Mediolanum, i promotori hanno le spalle larghe

Come andrà a finire quest’anno, dalle parti di Basiglio? “Il calo del mercato”, rispondeva lo scorso ottobre a BLUERATING il presidente di Banca Mediolanum Ennio Doris, “rende più difficoltoso il lavoro e determina un calo delle performance e delle management fees. Alla fine, faremo probabilmente meno utili rispetto allo scorso anno. Ma la crescita che registriamo nelle attività ci fa ben sperare in un risultato comunque positivo anche nel 2012”. Nei primi nove mesi dell’anno, Mediolanum Spa ha risentito della rettifica di valore per impairment dei titoli governativi greci in portafoglio.

L’utile netto è stato quindi di 60,7 milioni, in calo del 60% rispetto al risultato dello stesso periodo dell’anno scorso. Relativamente a Banca Mediolanum, la raccolta netta è risultata positiva per 1.659 milioni di euro complessivi, mentre il numero dei promotori finanziari si è attestato a 4.613, in lieve flessione rispetto alla fine del 2010. Doris continua a focalizzarsi sul lato positivo. E a BLUERATING qualche settimana fa diceva: “In tre anni, dal primo gennaio del 2008 al 30 settembre del 2011, la nostra raccolta è stata di 13 miliardi e mezzo di euro. La seconda rete in classifica, che poi è FinecoBank, ha totalizzato oltre 5 miliardi. Quasi un terzo in meno. C’è un abisso, ci tengo moltissimo a sottolinearlo. Un plauso va senz’altro alla nostra rete di vendita, che non ha eguali sul mercato”.

Infine, sull’andamento della Borsa e sulle sue previsioni finora in parte disattese dai listini (nel luglio del 2009, per esempio, Doris commentava: “La crisi è una grande opportunità di investimento, ci aspettano 12 anni di rialzi”. Ma dal primo luglio del 2009 al 13 dicembre di quest’anno il Ftse Mib ha perso il 22,5%), dichiarava: “Io faccio sempre riferimento al mercato mondiale, non solo a quello italiano che costituisce l’1 o il 2% del totale. La regola è: pensare globale e a lunghissimo termine. Come dice Warren Buffet: solo dieci anni e oltre”.

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