Allarme rosso con croce bianca

Lo Speculative Sentiment Index colpisce ancora. Se diamo immediatamente uno sguardo a questo indicatore che mostra il posizionamento della clientela retail espresso come rapporto tra il numero di posizioni lunghe e quello di posizioni corte, ci rendiamo conto di come il secondo ed ultimo aggiornamento della giornata (rilasciato ieri nel tardo pomeriggio) ci abbia mostrato un significativo aumento degli sbilanci f favore del lato lungo di dollari americani e puntualmente, il mercato si è mosso dall’altra parte.

Se facciamo eccezione per il UsdJpy e l’EurChf, ai quali va dedicato un discorso particolare a causa della possibilità che i due rispettivi istituti centrali intervengano sul mercato per indebolire la propria divisa (eventualità allontanatasi per il momento sul UsdJpy, che comunque sta mostrando soltanto dei lievi sbilanci se confrontati con gli altri rapporti di cambio analizzati) ed in parte per il cable, che come sappiamo ha vissuto forti momenti di volatilità in seguito alla pubblicazione delle minute della Bank of England, troviamo perfetta corrispondenza nei movimenti che sono avvenuti ieri in serata su EurUsd, UsdChf, UsdCad, AudUsd e NzdUsd.

Questo indicatore, molto spesso funziona da contrarian, infatti identifica il posizionamento di investitori il cui grado di esperienza e preparazione può non essere dei migliori (questo è il motivo per cui FXCM investe molto sulla formazione), operatori che potrebbero anche lavorare con leve alte in barba ai diversi modelli di money management e che potrebbero posizionare degli stop sopra o sotto i punti importanti sui quali si è cominciato a mettersi corti, in grado, se colpiti, di far partire un movimento esattamente dalla parte opposta rispetto a quanto atteso da essi. Il movimento del dollaro è stato di discesa, in concomitanza della salita delle borse americane che hanno chiuso in territorio positivo e delle commodity, che hanno raggiunto livelli d’attenzione importanti. La situazione di pericolo maggiore da seguire attentamente ora torna ad interessare il rapporto EurChf. L’aumento del ratio tra posizioni long e short è stato veramente importante, siamo passati da 16.76 posizioni lunghe per ogni corta a 24.89 (il che significa che il numero di trader lunghi è aumentato dal 94% al 96%).

Questo a nostro parere deve essere interpretato come un campanello di allarme in quanto gli investitori retail, che tra l’altro non hanno mai smesso di farlo, stanno intensificando le scommesse su un possibile intervento della SNB, ora che ci siamo avvicinati ai livelli di attenzione dopo aver passato a ribasso il livello di 1.2060. Le possibilità di ulteriori discese del mercato (statisticamente parlando dopo aver analizzato la storia dello Speculative Sentiment Index) stanno aumentando, il che significa che potremmo assistere ad un attacco di 1.2030, livello di minimo dal quale il rapporto di cambio ha tentato di riprendersi sbattendo il muso contro 1.2130 (resistenza di medio periodo chiave) e forse anche qualcosa in più, avvicinandoci pericolosamente a quell’1.2000 che la SNB non può permettersi di lasciare scappare, pena la perdita totale di credibilità.

Per quanto concerne gli altri rapporti di cambio, abbiamo visto come la moneta unica europea nei confronti del dollaro americano sia riuscita a salire oltre quello che abbiamo identificato come livello di trigger per eventuali accelerazioni a rialzo, ovvero l’1.3350 (a 1.3320 passavano le resistenze, l’SSI era già sbilanciato corto vicino ad un valore di 2, il che significa che molto probabilmente al di sopra di quel livello potevano essere presenti stop dei retail di breve in grado di determinare false rotture fino a quando non si fosse oltrepassato il livello tondo così vicino). Ora il cambio sta consolidando tra 1.3350 e 1.3380, restituendoci dei livelli interessanti per lavorare su rotture che potrebbero portare verso 1.3430 oppure a rivedere l’1.3300. Dipenderà molto dalle borse l’andamento dell’euro. Se si mantengono, come crediamo, le correlazioni, di fronte a salite di borsa possiamao salire bene o viceversa.

Il UsdJpy continua a rimanere ben sostenuto sopra 80.00 e si trova ora in test di 80.50, livello assimilabile al 3320 dell’EurUsd. Oltre a questo esiste lo possibilità di arrivare anche a 81.00, attenzione a lavorare in maniera abbastanza stretta sulla rottura e a spezzare la posizione dopo i primi eventuali 15/25 punti (stop colpiti). L’EurJpy continua la sua corsa a rialzo e rompe bene a rialzo il canale rialzista individuato nei giorni scorsi su un grafico orario. Teoricamente, se ci manteniamo sopra il 107.00 (dove passano EMA 21 e livelli statici di resistenza rotti questa notte) c’è spazio per arrivare a 108.30.

Per quanto concerne il cable, Stiamo vedendo delle correzioni dopo il raggiungimento di 1.5750, resistenza oltre la quale si possono considerare possibilità di allungo verso 1.5800. Se si riesce a scendere sotto 1.5725 c’è la possibilità di vedere approfondimenti verso 1.5675, stiamo attenti però alle correlazioni dirette tra questo cambio e gli altri che offrono dei rendimenti di tasso positivi quando si vendono dollari americani). Il UsdChf si è avvicinato molto a 0.9000 dopo la rottura a ribasso di 0.9065 e ora può aumentare la propria volatilità nel caso di passaggio di 0.9010 o di 0.9030, mentre l’AudUsd ed il UsdCad (salito bene il primo e sceso bene il secondo in serata) ci restituiscono rispettivamente livelli di supporto e resistenza passanti per 1.0700/1.0750 e 0.9965/0.9990.

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