Il periodo nero per gli investitori è l’età d’oro per i trader

Quando non c’è un trend a lungo termine, il modo migliore per battere il mercato è operare sulla base dei range, come un trader, piuttosto che agire come un investitore. E se si considera l’ampio range di cui parliamo con S&P500, il rapporto euro/dollaro e gli altri asset principali a partire dal 2008, diventare un po’ più trader e un po’ meno investitore, in molti casi, alla fine si rivelerebbe un’ottima strategia a lungo termine più che l’investire realmente nel lungo termine. Sono le considerazioni di Jonathan Assia, ceo di eToro, il network di investimenti online sul forex e le materie prime, che ha inoltre sottolineato come gli investitori siano più “strettamente legati a una strategia di analisi fondamentale e di valore a lungo termine, mentre i trader sono generalmente più focalizzati sull’analisi tecnica, prevalentemente legata a intervalli operativi più brevi”. Qual è quindi la strategia migliore?

Certo è che, come ricorda lo stesso Assia, il 2011 è stato un anno difficile sul fronte previsionale anche per grandi guru del settore del calibro di Bill Gross, Warren Buffet e John Paulson. “Gli investitori”, continua il manager, “hanno fondamentalmente un approccio molto razionale alle cose, cercano il valore a lungo termine tramite lo studio dei cicli economici. Valutando i trend e le medie economiche, calcolano il valore a lungo termine di una valuta, una commodity o un indice”. Il problema però nasce quando non si assiste ad una crescita o un collasso che possano permettere valutazioni precise e sicure; quando, cioè, i bond sono costosi, ma non ancora sopravvalutati; o quando le azioni sono allettanti, ma sembrano ancora troppo vicine a livelli record. Una soluzione per gli operatori potrebbe essere comportarsi sempre di più come un trader, “aggiornando settimanalmente le posizioni e cambiando direzione più regolarmente. In altre parole: fare profitti a breve termine riducendo al minimo l’esposizione al mercato”. Il numero uno di eToro a supporto della sua tesi ricorda l’esempio della crascita anemica dell’economia negli ’70, periodo caratterizzato da livelli elevati di debito, tassi di crescita al minimo e dall’alto prezzo del greggio (simile a quello che stiamo vivendo). Il ritorno dell’investimento in questo caso sarebbe stato maggiore se si fosse operato “cambiando spesso direzione da buy a sell in base al range di prezzo, proprio come fanno i trader specializzati”.

 

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