G20: nessuna grossa novità

Niente di nuovo sotto il sole se non il fatto che dal G20 tenutosi durante questo week end arriveranno dotazioni per oltre 400 miliardi di dollari (430 per l’esattezza), che verranno messi a disposizione per il Fondo Monetario Internazionale e di cui potranno servirsi i Paesi G20 eventualmente in difficoltà. Una decisione ampiamente scontata dal mercato che non ha mostrato grossi effetti né sui prezzi, né sulla volatilità di mercato che rimane sostenuta.

Tutto questo ci fa pensare che il mercato sia pronto a continuare su questa strada, mosso dal binomio appetito per il rischio o avversione ad esso, anche se questa settimana i dati macroeconomici potrebbero effettivamente dire la loro. Si parte questa mattina con il PMI tedesco e la fiducia dei consumatori italiani, per poi proseguire domani con il CPI australiano, le vendite al dettaglio canadesi e la fiducia dei consumatori americani, dato che andrà a precedere l’importante decisione del FOMC di mercoledì (di cui parleremo in maniera più approfondita domani mattina), dalla quale si cercherà di capire le intenzioni dell’America circa un nuovo piano di allentamento quantitativo.

Sul finire di settimana troveremo ancora qualche dato in pubblicazione dall’Europa e dall’America, ma l’appuntamento principale rimane quello di metà settimana. Dando uno sguardo alle commodities,  troviamo l’oro che si sta muovendo all’interno di 5 punti, tra 1,640.00 e 1,645.00, il che fa presagire possibili aumenti di volatilità una volta infranto uno dei due livelli, con obiettivi in area 1,630.00 a ribasso o 1,655.00 a rialzo, mentre il petrolio risulta essere molto più volatile e venerdì ci ha mostrato una forte salita, in grado di riportare i prezzi da 103.00 a 104.70, andando a toccare la parte alta del canale correttivo tracciato su un grafico daily e mantenendosi così sopra la linea di tendenza di più lungo periodo che contiene la salita da 90 dollari ai prezzi attuali. L’alto prezzo del greggio è stato anche argomento di discussione durante il meeting del week end, ma non ci hanno detto niente di nuovo se non che vigileranno sui prezzi e saranno pronti ad agire (come?) per contenere rialzi eccessivi. Dal punto di vista tecnico 100.00 rimane il livello di supporto da monitorare sul medio periodo, mentre in 105.00 passano le resistenze.


Prima di passare ai livelli tecnici, segnaliamo l’apertura negativa del CAC40, che sta andando a visitare i supporti in area 3.150 dopo il primo round relativo alle elezioni francesi, dove il buon Sarkozy risulta essere in difficoltà. Questo potrebbe trasinare a ribasso anche l’apertura italiana.

EurUsd
Segnali di ripresa di venerdì sera, poi smentiti in apertura di mercato la notte passata, impongono una maggior attenzione al livello di resistenza individuato nelle ultime giornate piuttosto che al supporto, adesso lontano (1.30). La tendenza in atto da una settimana esatta continua ad risultare una valida compagna con un obiettivo per le prossime giornate che dovrebbe giungere sino a 1.3260. Il supporto più di lungo transita oggi a 1.3110 (dato dalla trendline inferiore del canale rialzista dal 16 aprile) mentre un livello intermedio di supporto, statico in questo caso, si trova a 1.3175.

UsdJpy
Il cambio UsdJpy ha confermato di trovarsi in una tendenza ribassista venerdì. I prezzi, infatti, sono giunti sino a toccare perfettamente la trendline ribassista che indica la strada da un mese esatto, 81.75, riprendendo il cammino a ribasso. 81.15 è il naturale obiettivo a ribasso, dove troviamo una buona dose di tentativi di rottura compiuti due settimane fa, tali da suggerirci un preciso livello di supporto statico.

EurJpy
La tendenza di euro yen dell’ultima settimana ha perso d’intensità e cominciato l’inversione una volta colpito il forte livello di resistenza di 108 figura. Intorno a 107 transita una serie di elementi grafici (ritracciamento di Fibonacci, media mobile a 21, massimo precedente) tali da lasciar intendere che la tendenza potrà comunque ripartire se non dovessimo assistere ad un definitiva rottura ribassista.

GbpUsd
Il cable ha compiuto un movimento del tutto simile all’eurodollaro pur non compiendo alcun tipo di ritracciamento, ma anzi consolidando sui massimi. L’attacco al massimo precedente di 1.6170, visto il novembre passato, sembra il logico movimento dal quale possano derivare due scenari: un rimbalzo su un doppio massimo storico (dando un forte segnale ribassista) oppure la continuazione del canale rialzista, considerando che oltre la rottura di questo livello troviamo i massimi di fine agosto, 1.66.

EurChf
Nulla di particolarmente originale sul cambio EurChf. I prezzi stanno consolidando fra 1.20 e 1.2030 e una metodologia che valorizzi il range, per esempio con timeframe di breve e uno stocastico, sembrano essere la soluzione migliore (almeno sino alla rottura).

AudUsd
Il dollaro australiano sta restringendo il campo d’azione dei propri movimenti giornalieri. Questo fa sempre più assomigliare la configurazione grafica ad un triangolo. Pur non essendo questo il caso accademico esatto (non vi è infatti un trend definito entro cui questa figura si va a creare) possiamo certamente usare i due estremi di questa figura come spunti per la giornata entrante. Troviamo un livello di supporto posizionato a 1.0305 mentre a 1.0380 passa la trendline ribassista che ha origine sul massimo relativo di due venerdì fa.

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