La trasparenza è l’unica arma per tutelare il risparmio

Quanto e cosa serve per scoprire eventuali promotori “infedeli”, di quelli (per fortuna una piccola minoranza) che infilano con una certa disinvoltura la mano nelle tasche dei clienti sperando che tutto vada per il meglio e che nessuno se ne accorga mai, salvo ex post verificare che così non è? Sicuramente le mandanti vigilano, almeno per evitare problemi con le autorità di controllo e per non rovinare la loro reputazione agli occhi della clientela. Però i sospettosi restano. E si esprimono.

Secondo un lettore di BLUERATING, “Giorgio”, “nelle reti il superman di turno riempie le tasche di tutta la scala gerarchica. Ci vuole molta onestà a indagare e ancora di più a espellere chi produce in maniera disonesta”, ma “se c’è un superproduttore varrebbe sempre la pena di indagare, o no?”. Pensiamo che l’osservazione sia corretta, anche perché i “superproduttori” che onestamente fanno il proprio mestiere posseggono evidentemente competenze e capacità non comuni e meritano di vedersele riconosciute tanto in termini provvigionali ed economici quanto a livello di carriera all’interno della struttura.

Mentre chi dovesse ottenere risultati “eccezionali” in virtù di qualche sotterfugio non solamente non meriterebbe alcun trattamento di riguardo ma andrebbe allontanato innanzitutto dai colleghi, ai quali rischia di procurare un danno cospicuo e non solo di immagine. L’invito che possiamo rivolgere a tutti è quello di sposare con sempre maggiore convinzione una politica di massima trasparenza, che non potrà che accrescere l’autorevolezza degli intermediari e dell’intera categoria dei promotori agli occhi della clientela. D’altro canto, l’opacità nei rapporti in un periodo come quello attuale può essere l’ulteriore elemento che tiene lontani gli investitori che potrebbero apprezzare i servizi offerti dalle reti di pf.

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