La carica dei Dim Sum bonds: perchè è un’opportunità per le società italiane

PUNTARE SUL RENMINBI – La progressiva internazionalizzazione del renminbi (o yuan), la valuta cinese, e la sua sempre più probabile futura convertibilità potrà essere un interessante alternativa di investimento, sebbene ancora non appieno compresa sul mercato del nostro Paese. Il tema è stato discusso dal panel di relatori internazionali alla tavola rotonda organizzata ieri a Milano da Clifford Chance, uno dei maggiori studi legali al mondo, in collaborazione con la Fondazione Italia Cina.

COSA SONO I DIM SUM – Ancora nessuna società italiana ne ha approfittato – diversamente da altri emittenti europei – ma i Dim Sum bonds, che sono emissioni di obbligazioni in valuta renminbi collocate sui mercati esteri, potrebbero diventare una fonte concreta di funding per le società quotate italiane e, in futuro, anche per le società non quotate.

QUALCHE CIFRA – Il 2011 ha visto triplicare il valore delle emissioni “Dim Sum” nel mondo (17,9 miliardi di dollari rispetto ai 5,9 miliardi del 2010). Oltre alle grandi istituzioni cinesi operanti all’estero, hanno fatto ricorso allo strumento big internazionali come McDonald’s, BP, Tesco, Volkswagen e Unilever. Hsbc ha inoltre di recente effettuato la prima emissione in valuta cinese rivolta anche agli investitori retail in Europa e quotata sul London Stock Exchange.

I VANTAGGI – Sono numerose le ragioni che rendono questo strumento interessante per emittenti ed investitori. Tutte le società con attività commerciali in Cina possono emettere “Dim Sum” bonds sul mercato estero e utilizzarne i proventi per lo sviluppo dei propri scambi commerciali in Cina con minori rischi valutari. Investire in titoli in renminbi, che è una valuta sottovalutata, consente agli investitori retail di diversificare il proprio portafoglio e bilanciare i rischi.

LA RISCOSSA DEL RENMINBI –
Sono inoltre in aumento le operazioni commerciali e finanziarie transnazionali regolate in renminbi. Ad oggi solo il 9% degli scambi commerciali tra la Cina all’estero è regolato in rmb, ma considerato che la Cina è la seconda economia mondiale questa percentuale è destinata a crescere.

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