Titoli di stato: la domanda spinge i rendimenti verso il basso

INCERTEZZA MERCATI NON FRENA ASTA BTP E CTEU – Le incertezze sui tempi e sulle regole delle prossime elezioni politiche italiane e la reazione dei mercati alle parole di Mario Draghi, secondo cui c’è ancora bisogno di un “ammontare considerevole” di politiche monetarie straordinarie come quelle che la Bce sta attuando da quasi due anni rendono prudenti i mercati azionari europei, ma sembrano non influire sulla domanda di titoli di stato.

RENDIMENTO DEL BTP A 5 ANNI CALA ALLO 0,88% – Nell’odierna asta di titoli a medio-lunga scadenza il Tesoro italiano ha infatti visto una domanda elevata contribuire a schiacciare i rendimenti offerti, nonostante le tensioni su tassi e spread (quello tra Btp e Bund decennali risale stamane sull’1,90%) nel mercato secondario. Così il Btp a 5 anni (scadenza aprile 2022) è stato assegnato per 3 miliardi ad un tasso dello 0,88% annuo lordo, 15 punti base meno dell’asta precedente.

SUI BTP A 10 ANNI IL TASSO RIDISCENDE AL 2,15% – Tutto esaurito e tassi in calo anche per il Btp a 10 anni (scadenza giugno 2027), assegnato per 2,75 miliardi a fronte di oltre 4 miliardi richiesti ad un tasso del 2,15% annuo lordo, lo 0,14% in meno del precedente collocamento. Infine il Cct€u a tasso variabile a 7 anni è stato collocato per 1,75 miliardi a fronte di una domanda di quasi 2,5 miliardi, con un rendimento lordo annuo pari allo 0,92%, un punto base meno dell’asta precedente.

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