La Germania: l’altra faccia della locomotiva d’Europa

Si è parlato tanto del fatto che i Paesi europei periferici tendono a sperperare denaro pubblico, sulle dimensioni del debito di questi Paesi e sulle misure necessarie per risolvere il problema. Ma ogni moneta ha due facce e dall’attuale incertezza sembra stia emergendo un inaspettato vincitore. Se ne parla raramente, ma la Germania sta davvero vivendo una grande crisi dell’Eurozona. È l’opinione di Paul Casson, fund manager di Henderson Horizon Pan European Alpha Fund che guarda al passato ricordando che “i tassi di interesse erano stati mantenuti così bassi per tanto tempo, ponendo le basi del walfare state e della bolla immobiliare che si è creata ai confini dell’Europa, durante l’unificazione della Germania Est e Ovest, per un costo di 2 trilioni di dollari”.  Anche se, senza la crescita economica proveniente dalla gran parte dell’Europa, il risultato avrebbe potuto non essere così positivo.

“Il sistema bancario tedesco non è un sistema bancario modello”, spiega il manager. “Le banche partecipate dallo Stato hanno avuto un ruolo fondamentale in molti casi di cattivi prestiti fatti in passato. IKB (la banca tedesca che ha dovuto essere salvata nel 2007) è stata una delle prime vittime della crisi dei subprime. Le banche commerciali, con rare eccezioni, si sono lanciate in espansioni malgestite, azzerando il valore per gli azionisti. Alcune non esistono neanche più”.

Tuttavia, la cosa che hanno saputo fare davvero bene è stato ritirarsi rapidamente dal comparto bancario e obbligazionario dei Paesi europei periferici. Il risultato è che il panorama bancario è andato ridisegnandosi lungo i confini nazionali. “Ma ora la Bundesbank deve fare i conti con il Target 2, i suoi crediti con le altre Banche centrali vanno ben oltre i 600 miliardi di euro. Anche per un paese ricco come la Germania potrebbe essere un problema, in caso di un collasso dell’euro”.

L’euro debole sta aiutando i paesi esportatori e come principale paese esportatore in Europa, la Germania ne trae senza dubbio i maggiori benefici. I tassi di interesse bassi stanno favorendo le aziende e i consumatori. “Società forti di tutti i paesi europei stanno in questo momento godendo dello stesso clima finanziario favorevole, così come i consumatori che non sono appesantiti da un eccessivo debito. Ma quando questo si combina con l’aumento dei salari riscontrato dagli operai tedeschi e con bassi livelli di disoccupazione, significa che i maggiori benefici si manifestano di nuovo entro i confini della Germania”.

“Lo scenario peggiore è collasso dell’euro, un marco tedesco forte, richieste di rimborso Target2 irrealizzabili e un fastidioso shock per i tedeschi e la loro qualità della vita. Chi comprerà più le Bmw? E’ un esempio improbabile ma a volte gli esempi estremi devono essere fatti per spiegare il problema. Come farà la Germania a raggiungere una posizione tale da tollerare una maggiore inflazione, maggiori rendimenti dai bund, maggiore leadership in Europa e una Bce che è molto più docile della Bundesbank? Lo faranno passo dopo passo, un pezzo alla volta, cercando di mantenere la disciplina e allo stesso tempo valutando il costo di una soluzione che sia alternativa al collasso”.

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