Posta del pf: Barclays fa cassa, Bankia chiede aiuto

Che le operazioni con cui la Banca centrale europea ha fornito oltre mille miliardi alle banche del vecchio continente servissero solo a prendere tempo e a tamponare una situazione divenuta insostenibile, consentendo agli istituti di rifinanziarsi a tassi ormai impossibili da trovare sul mercato riprendendo al tempo stesso l’acquisto di titoli di stato, senza tuttavia invertire la tendenza al restringimento del credito era evidente da tempo. Che le richieste dell’Eba di rafforzare i parametri patrimoniali entro giugno potessero giungere in un momento delicato era altrettanto assodato.

Ma probabilmente in pochi si aspettavano che tra i primi ad alzare bandiera bianca potessero essere le banche inglesi, seguite a ruota da a quelle spagnole. Invece è stata Barclays ad annunciare la cessione dell’intera partecipazione nell’asset manager americano BlackRock per un incasso di circa 1 miliardo di dollari, operazione che dovrebbe essere seguita a breve dalla cessione di tutta o buona parte della rete di sportelli (191 filiali in tutto) in Italia, nell’ambito di una “revisione delle attività non profittevoli”, o quanto meno una ristrutturazione che di fatto cancellerebbe ogni ambizione di ulteriore crescita nel Belpaese almeno a breve-medio termine (al riguardo un lettore di BLUERATING commenta: “ve l’avevo detto già a febbraio 2011. Iniziarono con l’abbandono della rete dei promotori al Sud, poi il resto”). In Spagna le cose non vanno meglio, con Bankia, quarta maggiore banca spagnola (nata lo scorso anno dal trasferimento delle attività bancarie di sette casse di risparmio riunite nella controllante Banco Financiero y de Ahorros, holding che oltre a possedere il 52% di Bankia, possiede importanti quote in altre banche come il Banco de Valencia, Bancofar o Inversis Banco e in aziende che spaziano da Mapfre a Iberdrola, da NH Hoteles a Metrovacesa), ha dovuto richiedere nuovi aiuti di stato per tamponare un’esposizione al settore immobiliare che ha già portato a iscrivere 32 miliardi di euro di crediti in sofferenza nel bilancio 2011.

Il settore creditizio europeo si appresta a vivere una profonda ristrutturazione e l’Italia non costituirà un’eccezione. Forse anche per questo chi può sceglie di seguire “altra opportunità professionali”. Lo ha fatto Pietro D’Anzi, ex numero uno di Barclays Italia, che ora guiderà Banca del Mezzogiorno al posto di Pietro Montani, nel frattempo diventato numero uno di Bpm. Lo ha deciso anche Nicola Romito, dal 2006 vice direttore di Mps (gruppo in cui era entrato nel 1994 in qualità di Chief investment officer di Ducato Gestioni), che dopo l’addio a Rocca Salimbeni ha reso noto la scorsa settimana che potrebbe a breve annunciare dove andrà ad operare e in che ruolo. Di certo la sensazione è che nei prossimi mesi lo scacchiere del credito e della finanza europea ed italiana (risparmio gestito compreso) sia destinato a riservare molte altre mosse “a sorpresa”, sia sul fronte delle fusioni e acquisizioni tra istituti sia a livello di poltrone al vertice.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: