Risk on: sale tutto ed il dollaro scende

Click. Ieri pomeriggio è stato acceso il “tasto on” sul rischio ed i risultati, guardando i grafici di valutario, azionario e commodity, sono dei grossi candeloni rialzisti, sotto gli occhi di tutti. Il motivo di tutto ciò? Nuovi rumor sulla questione greca, che potrebbe effettivamente arrivare ad approvare quelle misure di austerity richieste dall’Unione Europea, senza le quali non esiste la possibilità di poter ricevere l’ulteriore piano di aiuti per evitare il tanto temuto default.

Nel nostro commento mattutino di ieri, intitolato “Default Grecia: i prezzi scontano un salvataggio”, avevamo già cominciato a ragionare sul fatto che i prezzi stessero scontando una possibile soluzione al problema greco entro il 13 di febbraio e sul fatto che il trucchetto di fornire in pasto al mercato scadenze molto vicine (in modo tale che al saltare di una ce ne siano altre molto vicine, per tenere accesa la speranza degli operatori) stia ancora funzionando.

La moneta unica europea era rimasta sostenuta sia contro il dollaro americano, sia contro il franco svizzero, facendoci capire quale potesse essere il sentiment di breve di mercato e, dopo i rumor di ieri, abbiamo avuto conferma di ciò. Ieri la Troika si è incontrata con il primo ministro greco e le parole sono state rassicuranti, tant’è che, unite all’intervento di Bernanke davanti ai senatori Usa (dove si sono ribaditi i concetti espressi in occasione della relazione di fronte alla Commissione Bilancio della camera dei rappresentanti) abbiamo assistito alla partenza di movimenti pro rischio su tutti i fronti, il tutto in concomitanza con le vendite generalizzate di dollaro americano, che è andato a perdere terreno contro tutto, tranne che contro lo yen giapponese. Questo ci conferma il fatto che le correlazioni principali (messe sotto dura prova a cavallo di questo fine settimana) siano rimaste in essere e questo ci può aiutare a lavorare in situazioni particolari di mercato, soprattutto quando ci troviamo vicini ad importanti livelli di supporto o di resistenza. Per le prossime 48 ore possiamo aspettarci movimenti veramente molto volatili sui mercati, in attesa delle Banche Centrali.

Vale la pena di volgere uno sguardo all’oro ed al petrolio, in quanto i movimenti visti ieri sono stati veramente interessanti. Sull’oro (grafico orario), dopo la rottura a ribasso di una flag ribassista con obiettivo in area 1,710.00 abbiamo assistito ad un rimbalzo di 40 dollari/oncia ed ora i punti di resistenza che verranno puntati si trovano in area 1,754.00. Dovessero saltare, si aprono le strade per 1,760.00 ed il supporto a questo scenario rialzista è da ritrovare in 1,743.00 (una sua rottura ed una rottura più decisa di 1,740.00 girerebbero lo scenario). Per quanto riguarda il petrolio invece, il rimbalzo avvenuto è stato di 300 punti (il movimento conferma il supporto di medio a 96.00, livello lontano da quelli da curare per la giornata) ed in caso di rottura di 99.50 arriviamo ad incontrare una trendline ribassista tracciata su un grafico orario. 98.00 il supporto più importante da seguire.

Osservando un grafico di eurodollaro non possiamo fare a meno di notare la repentina inversione che ha favorito la moneta unica, successivamente al raggiungimento del doppio minimo di 1.3030. Abbiamo osservato una ripresa di 250 pip in meno di due giornate con la rottura decisa dell’area di massimo vista in precedenza e coincidente con 1.3230-1.3260. La conferma della rottura della parte alta della resistenza nelle prossime ore potrà aprire la strada ad un’ulteriore risalita di euro sino al secondo obiettivo che si trova a 1.3460: questo è suggerito dalla seconda delle percentuali di ritracciamento di Fibonacci (50%) del movimento in calo compreso fra 1.4250 e 1.2630 registrato tra fine ottobre 2011 e metà gennaio scorso. Continua con buona costanza la ripresa del cambio UsdJpy, dal minimo raggiunto per due volte la settimana passata in area 76 figura. È possibile tracciare una trendline positiva che sostiene questo movimento e che indica in 76.80 il livello di supporto dinamico utile per le prossime ore. Continuiamo a sostenere che la vera svolta a rialzo avverrà solamente con un ritorno stabile dei prezzi al di sopra della resistenza chiave di 78.25.

Il cambio EurJpy ha mostrato una forte tendenza rialzista andando in un paio di giorni a recuperare il terreno perso sul finire del mese di gennaio. Negli ultimi istanti il cambio è alla prova di rottura del massimo precedente a 102.20 e quindi in avvicinamento a quel livello di resistenza posto a 102.50 (ricorderete il minimo del 25 novembre ed il massimo del 21 dicembre passati). Anche il cable ha dato segni di forte ripresa andando ad oltrepassare quella fortissima resistenza che era possibile ritrovare a 1.5880. Questa rottura dovrebbe aver aperto la strada per un rafforzamento della sterlina sino a ricondurre il cambio nell’area di massimo vista a cavallo fra la fine di ottobre scorso e l’inizio di novembre (prima del forte calo sovrapponibile a quello della moneta unica). Questo vuol dire che il primo obiettivo si trova a 1.5930 figura ed il secondo a 1.5985. A questo punto il livello rotto a 1.5880 diviene l’area di supporto di breve.

Qualcosa si muove sul franco. Il cambio UsdChf è tornato sui minimi di fine gennaio (nonché minimi da fine novembre) e sarà fondamentale sapere se il supporto che si trova poco al di sopra di 0.9110 riuscirà a tenere poiché oltre questo è presente un buono spazio di ulteriore calo per almeno un centinaio di punti. Il cambio EurChf ha definitivamente interrotto il canale ribassista dall’ampiezza di una figura che stiamo utilizzando con successo da qualche settimana. La rottura della trendline passante a 1.2060 e della media mobile passante a 1.2080 dovrebbero riaprire la strada a rialzo della moneta unica ed allontanare le possibilità di apprezzamento della valuta elvetica. Nell’immediato il cambio potrebbe trovarsi a fare ai conti con 1.2125 che ricordiamo aver avuto un buon peso nei mesi passati. Concludiamo con un aggiornamento sul cambio AudUsd che continua con costanza il percorso rialzista con l’obiettivo finale posto sempre al di sopra di 1.10 (al cui raggiungimento manca una figura e mezza). Il punto di rottura di 1.0750 è il supporto a questa visione rialzista.

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