanziare operazioni di acquisto di asset e strumenti a più alto rendimento rispetto al costo sostenuto per l’indebitamento in dollari ed in concomitanza alla salita delle valute ad alto yield, delle commodities e degli azionari. L’ITA40 non solo ha raggiunto i 14.850 punti ma è riuscito nello strappo fino al livello tondo di 15.000, mentre il petrolio, dopo la rottura delle resistenze a 96.00, ha raggiunto 98 figura, con l’oro che una volta superato il 1.610 ha raggiunto il target di 1.625. Secondo molti analisti i movimenti di ieri sono dovuti ai buoni dati arrivati dalla Germania, che ha mostrato un IFO sopra le attese (107.2 vs 106.0) ma il motivo principale, a nostro avviso, è la vicinanza della partenza della operazioni di rifinanziamento (LTRO) da parte della BCE, rivolte agli istituti bancari europei.

Una bella idea del presidente Draghi per trasmettere liquidità al sistema senza procedere con mosse di vero e proprio quantitative easing. Le banche europee avranno la possibilità di rivolgersi all’istituto centrale per ottenere prestiti con una durata di 36 mesi, fornendo come collaterale anche titoli che in passato non erano accettati ma che ora sono benvoluti da Draghi e company. L’obiettivo è quello di far sì che le banche acquistino titoli di stato andandoli poi a depositare presso la banca centrale, che concede un prestito a fronte di queste garanzie. L’effetto, in linea teorica, dovrebbe essere doppio: allentare le tensioni sul fronte creditizio, fornendo liquidità che può essere impiegata dalle banche per concedere prestiti ad imprese e famiglie ed al contempo fare in modo che i rendimenti sui mercati obbligazionari (grazie a questo intervento indiretto sui secondari) si riducano.  Dall’oriente ci arrivano invece notizie dalla Cina, dove il premier cinese si è impegnato a fornire supporto alle esportazioni che stanno calando (facendo compiere un balzo a rialzo sui listini), mentre dal Giappone non arriva nessuna mossa sui tassi di interesse, che rimangono tra 0 e 0.1%, anche se sono state riviste a ribasso le prospettive di crescita, a causa della stagnazione mondiale (in realtà i dati ci dicono che stiamo vivendo una recessione moderata) e della forza della valuta, che mette in difficoltà il settore export.

Da non sottovalutare il fattore liquidità sui mercati, che sta cominciando ad intervenire rendendo possibili movimenti come quelli di ieri. Tra chi ha già, come si suol dire, portato a casa l’anno e che sta cominciando a farlo, ci troveremo di fronte a liquidità ridotta che può essere foriera di alta volatilità.Per quanto riguarda i livelli tecnici, ieri abbiamo assistito ad una forte salita dell’EurUsd che, dopo la rottura del primo livello di resistenza indicato a 1.3050 ha raggiunto in primis 1.3085 (massimo precedente) ed infine 1.3130, livello in test anche nel momento in cui scriviamo. Seguiamolo su un grafico orario poiché potrebbe essere in formazione una potenziale divergenza ribassista, con gli obiettivi posti nelle aree di resistenza di ieri, mentre se dovesse continuare la salita, con una rottura dei massimi di ieri pomeriggio avremmo 1.3160 e 1.32 figura.

Il UsdJpy si sta mantenendo ancora in fase laterale, senza aver perso terreno rispetto agli altri dollari. E’ possibile incanalare il movimento all’interno di una linea dinamica di supporto ascendente su un grafico orario tracciata a partire dal minimo di 77.50, che passa per oggi a 77 ¾ e di una resistenza statica a 78.20. Il dormiente EurJpy ieri si è risvegliato dando soddisfazione a livello di rottura dei punti di resistenza di riferimento, che come abbiamo visto passavano per 101.65/80 e si è portato sopra il 102.00. Ha effettuato un tentativo di correzione insieme all’EurUsd, che però si è fermato in prossimità delle vecchie resistenze, diventate ora supporti. 102.20 invece le resistenze, che sbarrano la strada verso 102.50/75. Fortissimo movimento del cable, che ha spazzato via i livelli di resistenza andando oltre ogni obiettivo che ci eravamo posti. Alla rottura di 1.5550/60 non abbiamo soltanto raggiunto 1.5650, ma siamo arrivati a toccare 1.5700. Adesso il mercato sta distribuendo e troviamo i supporti ben delineati a 1.5650. Una rottura di questi due livelli potrebbe portare ad accelerazioni nell’ordine di una cinquantina di punti.

Molto bello il movimento del UsdChf, che ha rotto la parte bassa del canale sotto osservazione a 0.9345/50 e si è portata sotto il nostro obiettivo di 0.9300, mostrando un movimento correttivo interessante che è andato a fermarsi, come spesso accade dopo forti aumenti di volatilità, sulla EMA a 21 periodi. Le resistenze per la giornata possono ritrovarsi in 0.9300/15, mentre abbiamo la possibilità di rivedere i supporti intorno a 0.9270, che se rotti aprirebbero le porte a 0.9225. Per quanto riguarda EurChf continuiamo a mantenerci sotto quota 1.2200, resistenza per la giornata di oggi, mentre i minimi di ieri sono stati segnati leggermente più in basso rispetto al 1.2170 del giorno passato. Questo testimonia la pesantezza del mercato che però non è ancora riuscito a rompere, suggerendoci che ion caso di rottura a ribasso, le accelerazioni potrebbero essere molto forti. 1.2150 potrebbe essere un buon livello di attenzione. Per quanto concerne l’AudUsd ieri abbiamo assistito ad un’esplosione a rialzo, continuata nella notte sulla scia delle borse asiatiche positive. Da questo movimento possiamo capire quanto siano correlate le valute ad alto rendimento con gli azionari e soprattutto l’importanza delle trading hours (di notte vi è più liquidità sul dollaro australiano, piuttosto che su euro o sterlina). Siamo giunti quasi a 1.0200 e c’è la possibilità di estendere anche fino a 1.0225, mentre il supporto risulta chiaramente 1.0100. Situazione speculare su UsdCad che dopo la rottura di 1.0300 ha quasi raggiunto 1.0250, livello di supporto per oggi. In caso di rottura il primo livello risulta essere 1.02 14/, mentre a 1.0300 passano le resistenze odierne.

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