Aspettando l’ipo di Facebook: le ipotesi sulla capitalizzazione

È ormai un vero e proprio countdown quello che separa Facebook dallo sbarco a Wall Street. In molti si chiedono se la quotazione del famoso social network, destinata a essere la più grande ipo hitech dopo Google, si risolverà in una bolla di sapone, quanto potrà resistere e quale sarà il prezzo d’offerta. Iintanto Ig Market, che ha lanciato il cfd sulla società di Mark Zuckerberg, permette già di investire sul titolo prima dell’effettiva quotazione, prevista per maggio di quest’anno.

Il broker quota infatti come market maker in via continuativa un prezzo d’acquisto e vendita basato sull’aspettativa di capitalizzazione dell’azienda alla chiusura di contrattazione del primo giorno di quotazione. Il cfd viene monitorato dalle sale operative di Londra. Sebbene l’offerta sia disponibile per qualsiasi cliente in tutto il mondo, “la maggior parte degli ordini arriva dall’Europa, in particolare dall’Italia”, ha spiegato il trader che si occupa della gestione del rischio, cioè di cercare di dare equilibrio e rendere appetibile il titolo anche in caso di troppi compratori o, viceversa, troppi venditori.

Vincenzo Longo, market strategist Ig Markets Italia, si è basato proprio sulle quotazioni pre-ipo nella sua analisi sulla capitalizzazione di Facebook nel primo giorno di contrattazioni. “Attualmente il titolo sulla nostra piattaforma viaggia intorno ai 119 miliardi di dollari (con un picco a 122 miliardi il primo giorno del cfd), ben superiore alle stime che la stessa società prevede, cioè tra i 75 e 100 miliardi”, ha spiegato Longo a BLUERATING.
“Bisogna capire quali siano le motivazioni e cosa il mercato sta già scontando”. Dallo studio, che confronta Facebook  con un’altro social network molto simile, Linkedin, risulta che un singolo utente di Facebook genera una performance di ricavi da pubblicità più che doppia rispetto all’utente Linkedin (considerando che attualmente il grosso degli introiti di Palo Alto, circa l’85% arriva proprio dalla pubblicità, contro un più modesto 30% di Linkedin). Insomma, un utente Facebook viene valutato dal mercato circa 54 dollari, contro i 30 dollari per chi usa Linkedin. “Ma con questi calcoli si arriva ad una capitalizzazione di 63,8 miliardi, inferiore addirittura alla forchetta stimata dalla società”.

Cosa manca allora? Questi prezzi incorporano il presente della società, ma lasciano fuori una serie di elementi fondamentali che riguarda le prospettive future: dalla crescita del numero degli utenti, alla nuove funzionalità di mobile advertising (che Facebook potrebbe lanciare a breve), a una diversificazione dei ricavi. “Il mercato dei mobile”, continua Longo, “vale circa 425 milioni di utenti al mese, ovverò il 52% del totale del 2011. Considerando la sempre più alta diffusione di smartphone e tablet, il totale degli utenti che potrebbe vedere la pubblicità salirebbe potenzialmente a circa 1,35 miliardi di persone”.

Incorporando anche le attese dei ricavi per il 2012, che dovrebbero attestarsi a circa 11,3 miliardi di dollari (+200% a/a), la capitalizzazione finale risulta essere poco distante dai valori che il cfd registra sulla piattaforma Ig markets, ovvero prossimo ai 120 miliardi di dollari.

L’analisi si chiude con un’ultima view su quello che potrebbe accadere il primo giorno a Wall Street. “Se prendiamo come punto di riferimento la capitalizzazione che la società ha senza tenere conto delle nostre ipotesi sulle prospettive di crescita, ovvero 64 miliardi di dollari”, conclude Longo, “e se nel primo giorno di contrattazioni il valore dei titoli raddoppiasse (un andamento del tutto simile a quanto è successo al debutto per Linkedin), otterremo una valutazione complessiva di 128 miliardi di dollari, circa 34,5 volte i ricavi sul 2011. Questo rappresenta un’ultriore prova che gli investitori potrebbero ritenere che la società valga più di quanto essa stessa ha dichiarato”.

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