Prova di forza dell’EurUsd

Prova di forza continua da parte della moneta unica europea contro il dollaro americano. Dopo la forte volatilità di ieri, l’euro non è riuscito a scendere sotto l’area di supporto passante tra 1.3200 e 1.3230 e sembra che ci siano le basi per assistere ad ulteriori salite. Il tutto, almeno, fino alla conferenza stampa che verrà tenuta da Mario Draghi alle ore 14.30, dopo che il board della BCE si sarà riunito tre quarti d’ora prima per decidere cosa fare del tasso di rifinanziamento principale del sistema interbancario.

Le previsioni degli analisti, compresa la nostra, si attestano su un nulla di fatto in quanto verso fine mese verrà implementata una nuova operazione di LTRO a 3 anni da parte dell’Istituto Centrale ed un abbassamento dei tassi, ora come ora, potrebbe risultare troppo aggressivo, persino per il numero uno della BCE. Le attese sono soprattutto per la sessione di domande e risposte (come quella che affrontiamo ogni giorno al termine dei nostri webinar di analisi live del mercato, con la differenza che qui le domande verranno poste da tutto il mondo e non soltanto o prevalentemente dall’Italia).

Qualsiasi riferimento alla questione greca potrebbe fare da market mover e portare altissima volatilità di breve periodo, che potrebbe precedere qualche rottura importante con conseguente partenza di un movimento direzionale per la moneta unica europea. Il quadro sembra essere abbastanza chiaro: l’euro è bid su ogni ribasso ed ora il mercato sta cercando di rompere le resistenza per poter salire, probabilmente prima di questo pomeriggio. Nel caso in cui ce la facesse, è possibile assistere a due scenari di reazione sulla BCE. Il primo vede parole che fanno aumentare ulteriormente la fiducia sulla questione greca, il che potrebbe, dopo la volatilità sulla conferenza stampa, far proseguire la strada verso l’alto. Il secondo vede la possibilità di andare a liquidare le posizioni aperte sotto 1.3300 su eventuali commenti dovish da parte di Draghi. Nel caso in cui ci dovessimo mantenere sotto le resistenze durante la mattinata, la situazione diventa di meno chiara interpretazione e si dovrà fare affidamento sui livelli tecnici più importanti, 1.3250 in primis. Attese, anche se inferiori, per la BoE che lascerà i tassi invariati allo 0.5% e che crediamo non andrà ad effettuare nessun ritocco al programma di QE messo in atto.

Dal punto di vista prettamente tecnico, il cambio eurodollaro ha rotto a rialzo il range che, con un po’ di approssimazione, insisteva da un paio di settimane. Abbiamo visto due giorni fa il superamento di 1.3230 e 1.3260 con le prospettive che si sono spostate verso il lato lungo del mercato, per un ulteriore salita quindi della moneta unica sino al successivo livello di 1.3460 (che ricordiamo essere il secondo livello indicato dalla percentuali di ritracciamento del movimento compreso fra 1.4250 e 1.2630, dal quale ci separano 150 pip rispetto al massimo raggiunto nelle ultime ore a 1.3310). I minimi di ieri confermano come il livello rotto si possa considerare come interessante area di supporto a questo tentativo di ripresa del cambio.

Seppur non con una grandissima velocità, il cambio UsdJpy continua il proprio percorso di ripresa con buonissima costanza. Il preciso canale rialzista che si è venuto a creare sino dalla settimana passata indica per la giornata odierna due livelli possibili: a 76.80 troviamo il livello di supporto mentre l’obiettivo è indicato a 77.40. Ancora una volta sosteniamo che la ripresa strutturale del dollaro potrà avvenire solamente con il ritorno al di sopra di 78.25, confermato perfettamente il 25 gennaio scorso.

Il cambio EurJpy si trova ancora particolarmente vicino al livello di conferma posto a 102.50. L’interessante spunto, successivo alla rottura del livello di resistenza indicato, tarda ad arrivare anche se forse potrebbe solamente essere necessario attendere la rottura della media mobile di lungo periodo, passante per 103.10, per avere una conferma in più dell’inversione del cambio e attendere il raggiungimento del secondo livello obiettivo indicato dalla media a 200 periodi su grafico con candele giornaliere. Il cable, probabilmente per la prima volta da settimane, rimane un passo indietro all’eurodollaro sul livello di minimo raggiunto ieri in giornata. Questo ha fornito la conferma del livello di 1.58 come supporto al movimento rialzista di breve, spingendoci a guardare ancora per oggi 1.5880 come livello di resistenza. Il cambio UsdChf, pur avendo rotto il minimo di riferimento precedente a 0.9105, fatica a abbandonare l’area di supporto degli ultimi dieci giorni di scambi. Oltrepassato l’ultimo baluardo di 0.9090 (indicato dal 50% di ritracciamento del movimento in salita compreso fra 0.8570 e 0.9590) il cambio ha spazio di indebolimento sino al successivo 0.8970.

Il cambio EurChf ha fornito ieri una buona conferma del livello di resistenza posto a 1.2125, dato che il livello è stato perfettamente raggiunto e da qui è incominciata una breve discesa. La configurazione tecnica indica ancora una possibile svolta rialzista del cambio, eventualmente amplificata dalla rottura del livello di resistenza che anche nel passato ha giocato un ruolo fondamentale (basta dare un occhio ad inizio ottobre, inizio novembre ed inizio gennaio, senza contare il test perfetto del 18 gennaio scorso). Concludiamo con un rapido aggiornamento sul dollaro australiano che continua la rincorsa rialzista seppur con un rallentamento che ha dato l’occasione di verificare la tenuta del livello di supporto posto a 1.0750. La costanza della salita ci spinge ancora a pensare che potremmo rivedere 1.10 nell’immediato futuro.

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