Borsa, la Consob richiama l’attenzione sul trading ad alta frequenza

TRADING AD ALTA FREQUENZA SEMPRE PIU’ DIFFUSO – “Alla luce dell’elevata integrazione tra i mercati, è indispensabile che eventuali interventi di regolazione sulle attività di trading ad alta frequenza siano definiti in modo coordinato a livello internazionale per evitare arbitraggi regolamentari, valutandone con attenzione costi e benefici”. A richiamare l’attenzione sul tema è la Consob, che ha pubblicato sul proprio sito web un discussion paper dal titolo “Il trading ad alta frequenza: caratteristiche, effetti e questioni di policy“.

INFLUSSO NEGATIVO SULLA QUALITA’ DEL MERCATO – Negli ultimi anni, osserva la Commissione, il progresso tecnologico e l’innovazione finanziaria hanno favorito la diffusione di attività high frequency trading, una modalità operativa basata sull’impiego di algoritmi che consentono di acquisire, elaborare e reagire alle informazioni di mercato con una velocità elevata. Tanto che nei principali paesi europei la quota di scambi riconducibili ad operatori identificati come high frequency traders è cresciuta costantemente negli ultimi anni e attualmente oscilla tra il 10% e il 40%.  Una diffusione che solleva più d’una preoccupazione, osserva ancora la Consob, che teme “un’amplificazione dell’impatto sistemico di shock e un influsso negativo sull’integrità e sulla qualità del mercato (efficienza informativa dei prezzi, volatilità e liquidità)”.

SERVONO INTERVENTI COORDINATI – Per mitigare tali effetti negativi le autorità hanno avviato una riflessione su alcuni strumenti di policy che riguardano, da un lato, maggiori obblighi informativi a carico degli high frequency traders e, dall’altro, interventi sugli elementi di microstruttura dei mercati (quali i circuit breakers, i limiti al tick size, i regimi commissionali). Ad esempio in Europa l’Esma ha emanato Orientamenti che prevedono obblighi informativi e presidi organizzativi sia per i partecipanti al mercato sia per le piattaforme di negoziazione, mentre negli Stati Uniti, la Sec ha adottato una regolamentazione relativa a operatori che svolgono transazioni per importi rilevanti, tra i quali rientrano anche gli high frequency traders, sottoponendoli a maggiori obblighi informativi. E’ necessario tuttavia coordinare gli interventi, conclude la Commissione.

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