Alla fine il fee only tenta la svolta

Se Nafop riuscisse nel nuovo sforzo per dare ai consulenti finanziari indipendenti un sistema di regole e vigilanza, sarebbe a dir poco un bel risultato da portare al secondo congresso nazionale del settore in calendario il 20 e 21 settembre. “I consulenti finanziari finora sono stati alla finestra, c’è stato come un blocco all’ingresso”, ribadisce Cesare Armellini, classe 1960, dall’autunno del 2005 socio fondatore e presidente della National association of fee only planners, in breve Nafop. L’associazione, che ha per scopo la tutela e lo sviluppo della professione senza conflitti d’interesse e con remunerazione solo a parcella, sta preparando un’istanza che inoltrerà al ministero del Tesoro a brevissimo. “Assai probabilmente entro la fine di questo mese”, dice a BLUERATING Armellini.

Oggetto dell’istanza, l’istituzione del Registro dei consulenti finanziari che riempirebbe il vuoto mai colmato dall’Albo di categoria. Un Albo di cui si parla da quasi quattro anni ma che non ha ancora visto la luce, nonostante esistano già la normativa sui requisiti e il regolamento sui vari adempimenti redatti e pubblicati dalle autorità competenti, ovvero ministero dell’Economia e Consob. Motivo delle proroghe che si sono susseguite negli ultimi anni, sono i costi di avvio. Impegnativi, soprattutto in un periodo di rigore e tagli, e stimati dal ministero dell’Economia attorno al milione e mezzo di euro. Un passo indietro. Il documento del tavolo di lavoro Consob a cui Nafop ha partecipato tra l’agosto e il dicembre del 2010 contiene un business plan che evidenzia un fabbisogno finanziario iniziale per l’avvio dell’Albo informalmente indicato come unico ostacolo all’effettiva operatività dell’Albo stesso. “Per aggirare il problema, noi abbiamo messo a punto la nostra proposta”, spiega il presidente di Nafop.

L’associazione ha elaborato un piano per l’avvio immediato del Registro dei consulenti finanziari indipendenti all’interno del quale possano confluire quei soggetti già in possesso dei requisiti stabiliti dal decreto 206 del 2008 e non tenuti al superamento della prova valutativa. Quindi, promotori finanziari, dipendenti bancari, dipendenti di altri soggetti abilitati e soggetti indipendenti operativi. “Come abbiamo spiegato nella nota diffusa il 6 febbraio”, chiarisce Armellini, “una soluzione di questo genere consentirebbe di non sostenere i costi per l’organizzazione dell’esame e di disporre subito delle risorse derivanti dal pagamento dell’iscrizione al Registro”. Non solo: così l’autorità di vigilanza potrebbe disporre di un elenco di professionisti e società di consulenza già operativi, che possano agire in un contesto regolato e non solamente autoregolamentato come avviene oggi. Di quali cifre si parla? Risponde sempre Armellini: “Si tratterebbe di un contributo annuale di 300 euro a testa. Una somma che abbiamo individuato paragonando le tariffe delle altre categorie professionali. Noi ipotizziamo che il Registro accoglierà tra i 1.500 e i 2.000 iscritti alla fine dei primi dodici mesi di attività. Significa un totale compreso tra i 450mila e i 600mila euro. Dall’ammontare si potrebbero prelevare le risorse utili alla retribuzione di qualche persona che si possa occupare degli aspetti organizzativi.

E il compenso per la vigilanza della Consob”. Dunque, ciò porterebbe alla seconda fase: con le quote di iscrizione sarà possibile organizzare le sessioni d’esame necessarie per l’accesso alla professione di coloro che non hanno i requisiti per essere esonerati dal test e devono perciò affrontare la prova valutativa. A vigilare sugli iscritti, secondo il progetto tracciato da Nafop, sarebbe la Consob. Già, ma come iscriversi? Armellini: “Nella prima fase si può procedere per autocertificazione. I requisiti per l’iscrizione stabiliti dal decreto 206 del 2008 dovranno essere riferiti al 30 giugno 2012, in modo da regolarizzare le posizioni dei soggetti che per assenza di normativa finora non hanno potuto iscriversi all’Albo”. Secondo quanto stabiliva il decreto, l’elenco avrebbe infatti dovuto essere operativo al 30 giugno 2008. Una persona, presso Nafop o presso la Consob, procederebbe poi a una verifica formale dei dati contenuti nell’autocertificazione. “Il Registro rappresenterà l’occasione per intercettare chi ha perso il lavoro per via dei tagli operati dalle banche e le eventuali fuoriuscite dalla promozione finanziaria. Insomma”, conclude Armellini, “offrirà a questi professionisti l’opportunità di riqualificarsi e alla consulenza la possibilità di svilupparsi. Noi crediamo che il Registro lo renderà possibile. Il nuovo governo è tecnico e, al di là dei sospetti di conflitto di interessi, abbiamo ragione di credere che agirà secondo logiche corrette”.

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