Posta del pf, perché i conti correnti ora sono esenti dall’imposta di bollo?

La manovra salva Italia ha sempre più i tratti di una patrimoniale a molti livelli e la cosa provoca polemiche perché al di là dell’efficacia o meno dei singoli provvedimenti in molti si domandano dove stia la tanto pubblicizzata “equità” del provvedimento varato dal governo Monti. Ai dubbi di vari esponenti del mondo politico non meno che accademico si sommano quelli dei lettori di BLUERATING che ad esempio, guardando all’estensione dell’imposta di bollo a tutti gli strumenti finanziari, indipendentemente dal collegamento al deposito titoli (con l’eccezione di fondi pensione e fondi sanitari) si domandano: “Perché conti correnti e conti deposito non rientrano nella manovra Monti? Come sempre… viva l’equità”. Un’equità che qualcuno trova manchi anche nel provvedimento che porterà a non erogare più pensioni per contanti sopra la soglia dei mille euro (individuata come livello a partire dal quale non sono più consentiti pagamenti per contanti di alcun tipo).

Certo, c’è un’esigenza di controllo di flussi di “nero” che in Italia sono capillari e diffusi in ogni settore e in ogni area territoriale o categoria professionale, purtroppo. Ma in molti temono il tutto si possa rivelare solo l’ennesimo “regalo” al mondo delle banche attraverso un incremento del flusso commissionale legato all’apertura di nuovi conti correnti e all’emissione di nuove carte di credito (che tecnicamente rappresentano, assieme agli assegni, una forma di moneta privata, garantita non dallo stato ma dall’emittente privato e sulla quale l’emittente medesimo guadagna un interesse).

Del resto per la verità l’esenzione dei conti correnti dall’imposta di bollo da 34,20 euro annui riguarda solo i conti correnti con giacenze non superiori ai 5 mila euro, finora legata all’estratto conto annuale di conti correnti bancari, postali e libretti di risparmio. Il perché di questa eccezione l’ha chiarito il sottosegretario al Tesoro, Vieri Ceriani spiegando che “se facciamo la lotta al contante, allora è anche giusto chiedere alle banche di evitare di far pagare ai correntisti determinate spese, di conseguenza è necessario togliere questo bollo”. Insomma: l’equità non va valutata sulla singola misura ma sul complesso della manovra. Un’obiezione sensata che però non sembra destinata a far cessare le polemiche.

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