Il trading online, dallo Sputnik al World Wide Web (1930-1999)

Il trading online italiano è nato ufficialmente l’8 novembre 1995, ma soltanto dal 1999 è diventato lo strumento principale dell’investitore fai-da-te italiano. Oltre un decennio di invenzioni, novità e sviluppo che l’autore, Andrea Fiorini, ha vissuto in prima linea attraverso le pagine del settimanale “Borsa e Finanza“, intervistando e frequentando personaggi, pionieri, visionari e trader che hanno percorso con lui il lungo tragitto di uno dei settori tecnologicamente e imprenditorialmente più evoluti dell’Italia di oggi.

Un’esperienza riassunta in un’opera in tre volumi attraverso la storia e le storie del trading, ma anche attraverso l’analisi del presente, delle piattaforme, dell’offerta e dei servizi. Nel primo volume, “Il trading online, dallo Sputnik al World Wide Web (1930-1999)”, pubblicato dalla Edoardo Varini Publishing, vengono spiegate le caratteristiche dei broker online degli anni 80 e 90 ma anche come finanza, informatica e telecomunicazioni si sono incontrate dopo un lungo cammino iniziato nel VII secolo avanti Cristo in Anatolia, con l’invenzione della moneta. 

“La tecnologia ha fatto progressi impensabili dal 1937, anno di realizzazione dell’ABC, il primo computer moderno, che tuttavia non era ancora programmabile, un risultato che raggiungerà invece nel 1941 lo Z3. I principali momenti di svolta del percorso tecnologico, dal quale il trading online ha tratto vantaggio, sono stati la Seconda Guerra Mondiale per l’hardware e la capacità di calcolo, gli anni ’70 con lo sviluppo delle reti, il 1994 con la nascita del WWW e infine gli anni ’90 per lo sviluppo dei servizi evoluti di trading online così come li conosciamo”.

In ambito finanziario il sistema NASDAQ, per scambiarsi titoli OTC e lo SWIFT, la piattaforma per transazioni finanziarie per uso professionale più diffusa al mondo sono stati i due progetti più innovativi. 

“L’8 febbraio 1971 la Bunker Ramo che svela al mondo il rivoluzionario sistema di negoziazione telematica di titoli finanziari realizzato dalla sua Information Systems Division per conto della NASD. Il sistema viene chiamato NASDAQ, aggiungendo all’acronimo dell’associazione due lettere finali che indicano semplicemente Automated Quotations”. Due anni dopo l’inaugurazione del NASDAQ prenderà vita un progetto ben più ambizioso, lo SWIFT. Si tratta di un sistema di pagamento elettronico interbancario gestito dalla Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication con sede a Bruxelles.

“Sull’onda della liberalizzazione, alla fine degli Anni ’80 compaiono negli USA i primi servizi di invio ordini per la negoziazione di titoli finanziari attraverso le tastiere telefoniche a toni destinati a utenti privati. La digitalizzazione delle borse e degli ECN ha infatti ridotto i costi e semplificato le procedure, ma i computer non sono ancora abbastanza diffusi tra i privati per poter dare vita a servizi di trading di massa a costi sufficientemente contenuti.
Il telefono, invece, è uno strumento presente in tutte le case e in tutti gli uffici”.
Pur offerti a lungo i Videotex/Teletext (in Italia Videotel) avranno uno scarso successo soprattutto a causa degli alti costi di connessione a tempo.

Dai primi anni ’80 lo sviluppo della finanza online europea avverrà parallelamente a quella statunitense.

“Il primo esempio noto di home banking negli Stati Uniti è il servizio Channel 2000 realizzato nel 1980 da Banc One (diventata Bank One dal 2004 dopo l’acquisizione da parte di IP Morgan), che consentiva ai clienti della banca di vedere i saldi delle transazioni sullo schermo della televisione, oltre che di pagare bollette ed effettuare giroconti, il tutto operando sulle normali linee telefoniche. Channel 2000 raccoglie solo 200 clienti e viene rapidamente sostituito da una nuova versione del servizio, Applause. Anche questo però non supera i 1.000 utenti e viene abbandonato: secondo i calcoli della banca, per sostenersi con le sue gambe l’home banking deve raggiungere almeno i 5.000 clienti”.

Più profittevole l’esperienza in Europa della tedesca Norddeutsche Terlzahlungkreditbank il primo istituto ad aver completato, nel 1981, un servizio di gestione telematica del conto corrente, dopo una prima sperimentazione nella fine degli anni Settanta. Il mainframe su cui si basava tutta la struttura era un IBM 370/ 135 con 384 Kb di memoria principale.
“Nel 1979 la controllata Verbraucherbank registra I’apertura di 12.000 conti, che nel 1980 diventano 30.000 e nel 198I cresceranno a 45.000”. 

Va sottolineato il fatto che la nascita del trading online è slegata, se non in diretta contrapposizione, dall’home banking.

Quick & Reilly, (oggi inglobata in Bank of America) una società fondata nel 1974 in Florida, fu la prima ad offrire servizi telefonici di trading con il 40% di sconto rispetto alla media del mercato precedente. 

Arduo dire se il primato di primo broker online della storia spetti a Trade*Plus o a CD Anderson dato che tra il 1982 e il 1983, infatti, le due società restano strettamente legate, la prima come fornitrice e gestore del sistema elettronico di trading [ma non come intermediario finanziario, la seconda come società finanziaria che lo propone ai propri clienti”.

La nascente industria finanziaria telematica subisce però un duro colpo il 19 ottobre 1987 con il “lunedì nero”: Una parte importante di responsabilità viene infatti imputata ai sistemi di negoziazione automatica adottati da banche e fondi d’investimento.

“Il periodo che va dal 1990 al 1994 rappresenta per gli USA una fase di rilancio, sia per l’economia, la borsa e la finanza in generale, sia per il trading online. In quei primi giorni di rinascita E*Trade rappresenta il broker online puro e di successo per eccellenza“. Tuttavia grazie ad un approccio meno rapido nell’integrazione dei canali tecnologici sarà Charles Schwab l’operatore che otterrà i migliori risultati in termini di crescita dai servizi di trading online.

“Il 1997 è l’anno del grande boom, con la trasformazione del trading online da strumento di nicchia a fenomeno di massa, basti pensare che da lì a pochi anni negli USA un quarto degli ordini in borsa verranno effettuati online da privati”.

L’affermazione del trading online ha permesso di abbattere i costi commissionali fino a 1 dollaro per eseguito, rispetto al 9% degli anni ’70 e ’80, tuttavia è bene ricordare che secondo le statistiche solo il 20-30% dei trader ottiene risultati positivi dall’attività sui mercati, mentre il 70% perde costantemente soldi.

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