Bpvi – Veneto Banca, la soluzione Intesa Sanpaolo non entusiasma tutti

QUANTO COSTERA’ SALVARE BPVI E VENETO BANCA? – Quale sarà il costo finale della “soluzione quasi di sistema” alla crisi di Bpvi e Veneto Banca? Se le autorità europee avvalleranno la proposta di Intesa Sanpaolo, secondo l’economista e blogger Mario Seminerio, il costo a carico dei contribuenti italiani potrebbe lievitare dai 4,7 miliardi ipotizzati nel caso di una ricapitalizzazione precauzionale, che di fatto non è più possibile dopo che il tentativo di trovare istituti disposti a versare “volontariamente” 1,25 miliardi di euro come chiesto dalle autorità europee è fallito, a 10-12 o forse anche 15 o più miliardi.

VALUTARE OFFERTE CONCORRENTI – Così, spiega Seminerio, il costo potrebbe infine rivelarsi anche superiore agli ipotizzati 11 miliardi di oneri che sarebbero potuti ricadere sul sistema bancario privato nel caso di un bail-in. Che fare, dunque, per evitare l’ennesimo bagno di sangue per i contribuenti italiani? Ad esempio si sarebbe dovuto/si dovrebbe bandire un contest ad evidenza pubblica, suggerisce Seminerio, così da non avere di fronte solo l’offerta di Intesa Sanpaolo, evitando di dover pensare a sussidi “ad bancam” per concludere l’operazione.

TABU’ DA INFRANGERE: COINVOLGERE BOND SENIOR – Sarebbe poi importante secondo l’esperto coinvolgere anche “gli obbligazionisti senior sino a concorrenza di quanto necessario a ripristinare la funzionalità della banca”. Anche perché, conclude l’esperto, “tutto verte sugli obbligazionisti senior, in queste procedure. Non capirlo vuol dire condannarsi a ripetere la storia, e massacrare i contribuenti”. Un aspetto che evidentemente la classe politica italiana non riesce o non vuole cogliere: sapranno coglierlo le autorità europee, imponendo un aggiustamento di tiro per il via libera all’operazione?

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