Grecia: mercati stufi di attendere

Il giochino delle “scadenze vicine”, come lo abbiamo definito settimana scorsa, sembra essersi rotto. Pur trovandoci ad un solo week end di distanza dal fatidico 20 Febbraio, giorno in cui si riunirà l’Eurogruppo per decidere se avallare il piano di aiuti alla Grecia o meno, il mercato ha mostrato chiari segni di sconforto e di preoccupazione dopo tutte le voci che si sono rincorse ieri. Partiamo dalla riunione dei ministri finanziari dell’area euro, che come sappiamo ed avevamo anticipato non si è tenuta e si è trasformata in una semplice conference call. Le parole di Juncker al termine del meeting sono state punite dagli investitori che si sono mostrati chiaramente stufi di sentirsi ripetere che si è fiduciosi che un deal venga raggiunto lunedì prossimo.

Durante la videoconferenza sono stati fatti “sostanziali progressi ” e ci si è detti “fiduciosi che l’Eurogruppo sarà in grado di prendere tutte le decisioni necessarie nella prossima riunione (come detto di lunedì). Swecondo Juncker, i progressi citati sono da ricondurre a temi riguardanti le assicurazioni fornite da parte dei leader dei partiti della coalizione che sostiene il governo, oltre all’analisi che è stata effettuata dalla Troika sull’eventuale sostenibilità del debito greco.

Per i mercati, aria fritta. Oltre a questo, ha pesato sui mercati l’intervento del presidente della Grecia Karolos Papoulias che non le ha certo mandate a dire a Germania, Olanda e Finlandia, colpevoli di insultare la Grecia, a detta del presidente, che si è dichiarato non più disposto ad accettare tale genere di critiche. Il risultato è stato lampante ed è coinciso con acquisti di dollaro americano (l’unica valuta da considerare realmente come rifugio di breve periodo in momenti di tensione) concomitanti a liquidazioni di posizioni di rischio.

Il fattore macro Grecia è dunque in grado di cancellare qualsiasi altro dato pubblicato o qualsiasi altro rumor di mercato e sembra metterci di fronte a mercati ancora potenzialmente pesanti fino a venerdì sera, quando si staccheranno le prese dei server in attesa dell’ormai famoso lunedì. Se dovesse essere staccata la seconda tranche di aiuti al Paese ellenico, l’euro potrebbe vedere molti spettatori entrare in posizione rialzista sulla moneta unica, in caso contrario, può succedere di tutto ma siamo pronti a scommettere che il primo livello che andremmo a vedere, non sarebbe lontano dai minimi precedenti di dicembre contro il dollaro.

Dalla Federal Reserveintanto, ci arriva la comunicazione di una divisione all’interno dei membri del board per quanto concerne le nuove eventuali misure di QE, che sostanzialmente andranno a dipendere dai dati macroeconomici futuri (ma questo già lo sapevamo, soprattutto sul fronte del mercato del lavoro e dell’inflazione che non deve scendere sotto il 2%), mentre dalla Bank of England arrivano indicazioni all’interno dell’inflation report circa, anche qui, ulteriori misure di stimolo monetario future, che non sono state escluse da King ma che non sono nemmeno state confermate per il prossimo maggio.

Passiamo ad osservare i cambi dal punto di vista tecnico incominciando dall’eurodollaro, che da ieri mattina ha mostrato una netta inversione di rotta. Quello che fino al mattino, infatti, sembrava un movimento di recupero si è dimostrato, col passare delle ore, qualcosa di illusorio dato che a fine della giornata la moneta unica si è trovata a perdere ha portato più di 150 punti. Ciò che attrae maggiormente il nostro interesse è il tentativo, per qualche pip riuscito, di oltrepassare il precedente doppio minimo evidenziato a 1.3030 due settimane fa. La tendenza a ribasso e l’inversione evidenziata da una settimana esatta prende sempre più piede. Ora che anche 1.3030 sembra essere rotto definitivamente non resta che volgere lo sguardo verso 1.2980 che rappresenta il 50% di ritracciamento del movimento in salita compreso fra 1.2630 e 1.3330, ben consapevoli del fatto che ogni notizia proveniente dalla Grecia, che possa aumentare l’avversione al rischio, potrebbe rompere qualsiasi tipo di supporto.

Il cambio UsdJpy consolida la propria posizione, dopo la forte salita (rispetto ai movimenti degli ultimi mesi, si intende) dei giorni passati. Ciò che risulta interessante è stata la tenuta ieri, nel tardo pomeriggio, del livello di passata resistenza e che ora ha un importante ruolo di supporto, 78.25. La tendenza positiva che è incominciata il 2 febbraio scorso indica un livello di supporto posizionato a 77.70. Alla fine il cambio EurJpy non è ancora riuscito a consolidare una chiusura giornaliera al di sopra del livello giudicato fondamentale di 103.20: i numerosi tentativi mancati, però, non fanno altro che rafforzare l’idea di un livello di vera svolta. Ora ci troviamo in una tendenza giornaliera negativa che ha possibilità di trascinare i prezzi sul livello di supporto di 102. Un grafico giornaliero indica in 101.40, invece, il livello dinamico dato che proprio su questo livello è possibile ritrovare il transito della trendline positiva che ha origine sui minimi di metà gennaio.

Anche il cable è in un momento di correzione, seppur minore rispetto a quella vissuta dal cugino eurodollaro. Nelle prossime ore sapremo se il livello di 1.5645, indicato sia da Fibonacci che da un preciso minimo precedente, sarà il livello di supporto che attendiamo per invertire il trend ribassista che ha inizio sino dal massimo di 1.5925 di settimana passata. Il cambio EurChf sta continuando il lento percorso di ritracciamento rispetto alle due settimane passate. La precisione della trendline superiore discendete fa in modo che si possa identificare, con facilità, un livello di resistenza dinamico a 1.2075, mentre l’obiettivo sembra poter essere di nuovo il minimo toccato a 1.2030. Per concludere, si sta giocando un’importante partita sul cambio AudUsd. Osservando un grafico con candele a 4 ore si nota, infatti, come la tendenza che è in atto con buona precisione da metà dicembre scorso potrebbe essere interrotta dato che negli ultimi due giorni sono stati due i tentativi di rottura. L’ultimo baluardo di tenuta si trova sul livello appena toccato dal cambio, 1.0660: una rottura avrebbe obiettivo a ribasso di una figura circa dato che livelli statici precedenti indicano in 1.0570 il supporto successivo.

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