Sterlina in calo, pesano incertezze su tassi e Brexit

STERLINA DIETRO FRONT – Che succede alla sterlina? Dopo il dato di stamane dell’inflazione di aprile, risultata pari al 2,7% annuo (dal +2,3% di marzo e contro previsioni di consenso pari a +2,6%), la valuta britannica che aveva aperto la giornata toccando i massimi dell’ultima settimana ha iniziato a perdere terreno, scivolando sotto 1,1645 contro euro e tornando a 1,29 contro dollaro, peraltro dopo aver registrato anche un minimo intraday a 1,2885 in mattinata.

BANK OF ENGLAND NON ALZERA’ I TASSI – A pesare è la diffusa sensazione che neppure con l’inflazione in rialzo la Bank of England (che la scorsa settimana aveva alzato le sue previsioni relative all’andamento dei prezzi al consumo) deciderà di alzare i prezzi, complici i timori delle conseguenze che una “hard Brexit” sempre più probabile potrebbe avere sull’economia britannica.

BREXIT, IL PRECEDENTE DI SINGAPORE – A pesare sulla valuta inglese è anche la decisione della Corte di Giustizia Ue che stamane ha dichiarato che l’accordo di libero scambio con Singapore non può, nella sua forma attuale, essere concluso dalla sola Ue, dovendosi anche esprimersi i singoli stati membri in particolare per quanto riguarda le regole per la risoluzione delle controversie, che privano gli stati di poteri che gli sono propri e sui quali è dunque necessaria un’espressione diretta di volontà di cessione. Decisione che costituirà un precedente cui rifarsi nei negoziati sulla Brexit tra Ue e Gran Bretagna, complicando la situazione di Londra che dovrà convincere anche i singoli 27 stati quanto proporrà una nuova intesa commerciale post-Brexit.

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