Posta del pf: analista finanziario, un mestiere difficile

Difficile mestiere quello dell’analista, tra bilanci che potrebbero non essere del tutto trasparenti e veritieri, azioni che si pesano e non contano, proclami di manager e politici fatti ad arte per influenzare il “sentiment” dei mercati non sempre seguiti da fatti concreti, senza contare variabili quali l’andamento dei prezzi delle materie prime o le tensioni geopolitiche da un capo all’altro del pianeta.

Così non si contano più “svarioni” previsivi anche da parte di economisti come Nouriel Roubini (che ha previsto puntualmente la crisi dei mutui subprime Usa ma da allora non è stato altrettanto preciso nell’indovinare il successivo andamento del ciclo economico e dei mercati) o imprenditori come l’ex premier italiano Silvio Berlusconi (che nell’ottobre 2008 per rassicurare gli investitori giunse a consigliare l’acquisto di azioni Eni, Enel e Mediaset, le cui quotazioni sono nel frattempo crollate di circa il 35%, il 50% e il 75% rispettivamente).

Se però a parlare è Ennio Doris, fondatore e azionista di controllo di Mediolanum, alcuni non attendono verifiche: “Bravo Ennio, hai appena dichiarato (il 27 marzo scorso, n.d.r.) che il 2012 sarà un anno fantastico e lo spread scenderà a 180 punti e infatti oggi le Borse…” commenta sarcastico un lettore. Una settimana è troppo poco per capire come chiuderà l’anno e se vi saranno ulteriori rialzi dopo quelli dei primi tre mesi, ma dopo le ripetute delusioni causate dagli errori di autorevoli “guru”, lo scetticismo sembra ancora il sentimento prevalente da parte della maggioranza di promotori e investitori nonostante l’ottimismo professato dai vertici delle principali reti e intermediari di mercato.

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