Avanti tutta con le semplificazioni

Sulla scia dell’esempio del governo Monti, anche la Consob semplifica i propri regolamenti e lo fa con buona lena. È appena iniziata la procedura di consultazione per le proposte di modifica da apportare ai regolamenti mercati ed emittenti. Si tratta di adeguamenti formali e soprattutto di eliminazione e limitazione di obblighi, e questo riduce gli oneri a carico degli operatori, il rischio di errori e di sanzioni. I punti principali del provvedimento possono essere così individuati. Il primo filone è l’adeguamento dei nostri regolamenti alle meno stringenti regole delle direttive europee. È una decisione importante. In questo modo, si riducono i vantaggi competitivi di altri Paesi che hanno da subito adottato norme in linea con le direttive europee, meno rigide o complesse.

Non siamo ancora al loro livello, ma la strada è quella giusta: non imporre ai nostri operatori vincoli che altri non sono tenuti a rispettare. In questo modo, possono lottare alla pari e soprattutto si può essere attraenti anche per soggetti esteri. In effetti non si capisce per quale motivo le nostre regole siano sempre più rigide di quelle degli altri, specie con riferimento alle loro modalità di applicazione, salvo poi essere eluse o applicate blandamente. Adesso dovrebbe essere il turno dell’adeguamento alle direttive di altri regolamenti. Il secondo filone di semplificazione è il massiccio ricorso a internet. Il suo uso viene legittimato in moltissime situazioni, in alcuni casi in luogo delle edizioni cartacee. Ancora di più: la stessa comunicazione di situazioni ed eventi è sostituita dalla presenza della notizia sul sito internet della società. Vedremo se la lobby della carta stampata riuscirà a imporsi come in precedenti occasioni. In questo modo, si accelera la circolazione delle informazioni e si tiene conto degli sviluppi della tecnologia, della quale ormai siamo tutti dipendenti e il cui utilizzo si va sempre più diffondendo. Insieme con queste, sono presenti altre “modernizzazioni”.

Tutte apprezzabili, ma su alcuni punti una riflessione è bene farla. È abolito l’obbligo delle società di commentare, al verificarsi di particolari circostanze, i rumor che le riguardano. Possiamo dire che esse conquistano il diritto al “no comment”, mentre rimane ferma la facoltà della Consob di chiedere chiarimenti e imporre la pubblicazione di comunicati. C’è da chiedersi come interpreterà il mercato gli eventuali “no comment”. Evidentemente, sono una risposta quasi affermativa, o comunque un’equivalente assenza di smentita. Di fatto non si vuole comunicare al mercato una situazione, un’informazione. Un simile comportamento è molto simile a una fattispecie di manipolazione omissiva. Non è un’ipotesi da sottovalutare.

Dal punto di vista della Consob, ci sarà un obbligo, determinato dal proprio ruolo, a chiedere conferme e precisazioni per evitare che sul mercato ci siano asimmetrie informative e forti rischi di abuso di informazioni privil e g i a t e . Solamente la prassi può dimostrare se una simile riforma è opportuna . Altro punto critico riguarda in modo particolare la definizione di emittenti strumenti finanziari diffusi. Il limite per essere considerati emittenti diffusi, sia per le azioni sia per le obbligazioni, sarà elevato da 200 a 500 investitori. La modifica comporta l’esclusione dalla lista di un numero limitato di società e non ha quindi un rilevante affetto pratico.

In futuro, però, comporterà il mancato ingresso nella lista e quindi l’esenzione dall’applicazione di alcune norme, tra cui quelle in materia di market abuse, delle società che si trovano ad avere meno di 500 soci. Alcune di queste situazioni potrebbero essere in corso e privare questi investitori delle tutele che la legge riserva ad altri più fortunati. Su questo punto sarebbe bene una riflessione ulteriore, vuoi per evitare che ci siano aree d’investimento non protette vuoi per individuare tutele normative alternative.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: