Posta del pf, la liquidità resta in banca ma almeno calano i tassi a breve

Le banche europee sembrano aver messo i soldi appena ricevuti dalla Bce in cassaforte: la scorsa settimana infatti i depositi overnight presso la Banca centrale europea hanno toccato il nuovo record storico di 486 miliardi, rispetto ai 489 miliardi collocati con l’asta di liquidità a tre anni lo scorso dicembre.

Un “parcheggio sicuro” che le banche pagano in termini di mancata remunerazione (visto che sui depositi overnight guadagnano uno 0,25% su base annua, mentre la liquidità ricevuta costa un conveniente ma pur sempre più elevato 1% lordo annuo). La manovra della Bce, che secondo molti osservatori già in febbraio potrebbe ulteriormente limare i tassi se i dati macroeconomici di Eurolandia dovessero continuare a peggiorare, non sembra dunque aver del tutto scongiurato il pericolo di un “credit crunch” che gli uomini del Credit Suisse hanno del resto indicato essere il vero rischio per l’economia del vecchio continente ed in particolare per l’Italia. Tuttavia un risultato concreto e positivo per tutti coloro che hanno già ricevuto un prestito è stato ottenuto: continuando a iniettare liquidità sul mercato la Bce di Mario Draghi ha neutralizzato l’incremento dei tassi a breve termine che gli incauti rialzi varati lo scorso anno da Jean-Claude Trichet avevano provocato.

Così chi nel frattempo è riuscito a farsi erogare un mutuo a tasso variabile può tirare un sospiro di sollievo, visto che a fronte di un tasso Eurobor a 3 mesi attorno all’1,25% e vicino all’1,50% sulla scadenza a 6 mesi (le due scadenze maggiormente utilizzate nei contratti di mutuo a tasso variabile), attualmente le migliori proposte vedono rate tra il 3,95% e il 4,25% (anche se a causa delle spese iniziali il Taeg è di solito attorno al 4,2%-4,3%) per mutui ventennali da 100 mila euro di importo. Qualcosa di più come sempre costa un mutuo “con cap”, ossia con un tetto massimo al tasso che in futuro si potrà andare a pagare.

Il tetto, che fino allo scorso anno oscillava tra il 5,3% e il 5,5% attualmente varia a seconda degli istituti tra il 5,8% e il 6,5%, mentre la rata che attualmente si paga (sempre nell’ipotesi di un mutuo ventennale da 100 mila euro) è solitamente tra il 4,3% e il 4,7%, con Taeg attorno 4,5%-4,9%. Così alla domanda di un promotore che ci chiede via mail se “è il caso di consigliare mutui a tasso variabile o fisso” si può rispondere che molto dipenderà dall’andamento dell’economia in Europa e di conseguenza dal mantenimento o meno dei tassi sugli attuali minimi storici per un periodo più o meno lungo, ma probabilmente la finestra di convenienza si sta rapidamente chiudendo. Chi ha sottoscritto un paio d’anni fa questo tipo di strumenti ora sorride, ma non è detto che possa farlo molto a lungo chi li sottoscriverà nell’arco di quest’anno o il prossimo, quindi prudenza.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: