Ci scrive un lettore, Marcello: “Mediolanum riesce sempre a scatenare polemiche inutili tra le opposte fazioni. Chi esulta per le dimissioni di colleghi, sperando così di ottenere un po’ di portafoglio sul quale far spese e tirare avanti ancora in attesa di… e chi dopo aver scelto (legittimamente) di lasciare Banca Mediolanum insiste a sputare nel piatto dove ha mangiato per anni”. “Credo che questo comportamento”, aggiunge Marcello, “riesca solo a indebolire e umiliare l’intera categoria, rendendo i promotori da una parte schiavi di chi continua a macinare utili, ingrassando manager improduttivi ed elargendo ogni tanto l’elemosina di un contest o di un premio, dall’altro oggetto di una continua e pressante campagna acquisti dove si comprano persone e portafogli come fossero oggetti”. Ma allora “la tanto sbandierata professionalità” dove va a finire si chiede il lettore? E il rispetto del cliente “intorno al quale tutto dovrebbe ruotare?” Ecco dunque una proposta: “Finiamola con il mettere in piazza le nostre miserie e di farci la guerra tra di noi. Cerchiamo di essere trattati come professionisti dalle nostre mandanti, rispettiamo i clienti e i colleghi, pretendiamo dei compensi dignitosi ognuno all’interno della propria rete”. Inutile insomma parlare di professionalità e se poi si esulta “per aver fatto raccolta con i p/t”. “Parliamo di professionalità e poi ci vantiamo di poter vendere una porcheria assicurativa che paga un management fee più alto rispetto alle altre reti. Ma se iniziassimo a pensare seriamente ad una consulenza remunerata?”. La proposta più che provocatoria ci pare di gran senso in un momento come l’attuale in cui la sola attività di collocamento incontra difficoltà crescenti a causa sia di problemi intrinseci al settore (costi dei prodotti, performance non esaltanti) sia di variabili esogene sulle quali poco possono incidere i promotori e le loro mandanti (ciclo economico, politica fiscale). Voi che ne dite, facciamo partire qualche discussione su temi operativi, limitando i soliti interventi del tipo “forza questo, abbasso quello” allo stretto indispensabile?